p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 8 Febbraio 2022

372

“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”. È questione di cuore la relazione della fede.

Ogni gesto che noi compiamo a partire dalla nostra religione, può essere gesto incrostato di tradizione, oppure gesto pulito nella Tradizione.

Non è questione di un gesto sì, oppure di un gesto no. È questione di cuore, è questione di dove è il pensiero del mio cuore mentre compio un gesto, in sé magari pur bello.

- Pubblicità -

Dove è il mio cuore mentre celebro l’eucaristia. Di cosa sono preoccupato mentre sono in chiesa e mentre mi incontro con Dio e con il fratello. Dove batte il mio cuore mentre inizio la mia giornata e mentre affronto le difficoltà della vita.

Quante volte le mie labbra dicono una cosa mentre il cuore pensa ad altro. Non mi accorgo di come questo sia fonte di disagio e di disunione in me? Accorgermi di questa distanza fra le labbra e il cuore, fra il gesto e il pensiero del cuore, è passo di saggezza per rimettermi a ricercare quell’unità senza la quale la mia vita si svuota di sogni e di speranza e si riempie di delusioni, siamo invasi dai rimpianti.

Rimpianti per un sogno che non ha funzionato. Rimpianti per un disagio che si è creato in noi. Rimpianti per qualcosa che lungo la notte è emerso lasciandoci dell’amaro in bocca, non sempre meglio definito.

Non posso compiere dei gesti solo per compiere una differenziazione con coloro che mi stanno accanto. Il rito della abluzione, della doccia, del lavaggio del proprio corpo, è diventato un rito ossessivo nella nostra società. Eppure questa pulizia esterna, a volte ossessiva, è segno di una incapacità ad una pulizia interna. Non riusciamo a definire i nostri rimpianti e a svuotare il cassetto dei nostri rimpianti.

Meno svuotiamo il cassetto dei nostri rimpianti, magari illudendoci di poterlo fare con una bella doccia, e più svuotiamo il cassetto dei nostri sogni. Cassetto che è presenza vitale di speranza e di futuro. Riempirci di sogni non significa essere immuni da illusioni, ma renderci conto delle nostre illusioni. Svuotarci di rimpianti non significa essere a posto, significa invece rimetterci in cammino, in movimento ogni giorno. Riempirci di sogni non significa intraprendere la via del successo, quanto invece la via del realismo e della verità.

Abbandonare i rimpianti e intraprendere la via dei sogni, significa ritornare a lodare Dio e la vita col cuore anziché con le labbra. È la preghiera che unisce cielo e terra come movimento unico di vita.

Sono le nostre tradizioni quotidiane, i nostri riti di abluzione che vanno continuamente lavati nell’acqua del vangelo, perché possano acquistare quella spinta vitale che viene proprio da Gesù acqua viva.

Sappiamo quanto la nostra giornata, volente o nolente, sia un intessere relazioni con le persone e relazioni con le cose. Far emergere i nostri rimpianti e dare libertà ai nostri sogni, significa evangelizzare i nostri gesti quotidiani, significa renderli più umani. Significa rendere sacra ogni cosa, grazie a un cuore riportato ogni giorno ad una purità e unità che diventa vitale per il nostro quotidiano.

Non più alla ricerca di ciò che mi illude diventando luccichio agli occhi del prossimo, ma inveramento di ogni passo perché l’essere unito in me possa diventare testimonianza di bellezza di unità per i nostri fratelli.

L’unità con Dio va di pari passo.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM