Padre Giulio Michelini – Commento al Vangelo del 27 Febbraio 2022

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Il vangelo della VIII domenica del T.O. (Lc 6,39-45), dalla Chiesa Cattolica Greco-Ucraina di Roma

Riproponiamo la puntata di โ€œSulla stradaโ€ con il commento per il vangelo di questa domenica, registrata tre anni fa a Roma nella Chiesa di Santa Sofia, e che ora รจ piรน che mai attuale a causa della guerra e dellโ€™invasione dellโ€™Ucraina da parte della Russia.

Dopo la lettura di domenica scorsa con lโ€™inizio del Discorso della pianura, con le beatitudini e i relativi โ€œguaiโ€ secondo Luca, il lezionario tralascia alcuni versetti riguardanti lโ€™amore per il nemico e ci fa riprendere la lettura a partire da alcuni detti di Gesรน sullโ€™amore fraterno.

รˆ la parte centrale del Discorso della pianura, rivolta alla comunitร , come si capisce dallโ€™espressione ยซtuo fratelloยป che si ripete tre volte (ai vv. 41-42). In origine lโ€™evangelista deve aver attinto ad una possibile โ€œfonteโ€ dei detti di Gesรน โ€“ chiamata Q (dal tedesco Quelle, โ€œfonteโ€) โ€“ che era composta di detti, proverbi, esempi, e che sono il compendio dellโ€™etica di Gesรน. Si tratta della Legge del Messia, o, meglio, del nuovo modo di vivere nel Regno che รจ giร  qui. Cose difficili da mettere in pratica, ma che โ€“ come scrive anche Gรฉrard Rossรฉ โ€“ sono presenti anche nella letteratura giudaica e mondiale, e possono fondare la societร : rispondere al male col bene, trattare lโ€™altro con la regola dโ€™oro (come vorremmo essere trattati noi), pregare per lโ€™altro e correggere se stessi prima di correggere gli altri.

Il Discorso della pianura โ€“ come quello della montagna โ€“ รจ ciรฒ che meglio contraddistingue il cristiano dagli altri, o ciรฒ che dovrebbe caratterizzarlo: dal modo di vivere coi nemici, a quello di vivere coi fratelli della stessa fede.

La pagina del vangelo di oggi รจ composta di tre parabole o proverbi, o sentenze paraboliche: una sul cieco che pretende di guidare un altro cieco; una sulla pagliuzza nellโ€™occhio, e una sullโ€™albero che produce frutti.

I ciechi a guida di altri ciechi. La pagina si apre con una parabola o proverbio, su un cieco che non puรฒ guidare un altro cieco. Gesรน non ha nulla contro i non vedenti: ricordiamo la guarigione di diversi ciechi, come quello inviato alla piscina di Siloe, o quelli di Gericoโ€ฆ La questione รจ piuttosto su chi abbia di mira Gesรน: di chi sta parlando, ovvero chi รจ il โ€œciecoโ€ che pretende di guidare un altro cieco? Sono state avanzate tre possibili interpretazioni della parabola. La prima รจ che riguardi i fratelli che pensano di essere migliori degli altri, o i dottori nella comunitร  che pensano di essere piรน grandi del loro maestro. In tal modo si spiega anche il detto del v. 40: ยซUn discepolo non รจ piรน grande del maestroยป. Per altri, Gesรน si rivolgerebbe ai farisei, nei confronti dei quali โ€“ ma questo emerge particolarmente nel vangelo di Matteo โ€“ spesso avanza delle critiche: non per distruggerli, ma per correggerli, anzi ammettendo e accogliendo il fatto che sulla cattedra di Mosรจ ora si trovino loro con la grande responsabilitร  di interpretare la Legge ed educare (cf. Mt 23). Infine, piรน probabilmente queste parole sono per tutti i credenti, valgono cioรจ come un proverbio vale per tutti. Tutti i discepoli rischiano di perdere la vista, se giudicano e disprezzano lโ€™altro, magari soffermandosi su un dettaglio (la pagliuzza) e perdendo di vista i propri limiti.

La pagliuzza. La seconda sentenza parabolica riguarda la trave che spesso si trova nei nostri occhi, e che per la sua presenza ci deve impedire di dare giudizi avventati. Gesรน usa volutamente e volentieri un linguaggio forte, esagerato, con la tecnica spesso usata nel giudaismo dellโ€™iperbole: ovviamente, una trave non puรฒ stare in un occhio, ma una pagliuzza sรฌ.

Il significato di questa parabola รจ che prima di pretendere che lโ€™altro cambi, sarร  bene iniziare un cammino di conversione che ci permetta di vedere meglio. Questa sentenza di Gesรน rappresenta la prima regola della correzione fraterna, che dice come nelle relazioni รจ necessario guardare a se stessi, prima di giudicare gli altri. Le parole di Gesรน trovano qualche parallelo, si diceva, anche nella sapienza universale. Democrito, filosofo del V sec. a.C., scriveva: ยซMeglio correggere i propri errori, che quelli degli altriยป. Di Rabbi Tarfon, un rabbino del 100 d.C. circa, ci rimane un detto simile a quello di Gesรน: ยซSarei sorpreso di trovare qualcuno in questa generazione che accetta la correzione. Se qualcuno dice ad un altro โ€œTogli la pagliuzza dal tuo occhioโ€, questi risponderebbe โ€œTu prima togli la trave dal tuoโ€ยป. Come si vede, tante similitudini con il detto di Gesรน, che perรฒ ha una sua originalitร : invita a convertirsi, per poter poi aiutare lโ€™altro a fare altrettanto.

Lโ€™albero e i frutti. Ai versetti 43-45 si trova la metafora dellโ€™albero e dei frutti. Sono metafore prese a) dal mondo naturale, dallโ€™albero โ€œbelloโ€, o โ€œbuonoโ€ o dalla pianta di fico e quella della vite; b) dalla descrizione del corpo umano (v. 45). La prima metafora รจ chiara: cโ€™รจ un legame tra la pianta e il frutto che la pianta dร : da un albero selvatico vengono frutti marci, immangiabili. La relazione con lโ€™immagine che segue รจ piรน difficile, e probabilmente รจ stata fatta dalla tradizione, che ha unito alcuni detti di Gesรน riguardanti il mondo degli alberi: se prima buona doveva essere la pianta per dare un frutto buono, qui Gesรน parla di frutti che non vengono dai rispettivi alberi: fichi dalle spine e uva dai roviโ€ฆ

A chi si riferivano questi detti? Secondo alcuni, ancora, alla polemica tra Gesรน e i farisei, e Gesรน inviterebbe dunque i suoi discepoli a valutare la loro dottrina sulla base dei frutti che porta. E cosa implica il v. 45, sulla bocca che esprime quanto cโ€™รจ nel cuore? Un parallelo possibile รจ con quanto dice Gesรน in Mc 7, sul male o lโ€™impuritร  che non vengono dallโ€™esterno, ma dal cuore: ยซtutto ciรฒ che entra nellโ€™uomo dal di fuori non puรฒ renderlo impuro; ciรฒ che esce dallโ€™uomo rende impuro lโ€™uomoยป. Scrive G. Rossรฉ: ยซil rapporto tra il v. 45, sulla bocca e il cuore, e le metafore precedenti, ha favorito la loro associazione: i frutti manifestano la qualitร  dellโ€™albero, cosรฌ come le parole dellโ€™uomo rivelano il suo cuoreยป.

Come superare questi rischi? Come evitare di essere ciechi, di guardare solo alla pagliuzza nellโ€™occhio del fratello, o dare frutti cattivi? Purtroppo in questa domenica โ€“ ma possiamo farlo noi โ€“ non si legge la conclusione del Discorso della pianura, dove cโ€™รจ la risposta: Ascoltare la Parola di Gesรน e metterla in pratica, come lโ€™uomo che costruisce la casa sulla roccia.

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