p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 28 Settembre 2023

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Erode che vuole diventare re a tutti i costi ma non ci riesce, Erode che fa decapitare il Battista perchรฉ lo accusa, taglia la gola a colui che รจ voce per non ascoltare la parola anche se dice di volerla ascoltare, Erode che finisce miseramente roso dai vermi (At 12, 23), Erode preoccupato di salvarsi il sedere a tutti i costi, sente ma non capisce, vuole vedere ma non sa riconoscere.

Erode si pone una domanda su chi รจ Gesรน ma non attende alcuna risposta, tenta lui di darsi risposte ma sono tutte risposte faziose che non lo soddisferanno. Lui in realtร  non si attende alcuna risposta: lโ€™ha giร  decapitata. Ha solo un interesse da difendere e quindi non lโ€™avrร  mai una risposta vera. Erode vuole ascoltare e vedere ma avendo egli tagliato la gola alla voce (il Battista) che grida nel deserto, ha fatto tacere la parola. Per questo ogni suo tentativo di identificare Gesรน abortirร , anche se ascolta tutto ciรฒ che capita e cerca di vederlo. Anzi, il suo ascolto si tradurrร  in ricerca di lui per ucciderlo (Lc 13, 31) e il suo desiderio di vederlo un incontro mortale, in cui verrร  nientificato e deriso (Lc 23, 11).

Lโ€™atteggiamento di Erode รจ un atteggiamento che non permette a lui di conoscere il Signore: pur ascoltandolo e vedendolo non ne riconosciamo il mistero.

Ascoltiamo tutto quello che fa attraverso la sua Parola e attraverso i santi che camminano nel mondo dโ€™oggi, ma il nostro attaccamento ai nostri punti fermi, alle nostre convinzioni e alle nostre paure non ci permettono di riconoscerlo: ascoltiamo la sua Parola e non la capiamo, e ci nascondiamo dietro un banale e demoralizzante: รจ difficile.

รˆ difficile comprendere quello che dice, รจ difficile trovare il tempo per prenderla in mano, รจ difficile interpretarla, non ci capisco niente. Preferiamo darci degli imbranati anzichรฉ riconoscere la nostra pochezza di ascolto. Ascoltare non significa e non puรฒ significare verificare se quanto ascolto corrisponde a quello che penso io, se mi dร  ragione, oppure se posso usare la parola stessa per vivere meglio, cioรจ piรน comodo e piรน al sicuro. Piรน comodo e piรน al sicuro perchรฉ se capisco meglio, mi posso gestire meglio e se seguo il Signore certamente egli mi ricompenserร .

Questi sono tutti atteggiamenti che in Erode noi ci portiamo dietro e che servono solo a sgozzare la Parola sul nascere.

Anche il nostro vedere non รจ cosรฌ bello e chiaro come potrebbe sembrare a prima vista. La morbositร  con cui cerchiamo di vedere Gesรน non รจ un atto di amore ma appunto un atto di morbositร  che ricerca il sensazionale, lo cerchiamo per i miracoli, per avere ragione sul mondo, per avere ragione sugli altri, lo usiamo come ariete per abbattere le porte della casa altrui anzichรฉ preoccuparci di aprire le porte di casa nostra perchรฉ i messaggeri di pace possano entrarvi e rendere vivibile lo spazio vitale del nostro cuore.

Perchรฉ cerchiamo di vedere Gesรน? Lo vogliamo vedere per amarlo e per comprendere meglio il suo ruolo nella nostra vita? Lo vogliamo vedere come lo voleva vedere Zaccheo che, arrampicandosi sullโ€™albero, si รจ reso ridicolo agli occhi degli altri o lo vogliamo vedere per dire: anchโ€™io cโ€™ero, gli ho stretto la mano, mi ha salutato, mi ha rilasciato un autografo?

Gesรน non ama essere un fenomeno da baraccone: vuole essere amato e vuole amare. Riusciamo a scoprirlo nel nostro quotidiano e ad amarlo? Siamo chiamati a scoprirlo negli occhi di un bimbo, nel sorriso di una ragazza, nel pianto di un vecchio, nel rancore di un uomo, nella gioia di una madre, nella disperazione di un extra comunitario, nella paura di chi sta per essere bombardato.

Tutto questo noi lo potremo fare se ci liberiamo da quellโ€™atteggiamento erodiano che non lascia libero il nostro cuore per un incontro, anzichรฉ ricercare una nostra convenienza.

Uscire dal vicolo cieco della autogiustificazione ed entrare nella via della conversione ci permette di diventare disponibili allโ€™incontro.

Amos (8,11-12) descrive la piรน grande maledizione biblica: aver fame  e sete della parola di Dio, cercarla dappertutto e non trovarla. Domandiamo al Signore la liberazione da questa maledizione.

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