Cosa cโรจ di piรน bello del dono di una tana, poco importa che sia un posto grande o piccolo, ricco o povero, un posto dove comunque ritroviamo pace e sicurezza? La tana รจ la nostra casa, la tana sono le nostre conquiste, la tana siamo noi, quella tana che il Figlio dellโuomo non ha, quel cuscino nella tana sul quale il Figlio dellโuomo non puรฒ poggiare il suo capo per riposare.
La tana e il cuscino: nostri novelli idoli. Se vogliamo seguire il Signore Gesรน questa รจ la โrivoluzioneโ: dobbiamo essere disposti a non avere tana, nรฉ cuscino. Lโannuncio di liberazione di questa buona novella nella societร romana e giudaica ai tempi di Gesรน, risuonava rivoluzionaria e dunque degna di morte. Come si fa ad annunciare e proporre di vivere senza tana e cuscino a una generazione che basava sullo sfruttamento schiavizzante degli uomini il proprio benessere e riteneva degno di dignitร la ricchezza accumulata? Direi che nella situazione dei contemporanei di Gesรน possiamo rispecchiare noi stessi, le nostre idealitร , le nostre scelte, un buon lavoro, un conto in banca, una bella casa, un buon convento, unโautonomia economica, una bella chiesa ristrutturata sembrano essere gli idoli della nostra fede. A noi e a questi nostri idoli, Gesรน oggi annuncia la buona notizia: senza tana e senza cuscino.
ร la scommessa della povertร che tanto ci disturba e tanto ci attrae. Gesรน ha abbandonato ogni tana e ogni sicurezza morendo in croce per noi. Gli era rimasto solo il perizoma che era lo stesso straccetto che si era tenuto nellโultima cena, quando deposto le vesti lavรฒ i piedi ai discepoli. Non รจ un simbolo di pudore quello straccetto ma รจ un simbolo di servizio fino alla morte e alla morte di croce. ร morto senza casa e senza amici per questo รจ stato vincente nella buona notizia, nella sapienza del Padre.
La povertร che tanto ci attrae e tanto ci sconvolge รจ una via di libertร dalla tristezza dellโaccumulo, da quel male che siamo chiamati ad attraversare che tutto inghiotte e devasta paralizzandoci nella sua malvagitร . Dunque, lโinvito รจ semplice: fuori da ogni nido e da ogni tana. La povertร del fuori da ogni idolo e da ogni tana รจ via che ci aiuta a riscoprire e a riporre fiducia nel Padre che nella povertร ci rigenera oggi con i suoi figli. Se dunque la povertร รจ nostra madre, Dio รจ nostro Padre. La vita non dipende dalle cose ma da lei e Lui.
La libertร delle cose non รจ soprattutto rinuncia quanto invece il dono di Gesรน a noi suoi fratelli. Lui, uomo libero, ci dona la sua libertร . La sua povertร che riceve tutta dal Padre รจ lโunico giudizio liberatorio sul mondo. Solo questo rimane criterio di riconoscimento della sua presenza nel mondo. Ed รจ per questo che nel povero siamo salvati e giudicati ed รจ per questo che al di lร di ogni sensata mediazione e diplomazia, diciamo con Papa Francesco che lโuccisione di centinaia di migliaia di persone di qualsiasi nazionalitร , ha un solo termine per essere definito ed รจ genocidio.
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ร tempo di accorgerci che la sequela del Signore incontra in noi momenti di entusiasmo e momenti in cui tutto sembra tornare alle origini. Teniamo presente che la sequela del Signore, questo รจ certo, non puรฒ essere dipendente dai successi o da nostri semplici bisogni.
Gesรน รจ circondato da folle che chiedono e ottengono guarigione, e questo provoca lโentusiasmo dello scriba che vuole seguirlo. Come la richiesta di uno dei discepoli di seppellire morti viene stigmatizzata da Gesรน come cosa secondaria, cosa tiepida. Non certo brutta e negativa.
La sequela non puรฒ essere cosa da messa della domenica che ormai rischia di diventare un surplus per i piรน, oppure un dovere da portare a termine in fretta per altri, prete permettendo. La schiavitรน della messa della domenica non crea sequela, crea solo doverismo da assolvere il piรน in fretta possibile. Ma soprattutto anzichรฉ divenire un incontro di amore atteso, rischia sempre piรน di diventare il centro di una fede che si spegne appena fuori dalla chiesa.
La sequela รจ qualcosa di provocata da un incontro. Non nasce sequela per un momento di entusiasmo di fronte alla notorietร del maestro. Anzi, questo puรฒ essere un impedimento alla nascita di una sequela vera. Ciรฒ che vale รจ che ci lasciamo toccare dentro da una realtร che รจ povera e sfiora continuamente con una carezza la croce.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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