Alle ore 9 di oggi, nella Cappella Redemptoris Mater, alla presenza del Santo Padre Francesco, il Predicatore della Casa Pontificia, P. Raniero Cantalamessa, O.F.M. Cap., ha tenuto la seconda Predica di Avvento sul tema:
โBeviamo, sobri, lโebbrezza dello Spiritoโ
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Continuiamo le nostre riflessioni sullโopera dello Spirito Santo nella vita della Chiesa e del cristiano. San Paolo menziona un carisma particolare dello Spirito chiamato โdiscernimento degli spiritiโ (1 Cor 12, 10). Allโorigine, questa espressione ha un senso ben preciso: indica il dono che permette di distinguere, tra le parole ispirate o profetiche pronunciate durante unโassemblea, quelle che vengono dallo Spirito di Cristo da quelle che provengono da altri spiriti e cioรจ o dallo spirito dellโuomo, o dallo spirito demoniaco, o dallo spirito del mondo.
Anche per lโevangelista Giovanni questo รจ il senso fondamentale. Il discernimento consiste nel โmettere alla prova le ispirazioni per saggiare se provengono veramente da Dioโ (1 Gv 4,1-6). Per Paolo il criterio fondamentale di discernimento รจ la confessione di Cristo come โSignoreโ (1 Cor 12, 3); per Giovanni รจ la confessione che Gesรน โรจ venuto nella carneโ, cioรจ lโincarnazione. Giร con lui il discernimento comincia ad essere usato in funzione teologica, come criterio per discernere le vere dalle false dottrine, lโortodossia dallโeresia, ciรฒ che diventerร centrale in seguito.
1. Il discernimento nella vita ecclesiale
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Esistono due campi in cui si deve esercitare questo dono del discernimento della voce dello Spirito: quello ecclesiale e quello personale. Nel campo ecclesiale, il discernimento degli spiriti รจ esercitato in modo autorevole dal magistero, che deve perรฒ tener conto, tra gli altri criteri, anche del โsenso dei fedeliโ, il โsensus fideliumโ.
Vorrei soffermarmi su un punto in particolare che puรฒ essere di aiuto nella discussione in atto nella Chiesa su alcuni problemi particolari. Si tratta del discernimento dei segni dei tempi. Il concilio ha dichiarato:
โร dovere permanente della Chiesa di scrutare i segni dei tempi e di interpretarli alla luce del vangelo, cosรฌ che, in un modo adatto a ciascuna generazione, possa rispondere ai perenni interrogativi degli uomini sul senso della vita presente e futura e sul loro reciproco rapportoโ .
Eโ chiaro che se la Chiesa deve scrutare i segni dei tempi alla luce del Vangelo, non รจ per applicare ai โtempiโ, cioรจ alle situazioni e ai problemi nuovi che emergono nella societร , i rimedi e le regole di sempre, bensรฌ per dare ad essi risposte nuove, โadatte ad ogni generazioneโ, come dice il testo appena citato del concilio. La difficoltร che si incontra su questo cammino โ e che va presa in tutta la sua serietร โ รจ la paura di compromettere lโautoritร del magistero, ammettendo dei cambiamenti nei suoi pronunciamenti.
Cโรจ una considerazione che puรฒ aiutare, credo, a superare, in spirito di comunione, questa difficoltร . Lโinfallibilitร che la Chiesa e il Papa rivendicano per sรฉ, non รจ certamente di un grado superiore a quella che viene attribuita alla stessa Scrittura rivelata. Ora lโinerranza biblica assicura che lo Scrittore sacro esprime la veritร nel modo e nel grado in cui essa poteva essere espressa nel momento in cui scrive. Vediamo che molte veritร si formano lentamente e progressivamente, come quella dellโaldilร e della vita eterna. Anche nellโambito morale, molti usi e leggi anteriori vengono, in seguito, abbandonate per fare posto a leggi e criteri piรน rispondenti allo spirito dellโAlleanza. Un esempio tra tutti: nellโEsodo, si afferma che Dio punisce le colpe dei padri nei figli (cf. Es 34, 7), ma Geremia ed Ezechiele diranno il contrario e cioรจ che Dio non punisce le colpe dei padri nei figli, ma che ognuno dovrร rispondere delle proprie azioni (cf. Ger 31, 29-30; Ez 18, 1 ss.).
