Gesรน continua a presentarsi a noi, come Colui che compie la Legge, trasgredendola se necessario.
Per molti popoli mangiare la carne, il cuore, il fegato del nemico ucciso รจ un modo per appropriarsi del suo spirito e della sua forza. Bere il sangue รจ prendere la vita dellโaltro e unire il sangue di due persone, รจ mezzo per creare fratellanza, un patto di fratellanza.
Ora, per la Legge, era proibito bere qualsiasi tipo di sangue. Fosse esso di animale o di persona. Perchรฉ il sangue รจ segno di vita e la vita appartiene solo a Dio. Ne consegue che ogni vita, che tutta la vita del creato appartiene a Dio. Lโuomo ne ha solo lโusufrutto non ne ha la proprietร . Astenersi dal sangue significa, dunque, negare il proprio desiderio di potere sullโaltro, di potere sulla vita: significa accettare la signoria di Dio.
Gesรน trasgredisce questo comando della Legge facendosi carne e sangue per la vita. Ci invita non a diventare possessori della vita e del creato, ma ricevitori di vita e donatori di vita.
Questo dunque รจ credere in Gesรน: mangiare la sua carne e bere il suo sangue, per avere la vita eterna. Fare questo non ci rende possessori del suo dono, non ce lโabbiamo in mano: semplicemente รจ diventato noi, rendendoci Lui. Ci rende discepoli, cioรจ persone rese capaci di dono.
Mangiando Lui diventiamo Lui, bevendo Lui riceviamo la sua vita, il suo Spirito. Mangiando e bevendo Lui, diventiamo suoi discepoli, persone capaci di donare tutto noi stessi ai fratelli: questo รจ credere, questa รจ vita eterna.
Possiamo comprendere come la vita cristiana non sia tanto unโidea ma una persona, una persona donata, mangiata e bevuta.
Capiamo come la comunione che noi mangiamo nellโeucaristia sia appunto un gesto di comunione con Dio e con lโumanitร . Capiamo come attraverso la comunione, avvenga il grande miracolo della vita: unโidea, quella del dono e dellโamore di Dio per noi e per i fratelli, viene semplicemente mangiata diventando noi e rendendoci amore di Dio.
Lโuomo รจ ciรฒ che mangia, diceva il filosofo Hobbes. Questo รจ quanto avviene ogni giorno: noi diventiamo secondo quello di cui ci cibiamo. Il cibo che prendiamo a tavola, ma anche e soprattutto il cibo che prendiamo per strada, nella Parola, nei sentimenti, nelle relazioni, ci nutre e ci cambia.
Lโidea del dono di Dio allโuomo diventa carne, mangiando la quale noi avviamo una rivoluzione. Se potessi mangiare unโidea avrei fatto la mia rivoluzione, cantava Gaber. Il Signore ci invita al banchetto della vita per cominciare in noi questa rivoluzione, una rivoluzione che รจ la rivoluzione dellโamore e del dono. Non piรน possessori di vita, ma posseduti dalla Vita. Non piรน ladri di carne e di sangue, ma posseduti dalla Carne e dal Sangue del Figlio, possesso che altro non รจ che fede che diventa Vita eterna in noi donata, vita eterna tramite noi condivisa.
Questo รจ essere suoi discepoli: mangiando Lui vivremo con Lui, per Lui, in Lui. Per questo โchi mangia questo Pane โ che รจ la mia carne e il mio sangue โ vivrร in eternoโ.
La vita del Figlio รจ messa nelle nostre mani: a noi la scelta di essere credenti oppure no, discepoli oppure no. Questa vita, o noi la viviamo e la condividiamo da credenti, oppure di essa ne diventiamo possessori miscredenti.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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