Pensando ad Anna, che significa favore di Dio; figlia di Fanuele, che significa volto di Dio; della tribรน di Aser, che significa buona fortuna; mi vengono in mente le tante vecchiette che abitano i templi di preghiera della nostra povera terra: le sento giustizia che germoglia dalla nostra terra.
Le nostre vecchiette non sono, il piรน delle volte, avvolte di rispetto e di affetto. Sono mal sopportate. Molte volte penso che lโeutanasia in Italia che libererebbe un sacco di hospice, di ospedali, di case di riposo, facendo risparmiare un sacco di soldi allo stato, non viene approvata non per virtรน ma perchรฉ lโanziano รจ un business. Se vuoi guadagnare investi sui vecchi: non ti mancherร il mercato.
Ma non รจ di questo che vorrei parlare, quanto invece della vecchietta Anna che viene cosรฌ ben presentata dal vangelo e delle tante vecchiette Anna che abitano le nostre case e che non sono cosรฌ ben presentate da noi.
Come si fa a vivere con una vecchietta che non sa quello che dice e quello che fa, che magari snocciola rosari dalla mattina alla sera saltando da radio Maria, a Sat 2000, alla TV di Padre Pio? E che senso ha una vita cosรฌ vissuta?
Molte volte, queste vecchiette, non si ricordano neppure il nome dei figli e li scambiano per loro padri e madri, per i loro nonni. E allora?
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Non ci rimane che la veritร che si affaccia dal cielo e la giustizia che germoglia dalla nostra terra.
Solo cosรฌ, forse, ritroveremo il coraggio di vedere le nostre Anna come un favore di Dio, semplicemente perchรฉ sono vita. Solo cosรฌ il volto delle nostre Anna da noi guardate saranno specchio del volto di Dio nel quale ritrovarci e nel quale ritrovare senso alla vita non perchรฉ rende, ma semplicemente perchรฉ รจ. Solo cosรฌ le nostre Anna saranno considerate un dono e una fortuna per una societร che ha perso memoria e si lamenta delle proprie Anna che non hanno piรน memoria. Saranno una presenza continua di veritร nelle quali rispecchiarci per ritrovare una giustizia che abbiamo perso definitivamente, senza le nostre Anna.
Le nostre Anna, hanno per grazia di Dio, buona fortuna di vedere il volto di Gesรน. Quel volto che noi non sappiamo piรน riconoscere. Le nostre Anna, con i Simeone, ci ricordano che tutto ha fine e che di tutto quello che facciamo non rimarrร pietra su pietra.
Sono molto avanzate negli anni, le nostre Anna. Hanno anche piรน di 84 anni, ma sanno riconoscere Dio nel volto di ogni uomo.
Anna รจ vedova come sono vedove le nostre Anna. Lei, loro, รจ figura di tutta la nostra umanitร che ha perso lo sposo e che vive una vita vuota. Le nostre Anna sono come Anna: esiliate dal volto del loro desiderio. E ci ricordano, loro che riempiono i nostri ricoveri e che noi consideriamo solo un peso e non un luogo di amore, che loro non producono ma che noi abbiamo perso il volto di Dio sulla nostra terra. Un volto perso anche quando facciamo il presepio rendendo la nostra vita un presepio: inutilitร e farsa, non piรน vita e amore.
Anna non lascia piรน il tempio fin da quando, giovane, era rimasta vedova. Continua ad attendere e a cercare con digiuni e preghiere, quel volto perso e mai dimenticato. E lo fa, udite udite, per la nostra povera umanitร . Loro, le nostre Anna, le inutili per eccellenza, sono il nostro memoriale fra noi e Dio, fra noi e la vita, fra noi e la veritร giusta di una esistenza che rischiamo di passare in tuttโaltre faccende affaccendati mentre lei ci passa accanto.
Chi conosce il dolore e il desiderio delle nostre Anna. Non hanno piรน autonomia; non vanno dove vorrebbero. Gli rimangono solo gli affetti, a volte un poโ confusi, se qualcuno, cioรจ noi, cosรฌ persi nelle nostre corse quotidiane, siamo disponibili a dargliene. Ed รจ solo un donare tempo, senza grandi cose, ma semplicemente tenendogli la mano, dormendo sul divano di casa mentre loro sono lรฌ, facendo due passi a braccetto di loro. Dobbiamo solo decidere che il nostro tempo ha senso vissuto cosรฌ: meno cose da fare, piรน tempo da vivere. Solo cosรฌ daremo vita alla vita e non la svuoteremo in cose di poco conto e secondarie.
Care Anna, voi che notte e giorno vivete per noi anche se non sempre coscienti, vi ringraziamo perchรฉ ci siete e perchรฉ rendete ancora possibile, con la vostra presenza, lโincontro semplice e vero, lโincontro sotto la croce, lโincontro nel momento piรน alto della vita quando il Figlio di Dio dona se stesso per noi in voi.
Grazie, care Anna.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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