NellโAntico Testamento il criterio in base al quale si superano delle prescrizioni anteriori รจ quello di una migliore comprensione dello spirito dellโAlleanza e della Torah; nella Chiesa il criterio รจ quello di una continua rilettura del Vangelo alla luce delle domande nuove ad esso poste. โScriptura cum legentibus crescitโ, diceva san Gregorio Magno: la Scrittura cresce con coloro che la leggono .
Ora noi sappiamo che la regola costante dellโagire di Gesรน nel Vangelo, in fatto di morale, si riassume in poche parole: โNo al peccato, sรฌ al peccatoreโ. Nessuno รจ piรน severo di lui nel condannare la ricchezza iniqua, ma si autoinvita a casa di Zaccheo e con il suo semplice andargli incontro lo cambia. Condanna lโadulterio, perfino quello del cuore, ma perdona lโadultera e le ridร speranza; riafferma lโindissolubilitร del matrimonio, ma si intrattiene con la Samaritana che aveva avuto cinque mariti e le rivela il segreto che non aveva detto a nessun altro, in modo cosรฌ esplicito: โ Sono io (il Messia) che ti parloโ (Gv 4, 26).
Se ci domandiamo come si giustifica teologicamente una distinzione cosรฌ netta tra peccato e peccatore, la risposta รจ semplicissima: il peccatore รจ una creatura di Dio, fatta a sua immagine, e conserva la propria dignitร , nonostante tutte le aberrazioni; il peccato, al contrario, non รจ opera di Dio, non viene da lui, ma dal nemico. ร lo stesso motivo per cui Cristo si รจ fatto in tutto simile a noi, โfuorchรฉ nel peccatoโ (cf. Ebr 4,15).
Un fattore importante per assolvere questo compito di discernimento dei segni dei tempi รจ la collegialitร dei vescovi. Essa, dice un testo della Lumen gentium, consente โdi decidere in comune tutte le questioni piรน importanti, mediante una decisione che lโopinione dellโinsieme permette di equilibrareโ . Lโesercizio effettivo della collegialitร apporta al discernimento e alla soluzione dei problemi la varietร delle situazioni locali e dei punti di vista, le luci e i doni diversi, di cui ogni chiesa e ogni vescovo รจ portatore.
Abbiamo una commovente illustrazione di ciรฒ proprio nel primo โconcilioโ della Chiesa, quello di Gerusalemme. Lรฌ si diede ampio spazio ai due punti di vista in contrasto, quello dei giudaizzanti e quello favorevole allโapertura ai pagani; ci fu una โaccesa discussioneโ, ma alla fine questo consentรฌ loro di annunciare le decisioni con quella straordinaria formula: โAbbiamo deciso lo Spirito Santo e noiโฆโ (At 15, 6 ss.).
Si vede da qui come lo Spirito guida la Chiesa in due modi diversi: a volte direttamente e carismaticamente, attraverso rivelazione e ispirazione profetica; altre volte, collegialmente, attraverso il paziente e difficile confronto, e perfino il compromesso, tra le parti e i punti di vista diversi. Il discorso di Pietro il giorno di Pentecoste e in casa di Cornelio รจ molto diverso da quello fatto in seguito, per giustificare la sua decisione davanti agli anziani (cf. At 11, 4-18; 15, 14); il primo รจ di tipo carismatico, il secondo รจ di tipo collegiale.
Bisogna dunque avere fiducia nella capacitร dello Spirito di operare, alla fine, lโaccordo, anche se a volte puรฒ sembrare che lโintero processo sfugga di mano. Ogni volta che i pastori delle Chiese cristiane, a livello locale o universale, si riuniscono per fare discernimento o prendere decisioni importanti, dovrebbe esserci nel cuore di ognuno la fiduciosa certezza che il Veni creator ha racchiuso nei nostri due versi: Ductore sic te praevio โ vitemus omne noxium, โcon te che ci fai da guida, eviteremo ogni maleโ.
2. Il discernimento nella vita personale
Passiamo ora al discernimento nella vita personale. Come carisma applicato ai singoli, il discernimento degli spiriti ha subito nei secoli una notevole evoluzione. Allโorigine, abbiamo visto, il dono doveva servire a discernere le ispirazioni altrui, di coloro che avevano parlato o profetizzato nellโassemblea; in seguito, esso รจ servito soprattutto a discernere le proprie ispirazioni.
