p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 7 Febbraio 2020

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Chi รจ Gesรน per Erode? Sembra essere centrale in questo brano di vangelo questa domanda. In realtร  questa domanda, per Erode, scopre un mondo che manifesta chi Erode รจ: un tiranno burattino nelle mani di Erodiade.

Erode, alla domanda su chi รจ Gesรน, vede in Lui il Battista redivivo, una visione che gli rode dentro e lo porta a pensare a ciรฒ che non voleva piรน pensare. Sappiamo bene che โ€œle radici dellโ€™occhio stanno nel cuoreโ€, come ci ricorda Guardini. Per questo, volenti o nolenti, coscienti oppure no, noi interpretiamo tutto quello che vediamo alla luce di ciรฒ che abita la nostra interioritร . Questo fatto puรฒ essere una cosa bella oppure puรฒ essere una cosa che ci crea non pochi problemi, dipende da cosa cโ€™รจ in noi. Proviamo a riflettere: Erode riteneva Giovanni uomo giusto e santo, eppure prima lo aveva imprigionato e poi ucciso. Il fantasma di quellโ€™uomo giusto santo continuava a perseguitarlo e ora, grazie al suo senso di colpa, gli sembrava che riprendesse carne e ossa!

Erode aveva ucciso Giovanni Battista suo malgrado: cosรฌ quasi per gioco, durante un banchetto fatto in suo onore, a motivo di un giuramento in cui Erode lโ€™aveva sparata grossa. Per questo del Battista Gesรน dirร  che gli hanno fatto come hanno voluto, come capiterร  la stessa cosa a Gesรน e a tanti innocenti e buoni della terra. Battista vittima di Erode il quale, a sua volta, รจ vittima di ciรฒ che altri vogliono: Erode un tiranno da strapazzo. Erode che ascoltava volentieri il Battista, vittima della tirannia, diventa a sua volta vittima del gioco perverso in cui si รจ cacciato acconsentendo ai capricci del suo io malato.

Il re si atteggia a padrone, ma di questi padroni che dominano il mondo, democraticamente o meno poco importa, non se ne vede traccia di uno che cerchi il bene comune, il bene del mondo: sembrano essere tutti schiavi di qualcun altro, non fossโ€™anche che delle preferenze che le agenzie specializzate sfornano ad ogni piรจ sospinto. Agenzie che nessuno controlla ma che debbono pur far qualcosa se vogliono portare a casa lo stipendio. Erode si atteggia a padrone ma padrone non รจ: รจ in mano ad Erodiade che aveva voluto accanto a sรฉ e che gli imponeva la sua volontร , manipolando la situazione, fino a doversi mostrare padrona di fronte ai commensali della festa, fino a comandare la morte del Battista.

Erode รจ simbolo della rovina del potere. Manifesta il suo essere vittima del suo conflitto interiore dal quale non esce perchรฉ deve salvare la propria immagine. Questo mentre Erodiade, in disparte, tiene in mano le redini degli eventi ottenendo ciรฒ che da tempo vuole: la testa del Battista cosรฌ che taccia per sempre. Il Battista deve essere messo a tacere perchรฉ la regina, dice il Battista, รจ determinata da una perversitร  che la domina ma che non vuole ammettere, neanche di fronte alle parole del profeta.

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Cosรฌ vediamo come il potere rovina, non ti lascia andare nudo per le strade della vita ad essere evangelo. Erodiade, senza tanti scrupoli, vuole portare a compimento il suo piano anche abusando delle persone che dipendono da lei. Usa la figlia, totalmente dipendente da lei, pur di arrivare dove lei vuole. Madre perversa che usa la figlia per i propri scopi: altro che amore materno! Questa figlia รจ talmente schiava della madre che fa passare per suo il volere della madre. In realtร  questa figlia puรฒ mettere di suo solo che la testa del Battista sia messa su di un vassoio. La tragicommedia รจ compiuta: lโ€™irresponsabilitร  di cui dร  prova la rende complice di un dramma di cui non ne ha coscienza fino in fondo, eppure ne diventa complice.

Credo che possiamo riconoscere il nostro essere esseri divisi! Nel nostro quotidiano siamo prede di sentimenti contrastanti. Tentati dallโ€™orgoglio e incapaci di pentimento, cadiamo in una compiacenza di bassa lega dove di veritร  nostra e dellโ€™altro, di bene e di bello, ce ne รจ ben poco. Lโ€™incapacitร  di cura vera ci porta a farci del male e a divenire complici del male. Usiamo gli altri per farla pagare non per crescere nel bello e nel bene. Il vangelo, che ci manda nudi ad annunciarlo, รจ invito costante per illuminare la nostra coscienza invitandoci a sottrarci a certi giochi riconoscendoli maligni, a resistere alle malie del potere, a scegliere il bello della vita in libertร  di cuore.

Fonte

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI


Quel Giovanni che io ho fatto decapitare, รจ risorto.
Dal Vangelo secondo Marco Mc 6, 14-29 In quel tempo, il re Erode sentรฌ parlare di Gesรน, perchรฉ il suo nome era diventato famoso. Si diceva: ยซGiovanni il Battista รจ risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigiยป. Altri invece dicevano: ยซรˆ Elรฌaยป. Altri ancora dicevano: ยซรˆ un profeta, come uno dei profetiยป. Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: ยซQuel Giovanni che io ho fatto decapitare, รจ risorto!ยป. Proprio Erode, infatti, aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodรฌade, moglie di suo fratello Filippo, perchรฉ lโ€™aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: ยซNon ti รจ lecito tenere con te la moglie di tuo fratelloยป. Per questo Erodรฌade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perchรฉ Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nellโ€™ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne perรฒ il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i piรน alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dellโ€™esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodรฌade, danzรฒ e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: ยซChiedimi quello che vuoi e io te lo darรฒยป. E le giurรฒ piรน volte: ยซQualsiasi cosa mi chiederai, te la darรฒ, fosse anche la metร  del mio regnoยป. Ella uscรฌ e disse alla madre: ยซChe cosa devo chiedere?ยป. Quella rispose: ยซLa testa di Giovanni il Battistaยป. E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: ยซVoglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battistaยป. Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandรฒ una guardia e ordinรฒ che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andรฒ, lo decapitรฒ in prigione e ne portรฒ la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro. Parola del Signore

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