p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 4 Settembre 2021

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Dio, il nostro Dio, รจ Signore della vita. Noi sappiamo che non cโ€™รจ vita senza cibo e che vi sono dei bisogni primari che hanno diritto su qualsiasi legge e qualsiasi norma.

Il diritto a mangiare รจ un dovere di tutta lโ€™umanitร . Senza cibo non vi รจ vita e non vi รจ nulla di tutto quanto viene dopo. Primum vivere, deinde philosophari, diceva un vecchio adagio. รˆ un richiamo alla concretezza della vita che definisce ogni filosofia e religione che pretendono di astrarsi dalla vita.

Abbiamo per troppo tempo dato piรน importanza a certe leggi sul precetto della domenica, sulla confessione, sul sesso vissuto in un certo modo, facendo passare in secondo piano il diritto alla vita e al cibo.

Anche Davide mangiรฒ i pani che erano solo per i sacerdoti, perchรฉ lui e i suoi compagni avevano fame.

Cosรฌ come abbiamo dato estrema importanza, e continuiamo a farlo, alla proprietร  privata vissuta come una cosa propria, con possibilitร  di crescita smisurata a discapito di chi, a causa di ciรฒ, ci perdeva e ci perde la vita perchรฉ trattato da schiavo e perchรฉ trattato in modo che non avesse e non abbia cibo per vivere.

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Ci siamo dimenticati, noi Chiesa e noi mondo occidentale, che non cโ€™รจ peccato piรน grande di questo: un bambino che muore di fame. Abbiamo costruito tutta una teologia e una filosofia e una economia giustificativa della nostra mania di depredare il mondo.

Tutto brutto e tutto male? Assolutamente no! Ma รจ necessario che ritorniamo a mettere al centro della nostra fede lโ€™uomo e Dio. Dio senza uomo rischia di essere una semplice palestra autistica dove io mi alleno col mio Dio. Come lโ€™uomo senza Dio rischia di essere una palestra altrettanto autistica dove io vivo di me stesso e di niente altro.

Mettere al centro Dio e lโ€™uomo significa mettere al centro il bene dellโ€™uomo che รจ amato da Dio. Un uomo affamato non รจ un bene nรฉ per Dio nรฉ per lโ€™umanitร . Figuriamoci un bambino.

Il nostro sistema teologico, sociale, politico ed economico, non va riformato, va cambiato. Finchรฉ noi ci accontenteremo di riformarlo noi continueremo a mantenere dei capisaldi di ingiustizia, che non ci permetteranno di fare alcun passo in avanti.

Ci riusciremo? Non lo so e non mi importa neppure saperlo. Ciรฒ che mi importa ora, รจ di cogliere la veritร  di certe conversioni che siamo chiamati a vivere e a fare. Se e quando queste conversioni si realizzeranno non ci รจ dato saperlo e sono nelle mani di Dio, coi suoi tempi.

Credo sia dunque importante che noi abbiamo il coraggio, oggi, di definire ciรฒ che importante รจ e ciรฒ che importante non รจ. รˆ importante che abbiamo il coraggio di fare quel passo che ci permette di vivere una positiva criticitร  nei confronti del nostro modo di essere e di vivere, di scegliere.

Lasciamoci toccare dalla grazia di Dio che ci ricorda che Gesรน รจ il Signore del sabato e che il sabato รจ fatto per lโ€™uomo e non lโ€™uomo per il sabato. Ogni legge, nessuna esclusa, anche quella piรน sacra dellโ€™economia e della proprietร  privata, รจ soggetta allโ€™autoritร  di Cristo. Lโ€™autoritร  di Cristo, lo sappiamo, ci riporta al bene dellโ€™uomo come centrale e indiscutibile di ogni decisione e di ogni qualsivoglia legge.


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