Lโevoluzione non รจ arbitraria; si tratta infatti dello stesso dono, anche se applicato a oggetti diversi. Gran parte di quello che gli autori spirituali hanno scritto intorno al โdono del consiglioโ, si applica anche al carisma del discernimento. Per mezzo del dono, o carisma, del consiglio, lo Spirito Santo aiuta a valutare le situazioni e orientare le scelte, non solo in base a criteri di saggezza e prudenza umana, ma anche alla luce dei principi soprannaturali della fede.
Il primo e fondamentale discernimento degli spiriti รจ quello che permette di distinguere โlo Spirito di Dioโ dallo โspirito del mondoโ (cf. 1 Cor 2, 12). San Paolo dร un criterio oggettivo di discernimento, lo stesso che aveva dato Gesรน: quello dei frutti. Le โopere della carneโ rivelano che un certo desiderio viene dallโuomo vecchio peccaminoso; โi frutti dello Spiritoโ rivelano che viene dallo Spirito (cf. Gal 5, 19-22). โLa carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carneโ (Gal 5, 17).
A volte questo criterio oggettivo non basta perchรฉ la scelta non รจ tra bene e male, ma รจ tra un bene e un altro bene e si tratta di vedere qual รจ la cosa che Dio vuole, in una precisa circostanza. Fu soprattutto per rispondere a questa esigenza che santโIgnazio di Loyola sviluppรฒ la sua dottrina sul discernimento. Egli invita a guardare soprattutto una cosa: le proprie disposizioni interiori, le intenzioni (gli โspiritiโ) che stanno dietro una certa scelta. In ciรฒ egli si inserisce in una tradizione giร affermata. Un autore medievale aveva scritto:
โChi mai puรฒ esaminare le ispirazioni, se vengono da Dio, se non gli รจ stato dato da Dio il loro discernimento, cosรฌ da poter esaminare esattamente e con retto giudizio i pensieri, le disposizioni, le intenzioni dello spirito? Il discernimento รจ come la madre di tutte le virtรน ed รจ necessario a tutti nel guidare la vita, sia propria che altruiโฆQuesto รจ dunque il discernimento: lโunione del retto giudizio e della virtuosa intenzioneโ .
SantโIgnazio ha suggerito dei mezzi pratici per applicare questi criteri . Uno รจ questo. Quando si รจ davanti a due possibili scelte, giova soffermarsi prima su una, come se si dovesse senzโaltro seguire quella, rimanere in tale stato per un giorno o piรน; quindi valutare le reazioni del cuore di fronte a tale scelta: se dร pace, se si armonizza con il resto delle proprie scelte; se qualcosa dentro di te ti incoraggia in quella direzione, o al contrario se la cosa lascia un velo di inquietudine. Ripetere il processo con la seconda ipotesi. Il tutto in un clima di preghiera, di abbandono alla volontร di Dio, di apertura allo Spirito Santo.
Alla base del discernimento in santโIgnazio di Loyola, cโรจ la dottrina della โsanta indifferenzaโ. Essa consiste nel porsi in uno stato di totale disponibilitร ad accogliere la volontร di Dio, rinunciando, in partenza, a ogni preferenza personale, come una bilancia pronta a inclinarsi dal lato dove sarร il peso maggiore. Lโesperienza della pace interiore diventa cosรฌ il criterio principale in ogni discernimento. ร da ritenersi conforme al volere di Dio, la scelta, che dopo prolungata ponderazione e preghiera, รจ accompagnata da maggior pace del cuore.
In fondo si tratta di mettere in pratica il vecchio consiglio che il suocero Ietro diede a Mosรจ: โpresentare le questioni a Dioโ e attendere in preghiera la sua risposta (cf. Es 18, 19). Una abituale disposizione di fondo a fare, in ogni caso, la volontร di Dio, รจ la condizione piรน favorevole per un buon discernimento. Gesรน diceva: โIl mio giudizio รจ giusto, perchรฉ non cerco la mia volontร , ma la volontร di colui che mi ha mandatoโ (Gv 5, 30).
Il pericolo di alcuni modi moderni di intendere e praticare il discernimento รจ di accentuare a tal punto gli aspetti psicologici, da dimenticare lโagente primario di ogni discernimento che รจ lo Spirito Santo. Lโevangelista Giovanni vede, come fattore decisivo nel discernimento, โlโunzione che viene dal Santoโ (1 Gv 2,20). Anche santโIgnazio ricorda che in certi casi รจ solo lโunzione dello Spirito Santo che permette di discernere ciรฒ che รจ da farsi . Cโรจ una profonda ragione teologica di ciรฒ. Lo Spirito Santo รจ lui stesso la volontร sostanziale di Dio e quando entra in unโanima โsi manifesta come la volontร stessa di Dio per colui nel quale si trovaโ .
