padre Giovanni Vannucci – Commento al Vangelo per domenica 25 Aprile 2021

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IL BUON PASTORE1

Tra le tante voci che risuonano nel cuore della vita quella di Cristo rimane quasi sempre la meno ascoltata, la piรน respinta, la pietra scartata dai costruttori. Eppure su di essa e per mezzo di essa viene promossa e attuata la Redenzione.

A noi cristiani che ci consideriamo i costruttori del nuovo tempio, il testo di Gv 10, 11-18 pone una ben precisa domanda: ascoltiamo la voce del Buon Pastore, ci riconosciamo in essa?

Il Buon Pastore chiama per nome le sue pecorelle, e queste rispondono alla sua voce. Ciascuna risponde al nome che il Buon Pastore le ha dato, nessuna risponde per unโ€™altra, e a nessuna รจ stato dato lโ€™incarico di nominare le altre.

Questo fatto rivela il profondo tessuto della nuova umanitร  redenta: il Buon Pastore, quale madre per i propri figli, ha dato la vita alle e per le sue pecorelle, le ha concepite nellโ€™Eternitร , le ha nominate col loro nome essenziale, le ha fatte nascere nel tempo, e Lui solo le puรฒ nominare con il loro vero nome, che non รจ quello delle anagrafi. Le pecorelle, sentendosi chiamare con il loro nome, lo seguono, perchรฉ in esso scoprono il proprio mistero personale, il loro insostituibile compito nella vita. Il nome gridato dal Buon Pastore risveglia lโ€™io immortale di ciascuna, ne accende lโ€™essenza e le apre la via, senza violentarla, verso lโ€™ovile ove ciascuna sarร  se stessa e, insieme alle altre, danzerร  la gioia della ritrovata unitร  in Dio.

Il tessuto esteriore della nuova umanitร  che nasce da Cristo non puรฒ che essere una trama ordita da un rispetto amoroso per i singoli fili, ognuno dei quali viene percepito, nellโ€™esperienza profonda, come voluto e creato dal Buon Pastore.

Osservando invece lโ€™ordito storico della cristianitร , vediamo che alla voce del Buon Pastore e ai nomi da lui gridati si sono sostituite altre voci, altri nomi e in conseguenza la stoffa si รจ dilacerata. Perchรฉ le interpretazioni umane della voce di Cristo, le ideologie che attorno vi sono state costruite, le forme che affermano di trasmetterne il contenuto, sono lโ€™opera di altre voci che spesso rendono incomprensibile la voce del Buon Pastore che chiama.

Guardando bene gli orditi della veste inconsutile di Cristo, vediamo che essi non sono intessuti da fili formati dalla mano del Buon Pastore. Tutti o quasi si dicono pecorelle fedeli e seguaci di Lui, protestano di non voler riconoscere altro pastore che Lui, ma in quanti sentono e ascoltano la sua Voce? Quale voce sentiamo e ascoltiamo realmente nel nostro cuore, noi cristiani tutti, dal primo allโ€™ultimo? รˆ la domanda che ci interroga nel brano riportato dal vangelo di Giovanni attraverso la metafora del Buon Pastore.

Tra il piacere e il dovere, tra la facile soddisfazione e il sacrificio per il rispetto dellโ€™altro, tra la sete di potere che reclama tutto per sรฉ, anche il possesso esclusivo di Dio e del suo Cristo, e lโ€™amore umile e rispettoso che tutto dona e nulla vuole, quale preferiamo, amiamo e seguiamo? Quante volte preferiamo per ambizione, per debolezza, per cedimento al modo di pensare del gran numero, le voci umane a quella del Buon Pastore?

Eppure sentiamo, nei momenti piรน gravi della vita, lโ€™inanitร  delle altre voci, nessuna esclusa. Sentiamo per un infallibile senso del divino, che ogni luce, veramente grande e feconda, di vita si รจ accesa solamente lร  dove la voce del Buon Pastore รจ stata accolta e seguita, che nessuna grandezza รจ comparabile a quella che la voce del Buon Pastore indica e costruisce.

Solamente chi pienamente e veramente vive puรฒ udire la voce del Buon Pastore; mentre la nostra vita, ordinariamente, รจ mutilata di ciรฒ che le รจ assolutamente necessario: รจ unโ€™energia che si disperde non avendo in sรฉ la sorgente che la nutre e la rinnova. In noi cโ€™รจ una profonda disarmonia, per cui le varie forze si elidono e paralizzano a vicenda. In alcuni vivono i sensi e lo spirito dorme; in altri lavora e domina lโ€™intelletto e svolge la sua tela sullโ€™astratto, non vibra sullโ€™intensitร  piena e concreta del pensiero che si accende in sentimento e diviene volontร , attiva ed efficace; altri operano indefessamente, ma non sono illuminati dal pensiero, non sorretti dalla volontร  nutrita di conoscenze profonde, e lโ€™azione รจ piรน distruzione che costruzione e rinnovamento.

Accettiamo una formula, una definizione, una direttiva e in essi chiudiamo lโ€™immenso universo di Dio, che da nessuna mente รจ concepibile, da nessuna formula esprimibile nella sua vastitร . Poi neghiamo ogni formula o comportamento che non siano precisamente i nostri, o quelli che per imposizione accettiamo; respingiamo i nomi delle altre pecorelle perchรฉ non conformi a quelli che attribuiamo al Buon Pastore.

Siamo simili a chi dissolva il raggio solare nelle sue vane vibrazioni e affermi che il sole intero รจ contenuto in una sola di esse, a chi analizzi e disciolga un organismo nelle sue componenti e pretenda di trovare lโ€™intero organismo vivente in una di esse.

Cristo รจ lโ€™unitร , la vita nella sua infinita e ricca complessitร , lโ€™Espressione, la Parola, la Voce di Dio Uno. La sua voce รจ voce dellโ€™unitร : come intenderla, raccoglierla, realizzarla se rimaniamo nella nostra falsitร  di separazione e di morte?

1 Giovanni Vannucci, ยซIl Buon Pastoreยป – 4a domenica di Pasqua – Anno B; in Verso la luce, 1a ed. Centro studi ecumenici Giovanni XXIII, Sotto il Monte (BG) ed. CENS, Milano 1984; Pag. 78-81.

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