p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 31 Dicembre 2021

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Tutte le cose furono per mezzo di lei e senza di lei neppure una cosa fu. In ciò che fu fatto era vita e la vita era la luce degli uomini. Dopo aver parlato della Parola presso Dio, in se stessa, ora si parla della Parola nei confronti della creazione.

Ogni cosa, potremmo dire, è comprensibile attraverso le parole. Ricordiamo che la natura è il luogo della cultura e della storia! Perché? Perché è fatta con la Parola! Tutto viene attraverso la Parola e l’uomo è colui che dà la Parola alle cose. Nella Genesi Dio fin dal primo giorno disse: “Sia la luce” e la luce fu; al sesto giorno fa l’uomo e l’uomo è depositario della Parola! Questa Parola che è la vita di tutto e dà la vita a tutto, nell’uomo diventa luce, perché l’uomo la capisce. L’uomo è colui che sa leggere il reale, è l’interprete, è quello che scopre il senso, che sa leggere, che sa dare la Parola al creato. Il creato è una parola oggettiva, incosciente; nell’uomo prende coscienza, per cui l’uomo divinizza tutta la creazione attraverso la Parola. Potremmo così dire che la vita diffusa da Dio nel creato, si accende di consapevolezza, diventa lucida consapevolezza nell’uomo.

La Luce splende nelle tenebre, ci dice il Prologo, ma le tenebre non l’hanno vinta! Questo fa risuonare in noi il fatto che la Parola era dal principio; grazie alla Parola Dio ha fatto le cose; la Parola, che è Gesù, è la vita di tutto.

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Lui illumina tutto perchè è luce per l’uomo, non guarda alle apparenze. È talmente vera questa luce che le tenebre non l’afferrano.

C’è una resistenza alla Parola, alla Luce, alla Verità! Resistenza che tutti sperimentiamo. Lo vediamo e lo viviamo con il mutismo, con l’oscurità, con la menzogna, con la paura che chiude la nostra possibilità di afferrare la Parola.

Afferrare la Parola! Possiamo afferrare con la mente, la vogliamo imprigionare, la vorremmo tenere in mano, ci piacerebbe stritolarla. Le tenebre non comprendono la Luce ma, allo stesso tempo, non la sanno neppure soffocare.

Ci possiamo accorgere che nessuna tenebra può mangiare la luce. Se riesce a mangiarla, rimane illuminata. In fondo ci possiamo rendere conto che nessuna Parola esiste nella realtà. Siamo noi che diamo la Parola e tutto dipende da come la leggiamo. Un mazzo di fiori trovato in casa da una donna dice che quei fiori non è un semplice mazzo di fiori. C’è un altro senso che quella donna capisce bene: è ciò che desidera e che sembra non arrivi mai. Anche un mazzo di fiori può essere un mezzo di relazione, se segno di amore.

Il doppio senso delle cose ci viene presentato da Giovanni. Così afferrare vuol dire comprendere e distruggere allo stesso tempo. Risuona comunque il fatto che ogni segno possa essere un segno di amore e di un desiderio di relazione.

In fondo il nostro rapporto con la Parola di verità ci fa imboccare una via: o quella di comprenderla o quella che è ricerca di soffocamento della stessa.

Di fronte a questa Parola noi siamo chiamati a vivere come Giovanni la testimonianza. Questo è ricordo, ricordo che ci conduce a delle relazioni.

Così appare la chiamata alla testimonianza che è proprio la Parola che passa dall’uno all’altro. In quella Parola ognuno si ritrova, per questo la accoglie. Una Parola che ci arricchisce e ci alimenta in una esperienza. In questo il tutto viene trasmesso all’altro. La Parola è luogo dove è testimoniata tutta l’esperienza umana.

Ma la testimonianza deve essere luce, anche se luce non è! Crederci luce è cosa di tenebra perché l’illuminazione è un’altra cosa e ricorda la verità che non ho inventato io. Vivere o pensare all’invenzione della verità comporta sempre con sé una bugia che rischio di volere trasmettere come posso.

La via della verità è sempre una ricerca costante di verifica e di comunione e di comunicazione. Nulla a che vedere con la pretesa di dire verità eterne a cui gli altri dovrebbero aderire. Non tanto perché vere, ma perché mie.

Ricordiamoci che testimoniare è qualcosa di duro che significa martirio. La vita viene messa in gioco sulla testimonianza, anche quando tu sei condannato perché semplicemente dici la verità.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM