Che bella pazzia quella di volere fare rientrare ogni esperienza di vita in categorie da noi vissute e scelte, facendo diventare assoluto ciรฒ che assoluto non รจ. Sรฌ, perchรฉ Dio solo รจ assoluto.
โAscolta Israele, il Signore รจ il solo Dio, il Signore รจ unoโ, a questo, tutto asservirai. Ad amare Dio con tutto il cuore, con tutta lโanima, con tutte le forze e il prossimo tuo come te stesso.
Non si puรฒ mettere il digiuno al primo posto, al di sopra di Dio ascoltato e amato nel fratello. Se noi mettiamo un comando, una usanza, una categoria di giudizio come il digiuno รจ a giudizio del fratello, noi mettiamo il digiuno al posto di Dio, al posto dello sposo. La frittata in tal modo รจ fatta: diveniamo idolatri. Usiamo Dio per i nostri fini e per giustificare i nostri schemini di vita sempre piรน lontani dalla realtร e sempre piรน gretti.
Diventiamo, in fondo, gente che strappa โun pezzo da un vestito nuovoโ. Cosa demenziale da subito, al di lร dellโuso che poi andremo a fare. Strappare un pezzo da un vestito nuovo, significa rovinare il vestito nuovo. Rovinare un vestito nuovo per andare ad aggiustarne uno vecchio che non puรฒ sopportare la forza della tela nuova. Una forza che strappa la tela vecchia e lo strappo diventa peggio dello strappo vecchio.
โAl vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovoโ, ma questo noi continuiamo a non comprenderlo, continuiamo a mettere il nuovo sul vecchio.
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Molte delle nostre riforme e controriforme religiose sanno di strappo. Non ci lasciamo cambiare di dentro e andiamo a mettere qualche rappezzo ad una realtร che non sopporta alcun rappezzo, perchรฉ รจ cambiamento.
Ci intestardiamo a fare delle riforme strutturali statali ed economiche e non ci accorgiamo che la realtร รจ giร lontana mille miglia da noi. Non cโรจ bisogno di riforma, cโรจ bisogno di un cambio radicale. Ogni riforma, in fondo, vuole salvare il vecchio facendo dei piccoli o grandi adattamenti. Ogni riforma ha bisogno di vittime che paghino per tutti. Il cambiamento รจ aria nuova nella stanza, รจ vita nuova nella nostra esistenza. Ogni volta che vogliamo apportare del nuovo nella nostra vita noi rischiamo di fare un buco, anche economico, piรน grande del precedente. Naturalmente non nelle casse di chi รจ ricco, quello si arricchisce ancor piรน. Facciamo un buco piรน grande nella vita dei poveri giร affaticati dallo strappo vecchio.
Continuiamo a volere bere il vino vecchio che รจ buono, che รจ invecchiato, rischiamo di perdere perรฒ quello nuovo. Ma, soprattutto, in nome della salvaguardia di ciรฒ che รจ vecchio, usiamo otri vecchi per il vino nuovo. Cosรฌ perdiamo sia gli otri vecchi come il vino nuovo.
Anche i valori piรน belli o rimangono subordinati al nostro rapporto con Dio oppure rischiano di essere messi al posto di Dio. Rincorriamo i nostri peccatucci dimentichi dellโunico vero peccato che รจ quello di metterci al posto di Dio.
Ricerchiamo Dio e la sua giustizia, tutto il resto ci verrร dato in piรน.
Tutto deve essere in ordine ad una migliore e maggiore intimitร con Dio, nulla puรฒ essere fine a se stesso e in ordine alla realizzazione di qualsivoglia cosa o impresa bella.
Stiamo attenti a non strappare vestiti nuovi di zecca per tentare di salvare inutilmente vestiti vecchi, logori e lisi che non hanno piรน consistenza al giorno dโoggi. Ritorniamo, ritorniamo al centro di ogni cosa buona e nuova: al Dio della misericordia che spalanca ogni giorno le sue braccia illuminando lโinterno della nostra casa, la nostra vita.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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