p. Lorenzo Montecalvo – Commento al Vangelo del giorno – 10 Marzo 2020

Oggi Gesù parla a noi del clero senza mezzi termini.

Cosa ci sta dicendo? Anzitutto che dobbiamo praticare quello che insegniamo per esseri dei veri maestri. Se insegniamo che il cristiano è chiamato a perdonare, noi del clero non dobbiamo scandalizzare i nostri fedeli quando vengono a sapere che noi non rivolgiamo il saluto a qualcuno della parrocchia perché ci ha offeso. Se noi insegniamo che il cristiano non deve amare il lusso, non possiamo possedere una macchina lussuosa che un operaio, padre di famiglia, non può permettersi di possedere.

Cosa altro ci dice il Signore? Ci dice che la dobbiamo smettere di farci chiamare con titoli onorifici (don..monsignore… eccellenza…eminenza). Noi siamo servi e non padroni. Il mondo ama i titoli onorifici, ma i cristiani si fanno chiamare per nome. Quando San Paolo scriveva le lettere alle sue comunità le firmava semplicemente con “PAOLO”.

Cos’altro ci dice il Signore? Ci dice che la Chiesa non è piramidale, ma è rotonda. Quando si è seduti intorno a una mensa che è rotonda tutti sono uguali.

Con l’Editto di Costantino molti riti e costumi pagani entrarono a far parte della liturgia e vita della Chiesa. Il Concilio Vaticano ll ha liberato dalla liturgia e vita dalla Chiesa molti riti e costumi pagani. Ma bisogna stare attenti che il nuovo clero non metta di nuovo il vecchio nella liturgia e vita ecclesiale.

Infine Gesù ci esorta a toglierci la maschera dell’ipocrisia. Il clero deve impegnarsi ad essere santo e non apparire tale. Il presbiterio è un luogo sacro e non un palcoscenico. Amen. Amen.

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