Il discernimento non รจ, nel suo fondo, nรฉ unโarte, nรฉ una tecnica, ma un carisma, cioรจ un dono dello Spirito! Gli aspetti psicologici hanno una grande importanza, ma โsecondariaโ, vengono cioรจ in secondo luogo. Un Padre antico scriveva:
โPurificare lโintelletto รจ solo dello Spirito SantoโฆBisogna dunque con ogni mezzo, soprattutto con la pace dellโanima, far โriposareโ su noi lo Spirito Santo, per avere presso di noi, sempre accesa, la lampada della conoscenza. Se essa splende senza interruzione nei recessi dellโanima, non solo i meschini e tenebrosi assalti dei demoni divengono manifesti allโintelletto, ma restano anche del tutto privi di forza, smascherati, come sono, da quella santa e gloriosa luce. Per questo lโApostolo dice: Non spegnete lo Spirito (1 Ts 5,19)โ .
Lo Spirito Santo non diffonde, abitualmente, nellโanima questa sua luce in modo miracoloso e straordinario, ma molto semplicemente, attraverso la parola della Scrittura. I piรน importanti discernimenti della storia della Chiesa sono avvenuti cosรฌ. Fu ascoltando la parola del vangelo: โSe vuoi essere perfettoโฆโ, che Antonio capรฌ quello che doveva fare e iniziรฒ il monachesimo.
Fu nello stesso modo che Francesco dโAssisi ricevette la luce per iniziare il suo movimento di ritorno al vangelo. โDopo che il Signore mi diede dei frati -scrive nel suo Testamento- nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi rivelรฒ che dovevo vivere secondo la forma del santo vangeloโ. Glielo rivelรฒ ascoltando, durante una Messa, il brano evangelico in cui Gesรน dice ai discepoli di andare per il mondo โsenza prendere nulla per il viaggio: nรฉ bastone nรฉ bisaccia, nรฉ pane, nรฉ denaro, nรฉ due tunicheโ (cf. Lc 9,3) .
Ricordo io stesso un piccolo caso del genere. Un uomo venne da me durante una missione, presentandomi il suo problema. Aveva un ragazzo di undici anni non ancora battezzato. โSe lo battezzo, diceva, succede un dramma in famiglia, perchรฉ mia moglie si รจ fatta testimone di Geova e non vuole sentire parlare di battezzarlo nella Chiesa; se non lo battezzo, non mi sento tranquillo in coscienza, perchรฉ quando ci siamo sposati eravamo tutti e due cattolici e abbiamo promesso di battezzare i nostri figliโ. Un caso classico di discernimento. Gli dissi di tornare il giorno dopo, per darmi tempo di pregare e riflettere. Lโindomani lo vedo venirmi incontro radioso e dirmi: โHo trovato la soluzione, padre. Ho letto nella mia Bibbia lโepisodio di Abramo e ho visto che quando Abramo portรฒ a immolare suo figlio Isacco, non disse nulla a sua moglie!โ. La parola di Dio lo aveva illuminato meglio di ogni consigliere umano. Battezzai io stesso il ragazzo e fu una grande gioia per tutti.
Accanto allโascolto della Parola, la pratica piรน comune per esercitare il discernimento a livello personale รจ lโ esame di coscienza. Esso perรฒ non dovrebbe essere limitato alla sola preparazione alla confessione, ma diventare una capacitร costante di mettersi sotto la luce di Dio e lasciarsi โscrutareโ nellโintimo da lui. A causa di un esame di coscienza non praticato o non fatto per bene, anche la grazia della confessione diventa problematica: o non si sa cosa confessare, oppure รจ caricata troppo di un peso psicologico e pedagogico, cioรจ indirizzata solo al miglioramento della vita. Un esame di coscienza ridotto soltanto alla preparazione alla confessione fa individuare alcuni peccati, ma non porta a una relazione autentica, a tu per tu con Cristo. Diventa facilmente un elenco di imperfezioni, confessate per sentirsi piรน a posto, senza quellโ atteggiamento di reale pentimento che fa sperimentare la gioia di avere in Gesรบ โun cosรฌ grande Redentoreโ.
