Gesรน รจ stato portato dallo Spirito nel deserto, in piena solitudine affronta lโinterioritร della sua vita. Ora sale sul monte, un monte alto, in disparte, solo con i suoi amici piรน vicini che sono Pietro, Giacomo e Giovanni.
Sono loro soli e anche in questa compagnia da soli, Gesรน vive unโesperienza di solitudine. Unโesperienza che illumina ma che ancora non รจ capita dai discepoli: basti sentire cosa dice Pietro al riguardo.
La solitudine รจ luogo di vita dove noi viviamo un certo disagio e una certa paura. Siamo soli. Nella vita possiamo vivere vari tipi di solitudine. Possiamo sentirci soli di fronte ad un disagio. Possiamo sentirci soli nel volere credere che un figlio, pur disgraziato, noi continuiamo a vederlo come un figlio. Per qualcuno nostro figlio รจ solo un ammazzato mentre per noi rimane figlio, carne della nostra carne; qualcuno a cui abbiamo dato vita e che ora vita non ha piรน.
Nella solitudine, per quanto terribile, noi possiamo vedere ciรฒ che gli occhi degli altri non sanno vedere, ciรฒ che una fotografia non puรฒ fotografare.
Eppure la solitudine parla e mostra cose che sono vere solo agli occhi del cuore, della propria interioritร . Riusciamo a vedere in noi una luce che altri non riescono a vedere. Anche se รจ una luce momentanea, che magari ci illumina in momenti bui, questa luce rimane dentro di noi e traccia la strada.
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Sotto un certo aspetto la solitudine รจ qualcosa di incomunicabile, sia nella bella come nella brutta sorte.
Il primo passo รจ dunque quello di superare la paura della solitudine e di non andare a cercare nulla al di fuori. Superare la paura, vale a dire ascoltare la nostra paura per andare oltre la nostra paura.
ร nella solitudine vissuta e non fuggita che possiamo vedere la bellezza del nostro limite e della nostra grandezza. Potremmo dire che nella solitudine possiamo cogliere la veritร di quello che siamo. Nella solitudine vissuta possiamo scorgere la perla preziosa del volto di Dio in noi, anche sotto la cenere di difetti e fallimenti e delusioni.
Nel profondo della solitudine ritroviamo la libertร di quello che siamo liberandoci dalla dipendenza del giudizio degli altri. Semplicemente perchรฉ vediamo ciรฒ che gli altri non vedono.
Gesรน era solo con gli amici, quegli amici che lโhanno seguito di malavoglia e che non hanno capito quanto รจ avvenuto. La solitudine amata e vissuta รจ premessa non per fuggire dal mondo e dal quotidiano, ma per stare nel mondo e nel quotidiano in modo piรน vero. ร nella solitudine amata che possiamo cogliere una voce, una voce che diversamente non riusciamo a cogliere. Lรฌ possiamo sentire la voce del Padre che ci dice: โQuesti รจ il Figlio mio lโamato: ascoltatelo!โ.
ร la premessa per una comprensione piรน vera che va al di lร dellโapparenza e di una comprensione che sa troppo spesso di precomprensione. La solitudine ascoltata ci permette di ascoltare Gesรน Parola vivente, che ci parla, che parla della nostra vita e alla nostra vita.
ร lรฌ che la Parola diviene carne, carne per me oggi, ciccia nella quale mi incarno diventando quello che sono. Allora la Parola diventa comprensibile perchรฉ perdo tutti quei fronzoli di precomprensione; non mi fido piรน del fatto che quel brano lo conosco giร e so giร come va a finire. Ciรฒ significa che mi apro alla vita in modo vero e diverso, in un modo piรน umano e piรน trascendente, in un modo che mi parla della mia convinzione vitale e del volto di Dio dentro di me.
Non facciamo delle tende per rimanere lร sul monte semplicemente perchรฉ รจ bello, ma ritorniamo a valle perchรฉ quella bellezza che ci ha illuminati e che continua ad illuminarci, illumini i nostri fratelli. La solitudine, premessa dellโascolto vero, diviene luogo di riscoperta di una fraternitร che ha alla base la certezza e la bellezza dellโessere figli, fratelli dellโAmato.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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