p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 6 Maggio 2022

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Gesรน continua a presentarsi a noi, come Colui che compie la Legge, trasgredendola se necessario.

Per molti popoli mangiare la carne, il cuore, il fegato del nemico ucciso รจ un modo per appropriarsi del suo spirito e della sua forza. Bere il sangue รจ prendere la vita dellโ€™altro e unire il sangue di due persone, รจ mezzo per creare fratellanza, un patto di fratellanza.

Ora, per la Legge, era proibito bere qualsiasi tipo di sangue. Fosse esso di animale o di persona. Perchรฉ il sangue รจ segno di vita e la vita appartiene solo a Dio. Ne consegue che ogni vita, che tutta la vita del creato appartiene a Dio. Lโ€™uomo ne ha solo lโ€™usufrutto non ne ha la proprietร . Astenersi dal sangue significa, dunque, negare il proprio desiderio di potere sullโ€™altro, di potere sulla vita: significa accettare la signoria di Dio.

Gesรน trasgredisce questo comando della Legge facendosi carne e sangue per la vita. Ci invita non a diventare possessori della vita e del creato, ma ricevitori di vita e donatori di vita.

Questo dunque รจ credere in Gesรน: mangiare la sua carne e bere il suo sangue, per avere la vita eterna. Fare questo non ci rende possessori del suo dono, non ce lโ€™abbiamo in mano: semplicemente รจ diventato noi, rendendoci Lui. Ci rende discepoli, cioรจ persone rese capaci di dono.

Mangiando Lui diventiamo Lui, bevendo Lui riceviamo la sua vita, il suo Spirito. Mangiando e bevendo Lui, diventiamo suoi discepoli, persone capaci di donare tutto noi stessi ai fratelli: questo รจ credere, questa รจ vita eterna.

Possiamo comprendere come la vita cristiana non sia tanto unโ€™idea ma una persona, una persona donata, mangiata e bevuta.

Capiamo come la comunione che noi mangiamo nellโ€™eucaristia sia appunto un gesto di comunione con Dio e con lโ€™umanitร . Capiamo come attraverso la comunione, avvenga il grande miracolo della vita: unโ€™idea, quella del dono e dellโ€™amore di Dio per noi e per i fratelli, viene semplicemente mangiata diventando noi e rendendoci amore di Dio.

Lโ€™uomo รจ ciรฒ che mangia, diceva il filosofo Hobbes. Questo รจ quanto avviene ogni giorno: noi diventiamo secondo quello di cui ci cibiamo. Il cibo che prendiamo a tavola, ma anche e soprattutto il cibo che prendiamo per strada, nella Parola, nei sentimenti, nelle relazioni, ci nutre e ci cambia.

Lโ€™idea del dono di Dio allโ€™uomo diventa carne, mangiando la quale noi avviamo una rivoluzione. Se potessi mangiare unโ€™idea avrei fatto la mia rivoluzione, cantava Gaber. Il Signore ci invita al banchetto della vita per cominciare in noi questa rivoluzione, una rivoluzione che รจ la rivoluzione dellโ€™amore e del dono. Non piรน possessori di vita, ma posseduti dalla Vita. Non piรน ladri di carne e di sangue, ma posseduti dalla Carne e dal Sangue del Figlio, possesso che altro non รจ che fede che diventa Vita eterna in noi donata, vita eterna tramite noi condivisa.

Questo รจ essere suoi discepoli: mangiando Lui vivremo con Lui, per Lui, in Lui. Per questo โ€œchi mangia questo Pane โ€“ che รจ la mia carne e il mio sangue โ€“ vivrร  in eternoโ€.

La vita del Figlio รจ messa nelle nostre mani: a noi la scelta di essere credenti oppure no, discepoli oppure no. Questa vita, o noi la viviamo e la condividiamo da credenti, oppure di essa ne diventiamo possessori miscredenti.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM