Siamo allโepilogo del vangelo di Giovanni, che si รจ aperto con un prologo. Il prologo ci ha parlato della preistoria di Gesรน, come Verbo nel seno del Padre. Il Vangelo ci ha parlato della storia di Gesรน. Questo capitolo ci parla dellโepilogo della storia di Gesรน, meglio potremmo dire la storia dopo Gesรน.
I discepoli hanno giร ricevuto lo Spirito santo, dopo la morte e risurrezione di Gesรน. Sono usciti dal cenacolo dove si erano rinchiusi per paura dei Giudei. Allโalba di questo giorno si sono ritrovati sulla riva del lago di Tiberiade dove hanno ripreso a pescare. Sulla riva, al limite della notte che lascia spazio al giorno, Gesรน si presenta loro e dopo la pesca rinnovata celebra lโeucaristia con loro.
Dopo questa celebrazione riprende un dialogo con Pietro, che รจ il dialogo con ciascuno di noi che siamo parte di questa storia post pasquale, siamo protagonisti di questa storia del dopo Gesรน.
Anche noi come Pietro abbiamo ricevuto lo Spirito santo e, come lui, siamo stati liberati dalla paura dei Giudei, dalla paura di quanto e quanti ci circondano. Ma questo per noi, come per Pietro, sembra non bastare. Cโรจ ancora qualche ferita da sanare. Cโรจ sempre qualche ferita da sanare.
Ogni mattina noi ci ritroviamo sul limitare del giorno e della notte: รจ il tempo al limite che ci trova coinvolti in una scelta di libertร . Ogni giorno ci possiamo ritrovare sul litorale, che รจ il limite fra il mare e la terra, รจ lo spazio, il luogo tipico della nostra vita. Spazio e tempo, sul litorale e allโalba, sono il limite su cui giochiamo la nostra libertร e la nostra vita. Sono due realtร che si attraggono e si respingono, sono due realtร contrapposte: a noi oggi vivere lโepilogo del vangelo di Giovanni; a noi scegliere se varcare la soglia fra le tenebre e la luce, a noi scegliere la morte o la vita.
Lโepilogo del vangelo di Giovanni stranamente non chiude ma apre. Apre alla storia della chiesa, apre alla storia di ognuno di noi.
Pietro ne รจ lโesempio. Dopo avere ricevuto lo Spirito santo si ritrova ancora con una ferita nel cuore da cui non รจ guarito. La ferita della fuga e del tradimento. Cose che a noi scottano e preferiamo guarire dimenticando; cose che a Gesรน non scottano ma, amandoci, รจ desideroso di guarirle con lโunguento del suo amore.
Provoca Pietro, come provoca me oggi. Mi provoca col suo amore. Mi chiede se lo amo, mi chiede di ripensarci, mi chiede di approfondire, mi chiede di fare unitร .
Ed รจ Gesรน che ritorna a completare ciรฒ che รจ rimasto incompleto. ร Gesรน che ritorna a fare agire in noi il dono dello Spirito. ร Gesรน che, avendo amato i suoi, chiede ai suoi una risposta. In Pietro, il piรน esposto, il piรน entusiasta, il piรน testone, il piรน immediato, chiede a noi: โmi ami tu?โ; โmi vuoi bene?โ.
Caro Pietro, caro Giovanni evangelista: voi siete i rappresentanti della istituzione e della pastorale da una parte, e i rappresentanti della creativitร e dellโattenzione alle persone dallโaltra. Ognuno di noi ha un compito, ognuno di noi ha una preferenza, ognuno di noi ha una capacitร e possibilitร . Ma sia ben chiaro, sembra dirci Gesรน con le sue domande ripetute, che ciรฒ che vale sopra tutto รจ la prioritร dellโamore e della libertร . Le modalitร come concretizzarle sono utili ma secondarie rispetto a questo. Istituzione e creativitร senza amore sono una campana che suona senza batacchio: suona a vuoto. Lโuna e lโaltra o sono inverate dalla libertร e dallโamore, o non sono. Cosรฌ la nostra vita, cosรฌ la vita della chiesa, cosรฌ la vita del dopo Cristo come la vita del Cristo preistorico, come la vita del Cristo storico. Una sola cosa รจ necessaria: amare nella libertร poichรฉ siamo stati amati con libertร .
Lasciamo risuonare oggi, continuamente dentro di noi questa domanda di Gesรน: mi ami tu? Mi vuoi bene? E lasciamo con libertร che la veritร venga a galla in noi.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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