Non รจ cosa facile riconoscere le nostre vere ricchezze ed essere disponibili a perderle in nome di Colui che รจ vera ricchezza nella povertร .
Tempo fa mi trovavo in una riunione di religiosi dove ci si comunicava fraternamente cosa significava per ognuno essere disponibili. La domanda era: cosa significa per me disponibilitร , cosa รจ disponibilitร dehoniana oggi? ร stato bello perchรฉ ognuno esprimeva quanto aveva in cuore liberamente senza nascondersi dietro i massimi sistemi.
La sinceritร della comunicazione ad un certo punto perรฒ รจ andata in tilt perchรฉ emergeva continuamente la ricchezza di ognuno dei partecipanti. Ed รจ andata in tilt quando la discussione ha cominciato a vertere sul quanto ognuno di noi poteva essere disponibile per il regno e per la chiesa.
La risposta era: io sono disponibile solo per realtร dove cโรจ la vita e non dove cโรจ la morte; ci sto se una cosa ha futuro, non ci sto se non ne ha; se una comunitร รจ viva allora ci sto a viverci dentro diversamente no!
Tutte posizioni rispettabili e anche giuste sotto un punto di vista, ma profondamente antievangeliche sotto un altro punto di vista.
Infatti se non siamo disponibili a morire per realtร dove cโรจ la morte e dove cโรจ bisogno di portare la vita, che discepoli di Cristo siamo? A cosa serviamo?
Ad un certo punto sono intervenuto dicendo: conosco un certo cretino di nome Gesรน Cristo, che รจ morto in Croce! Grazie a Dio erano tutte persone che erano attente e profondamente in ascolto ed hanno colto la provocazione non tanto come una negazione della necessitร di mediazione che abbiamo, ma come invito a fare un passo in piรน.
La nostra disponibilitร per il Regno non puรฒ essere misurata col bilancino, ma deve essere totale. Una totalitร che รจ comunque misurata sulla mia capacitร di relazione con il Cristo, ma comunque sempre totale. Una totalitร che non puรฒ mai essere definitiva ma che, proprio perchรฉ totale, deve essere capace di lasciarsi provocare ulteriormente dal vangelo e dalle realtร scabrose che ogni giorno incontriamo, per potere andare oltre, per potere sentire lo slancio verso qualcosa di piรน grande, per lasciarsi toccare da qualcosa che รจ piรน di quello che siamo e che diventa un lanciare la nostra vita verso un orizzonte che non ci appartiene se non come anelito. Un orizzonte che รจ Cristo e che รจ di Cristo.
La ricchezza di quel gruppo, a cui noi come gruppo eravamo chiamati a rinunciare, era la ragionevolezza delle nostre posizioni che faceva a pugni con la non ragionevolezza del vangelo.
Dunque se vogliamo costruire qualche cosa che sia vero e che sia Regno, รจ importante che facciamo i conti con le nostre forze e coi nostri mezzi. Fare questo significa riuscire a valutare quanto le ricchezze povere di Cristo siano assimilate nel nostro DNA e quanto le stesse invece non lo sono. Sono le ricchezze povere di Cristo che ci possono permettere di portare a termine certe imprese a servizio del Regno, non sono le nostre povere ricchezze.
Essere a servizio del Regno significa essere a servizio dellโuomo, del povero e se non abbiamo la durezza del volto di Cristo flagellato in noi, finiamo per lasciare a metร la nostra impresa anzichรฉ spingerla in avanti e portarla avanti.
Affiliamo le armi di Cristo in noi per iniziare la battaglia e per portarla avanti. Armi di veritร e sinceritร , armi di misericordia e di perdono, armi di povertร e di perdere il proprio io portando la propria croce. Armi che rendono possibile la sequela fino alla morte, armi povere agli occhi del mondo, ma efficaci agli occhi del Signore della storia.
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