3. Lasciarsi guidare dallo Spirito Santo
Il frutto concreto di questa meditazione deve essere una rinnovata decisione di affidarci in tutto e per tutto alla guida interiore dello Spirito Santo, come per una sorta di โdirezione spiritualeโ. Eโ scritto che โquando la nube sโinnalzava e lasciava la Dimora, gli israeliti levavano lโaccampamento, e se la nube non si innalzava, essi non partivanoโ (Es 40, 36-37). Anche noi, non dobbiamo intraprendere nulla, se non รจ lo Spirito Santo, (di cui la nuvola, secondo i Padri, era figura ), a muoverci e senza averlo consultato prima di ogni azione.
Ne abbiamo il piรน luminoso esempio nella vita stessa di Gesรน. Egli non intraprese mai nulla senza lo Spirito Santo. Con lo Spirito Santo andรฒ nel deserto; con la potenza dello Spirito Santo ritornรฒ e iniziรฒ la sua predicazione; โnello Spirito Santoโ si scelse i suoi apostoli (cf At 1,2); nello Spirito pregรฒ e offrรฌ se stesso al Padre (cf. Eb 9, 14).
Dobbiamo guardarci da una tentazione: quella di voler dare consigli allo Spirito Santo, anzichรฉ riceverli. โChi ha diretto lo Spirito del Signore e come suo consigliere gli ha dato suggerimenti?โ (Is 40,13). Lo Spirito Santo dirige tutti, e non รจ diretto da nessuno; guida, non รจ guidato. Cโรจ un modo sottile di suggerire allo Spirito Santo quello che dovrebbe fare con noi e come dovrebbe guidarci. A volte, addirittura, prendiamo noi delle decisioni e le attribuiamo con disinvoltura allo Spirito Santo.
San Tommaso dโAquino parla di questa conduzione interiore dello Spirito come di una specie di โistinto proprio dei giustiโ: โCome nella vita corporale, scrive, il corpo non รจ mosso se non dallโanima che lo vivifica, cosรฌ nella vita spirituale ogni nostro movimento dovrebbe provenire dallo Spirito Santoโ . ร cosรฌ che agisce la โlegge dello Spiritoโ; questo รจ ciรฒ che lโApostolo chiama un โlasciarsi guidare dallo Spiritoโ (Gal 5,18).
Dobbiamo abbandonarci allo Spirito Santo come le corde dellโarpa alle dita di chi le muove. Come bravi attori, tenere lโorecchio proteso alla voce del suggeritore nascosto, per recitare fedelmente la nostra parte nella scena della vita. ร piรน facile di quanto si pensi, perchรฉ il nostro suggeritore ci parla dentro, ci insegna ogni cosa, ci istruisce su tutto. Basta a volte una semplice occhiata interiore, un movimento del cuore, una preghiera. Di un santo vescovo del II secolo, Melitone di Sardi, si legge questo bellโelogio che vorrei si potesse fare di ognuno di noi dopo morte: โNella sua vita fece ogni cosa nello Spirito Santoโ .
Concludiamo recitando la strofa del Veni creator che piรน direttamente ci parla della guida dello Spirito Santo:
Hostem repellas longius
Pacemque dones protinus
Ductore sic te praevio
Vitemus omne noxiumAllontana da noi il nemico
Donaci presto la pace.
Con te che ci fai da guida
Eviteremo ogni male. Cosรฌ sia!
1.Gaudium et spes, 4.
2.S. Gregorio Magno, Omelie su Ezechiele 1.7, 8 (CCC 94).
3.Lumen gentium, 22.
4.Baldovino di Canterbury, Trattati, 6 (PL 204, 466).
5.Cf. S. Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali, quarta settimana (ed. BAC, Madrid 1963, pp. 262 ss).
6.Cf. G. Bottereau, Indifference, in โDictionnaire de Spiritualitรฉ , vol 7, coll. 1688 ss
7.S. Ignazio di Loyola, Costituzioni, 141. 414 (ed. cit., pp. 452.503).
8.Cf. Guglielmo di St. Thierry, Lo specchio della fede, 61 (SCh 301, p. 128).
9.Diadodo di Fotica, Cento capitoli, 28 (SCh 5, pp. 87 ss.).
10.Celano, Vita prima, 22 (FF, 356).
11.S. Ambrogio, Sullo Spirito Santo, III, 4, 21; Sui sacramenti, I, 6, 22.
12.S. Tommaso dโAquio, Sulla lettera ai Galati, c.V, lez.5, n.318; lez. 7, n. 340.
13.Eusebio di Cesarea, Storia ecclesiastica, V, 24, 5.
