p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 3 Novembre 2021

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รˆ la scommessa della vita quella di accettare lโ€™invito del Signore a partecipare al suo banchetto.

La scommessa non รจ basata sui nostri beni e sulle nostre forze. La scommessa รจ data dalla nostra capacitร  di amore e di incontro con il Signore.

La torre della nostra vita chiede un investimento che non puรฒ essere nรฉ banale nรฉ di piccola cosa. Non si costruisce una torre vitale con la spontaneitร  di quello che mi viene in testa o con il fare quello che mi capita oppure, peggio ancora, con il rincorrere le nostre cose quotidiane.

La torre la si costruisce con perseveranza e con una perseveranza nel gestire la nostra interioritร  facendola crescere. Non possiamo dissipare le nostre forze se vogliamo vincere questa guerra.

La nostra capacitร  di amore รจ povera ed รจ limitata. Ma questo ancora non conta. Ciรฒ che conta รจ che questa capacitร  di amore โ€“ due spiccioli gettati nel tesoro del tempio dalla povera vedova, tutto quello che aveva per vivere โ€“ sia ben orientata e concentrata.

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Non possiamo accogliere lโ€™invito al banchetto della vita se non siamo disposti a rinunciare alla prioritร  dei nostri affari, dei nostri affetti, dei nostri campi e dei nostri buoi.

La scommessa dellโ€™amore chiede prioritร , niente puรฒ sovra-passare questa scommessa. Lโ€™invito al banchetto della vita chiede una povertร  di cuore e di preoccupazioni. Non posso passare la mia giornata e la mia settimana a pensare a tutto meno che alla mia relazione di amore con la vita e con Dio e accontentarmi di una messa stiracchiata dove un prete sproloquia alla belle meglio e io aspetto solo che tutto finisca e che il prete non la tiri troppo per le lunghe.

Non possiamo continuare a trattarci cosรฌ male. Il Signore ci invita oggi a trattarci umanamente, con veritร .

Le faccende della vita sono appunto faccende e come tali vanno trattate, non si puรฒ metterle al primo posto. Non si puรฒ semplicemente perchรฉ queste faccende non danno vita, ma succhiano vita. Al centro del nostro cuore, in cima ai nostri desideri, come prioritร  delle nostre scelte o cโ€™รจ la relazione di amore con Dio e con la vita, oppure non riusciremo mai a costruire la torre o a vincere la guerra.

Se mettiamo da poveri al centro della nostra esistenza la maturazione di umanitร  e di cuore e, di conseguenza, di fede saremo attenti e disponibili ad accettare lโ€™invito alla festa che ci viene dal Signore. Diversamente saremo distratti dalle mille cose, magari anche utili, ma che non possono darmi vita. Cose che mi usano e poi mi lasciano sul ciglio della strada mezzo morto, succhiato da tutte le mie energie, le mie capacitร  di amore.

Per questo non posso amare nulla piรน del Signore della Vita, neanche la mia parentela. Non posso mettere in secondo piano la mia croce, vale a dire la mia capacitร  di donare la mia vita. Se metto in secondo piano la mia croce, questo รจ un suicidio annunciato. Gli effetti sulla mia vita, sulla societร , sulla chiesa, saranno devastanti. Gli effetti, sono sotto i nostri occhi ogni giorno: รจ una battaglia persa in partenza.

Amare Dio e il prossimo come e piรน di noi stessi รจ la nostra salvezza, รจ lโ€™unica via per una umanitร  vera e per una interezza di fede unica.

Solo cosรฌ costruiremo la torre; solo cosรฌ saremo pronti a partecipare al banchetto della vita anche se ciechi, storpi e zoppi; solo cosรฌ potremo vincere la battaglia della vita e dellโ€™amore.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM