p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 26 Giugno 2020

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Gesรน scende dal monte come Mosรจ. Mosรจ portava una legge da osservare, Gesรน รจ Parola compiuta. Quanto Gesรน ha detto sul monte nei capitoli precedenti, ora egli lo compie. Gesรน infatti fa quello che dice. Anzi quanto dice รจ giร  allโ€™opera รจ giร  fatto. Il dono della Parola accolto e ascoltato รจ fonte di prodigi, perchรฉ la Parola fa nuove tutte le cose portando a compimento la creazione con il dono della risurrezione.

I miracoli narrati dโ€™ora in avanti dicono solo un miracolo: quello di farci figli. Quanto Gesรน ha detto non รจ legge ma Vangelo. Se la legge denuncia e condanna il peccato o addirittura fa venire la lebbra, come a Maria invidiosa del fratello Mosรจ, la Parola Gesรน รจ un fiume di acqua viva. La Parola Gesรน guarisce dalla lebbra, dal peccato denunciato condannato dalla legge. La legge allontana il lebbroso, il vangelo lo accoglie e lo guarisce, lo tocca!

La chiamata รจ ad immergerci nel fiume di acqua viva che sgorga dal Cristo e dal suo costato trafitto. Cosรฌ ne veniamo purificati, cosรฌ siamo liberati dalla nostra lebbra. Mondati dalla nostra lebbra, dal peccato e dalla morte, con la carne fresca rinnovata e rinata, come la carne fresca di un bambino.

Gesรน con la parola appena detta sul monte rigenera a vita nuova e ci invia sulle strade del mondo. Il miracolo del lebbroso mondato รจ segno di una vita nuova del Figlio che ha vinto la morte. Non siamo stolti fermandoci al miracolo, al segno, non vedendo oltre: smettiamo di guardare il dito che indica la luna non osservando la luna.

La nostra lebbra รจ il nostro allontanarci da Dio. La guarigione รจ riavvicinamento di Dio a noi. Lui non si allontana, non si scosta, si avvicina e ci tocca e toccandoci ci guarisce, ci salva, ci fa risorgere, ci conduce a vita nuova.

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Il nostro inseguire idoli diventando come loro, li abbiamo fatti a nostra immagine e somiglianza. Per questo la nostra vita รจ diventata vuota perchรฉ gli idoli non guardano, non odono, non palpano, non odorano, non adorano: siamo segnati dalla morte della lebbra e le nostre membra non servono piรน ad annunciare la Buona Notizia ma a diffondere la lebbra. Moltiplichiamo le nostre presenze ma in tal modo non facciamo altro che moltiplicare la nostra stupiditร , la nostra lebbra. Andiamo agli altri ma per renderli come noi. Non portiamo la Parola, portiamo la nostra lebbra e infettiamo di idolatria le nostre comunitร  e chiese.

Ciรฒ che รจ peggio รจ che noi consideriamo tutto ciรฒ come normale, come qualcosa che va bene cosรฌ o meglio come qualcosa del quale non si puรฒ fare a meno, non รจ possibile fare diversamente. Diventiamo ottusi alla grazia, alla vita di Dio nostro Padre.

I miracoli ci presentano quellโ€™impossibile a cui da sempre noi aspiriamo dal profondo del nostro essere.

Il racconto del lebbroso mondato ci fa da specchio ed evidenzia, porta a galla, libera in noi il nostro desiderio di veritร  e di libertร . In altre parole ci mostra che il bene, per cui siamo fatti, รจ possibile, รจ reale, รจ donato a noi grazie a Gesรน Parola Figlio del Dio vivente, รจ rigenerante la nostra esistenza.


AUTORE: p. Giovanni Nicoliย 
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