p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 29 Aprile 2019 – Mt 11, 25-30

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Questo brano, tanto centrale nel vangelo, evidenzia cosa รจ venuto a portare Gesรน a noi: un rapporto verace con Dio che siamo chiamati ad adorare in spirito e veritร . Lโ€™unico vero peccato che noi viviamo รจ quello di tradire lโ€™immagine, il volto, la realtร  del Padre nella nostra vita. Fino a che noi non coglieremo questo dato, noi non capiremo nulla di quello che รจ bello e buono e di quello che รจ male e brutto.

Nel vangelo di Matteo Gesรน prega due volte sole: in questo brano e poi nel Getsemani. La preghiera di Gesรน รจ utile ascoltarla perchรฉ evidenzia come siamo chiamati a rivolgerci al Padre: โ€œTi rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terraโ€. La preghiera รจ benedizione, รจ bene-dire Dio Padre per quanto รจ per la nostra esistenza.

Benedire vuol dire dir bene in pubblico, vuol dire essere contento di Lui ed esprimere questa gioia su di Lui. La preghiera รจ fondamentalmente benedizione, essere contenti di Dio. Lui bene-dร , io bene-dico. Riconoscendo il bene che mi dร  come dono, come amore, vivo in tutte le cose che mi dร  il suo amore. Nella benedizione io, invece di fermarmi alla cosa che dร , facendone un feticcio, vado a Lui e al suo amore e trovo la sorgente della cosa. Quando io non prego, quando dunque non benedico, mi approprio delle cose che diventano il mio Dio. La benedizione, la preghiera, รจ ciรฒ che mi salva dallโ€™idolatria.

Gesรน vive un momento di crisi, questo esprime il capitolo 11ยฐ di Matteo.ย  La crisi รจ la seguente: Gesรน realizza il discorso del monte realizzando in sรฉ lโ€™umanitร  del povero, dellโ€™afflitto, del puro di cuore, di colui che realizza il Regno di Dio e a noi questo non va bene. La crisi scaturisce da ciรฒ che Cristo vive, che รจ cosa che non accorda con la nostra immagine di Dio come distributore di favori e di privilegi. Ciรฒ che Gesรน รจ e vive diventa scandalo per noi. Non capiamo piรน che cosa stiamo cercando e cosa vogliamo dalla vita e dal nostro rapporto privilegiato con Dio. Ma Dio รจ con noi o contro di noi? รˆ la domanda che nascostamente alberga in noi. Accogliere questo Gesรน scandaloso รจ accogliere il dono della salvezza, non accoglierlo รจ peccato e perdizione: ci perdiamo in utilitร  che diventano disumanitร . Abbiamo appena lasciato Gesรน che si lamenta per la non accoglienza del lutto del Battista, lo ritroviamo in questo brano a danzare una danza di gioia, che รจ la preghiera di benedizione al Padre, che diventa salvezza e umanizzazione per chi la accoglie.

Gesรน gioca il gioco del lamento e della danza. Si lamenta del male e gioisce del bene. Non รจ cosa banale questa. รˆ essenziale che la nostra umanitร  colga sempre piรน la distinzione tra bene e male, diversamente le ragazzate delinquenziali dei nostri adolescenti non finiranno mai, come non finirร  mai la nostra tendenza a minimizzarle anche quando un povero pensionato, il pazzo del Villaggio del Fanciullo, ci lascia le penne. Questa รจ la premessa per potere gioire del bene e rattristarsi del male. A noi spesso capita il contrario: gioiamo del male, poi ci pentiamo, ci contristiamo del bene perchรฉ non lo comprendiamo. Oppure a volte ci viene bene di fare un misto fra i due per confondere le acque: ci sembra cosa buona, otteniamo consensi e voti, ma alla lunga รจ veleno per la nostra e altrui esistenza. Facciamo fatica a dire che il male รจ brutto ed รจ cosa da odiare perchรฉ fa male. Riuscire a vedere che fa male รจ il bene grande a cui possiamo aspirare. Cogliere di conseguenza che il bene รจ bene ed รจ da godere e da amare perchรฉ fa bene, รจ lโ€™altra faccia della medaglia su cui scommettere.

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Pregare non รจ chiedere cose e miracoli, pregare รจ benedire Dio che bene fa perchรฉ possiamo cogliere sempre piรน e sempre meglio ciรฒ che รจ bello, buono e vero. Non sono io che rubo da Dio ma รจ Dio che in quanto Padre mi dona il suo amore, la sua vita, la sua grazia. Di questo vivo e vivendo di questo non necessito di rubare nulla di quanto รจ, ben sapendo che tutto รจ dono e ogni appropriazione รจ latrocinio che finisce in male.

Ti benedico Padre: Gesรน รจ Figlio che dice sรฌ allโ€™amore del Padre, cosa vitale per lโ€™umanitร  e cosa scandalosa per noi. A noi, dicendo questo, Gesรน dona la conoscenza vera del Padre che รจ la conoscenza stessa che Lui ha del Padre. La conoscenza biblica richiama sempre la conoscenza di amore e di relazione amorevole. Cosรฌ ci apre la porta ad entrare nella Trinitร .

Questo brano รจ dunque il vertice della rivelazione che rivela la grande dignitร  dellโ€™uomo per il Padre: Gesรน รจ Figlio e, come tale, ha tutto ciรฒ che รจ il Padre, ha ed รจ tutto ciรฒ che il Padre รจ. A noi Lui dona questa conoscenza di amore del Padre e, soffiando su di noi lo Spirito, ci dona tutto ciรฒ che il Padre ha e tutto ciรฒ che il Padre รจ, rendendoci figli suoi!

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

Qui puoi continuare a leggere altri commenti al Vangelo del giorno.

Hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.

Dal Vangelo secondo Marco
Mt 11, 25-30

In quel tempo Gesรน disse:
ยซTi rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perchรฉ hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sรฌ, o Padre, perchรฉ cosรฌ hai deciso nella tua benevolenza. Tutto รจ stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrร  rivelarlo.

Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darรฒ ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti รจ dolce e il mio peso leggeroยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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