โฆ e noi passiamo il nostro tempo a discutere per evitare di comprendere. Facciamo delle grandi teorie su ciรฒ che รจ meglio, per dimenticare ciรฒ che รจ bene. Facciamo delle grandi analisi esegetiche sui testi per non doverci fare coinvolgere e non dovere suonare lo spartito che quella pagina mi offre e mi propone. ย E la musica non sale piรน. La musica rimane scritta ma non allieta le nostre vite e non cadenza la danza del nostro cammino. Continuiamo a discutere su chi ha ragione e ci dimentichiamo chi, dietro questa ragione o torto, continua a soffrire e a morire. Noi continuiamo a cercare le vie del successo che siano le piรน risparmiose e le piรน efficienti, che diano dei risultati cosรฌ che non dobbiamo vivere semplicemente per abbracciare un bambino. Stiamo arrivando alla follia e continuiamo a chiamarla progresso perchรฉ se il mercato non funziona noi non abbiamo piรน alcun valore.
Gesรน dice ma i discepoli non comprendono. Gesรน si consegna e loro discutono su chi รจ il piรน grande. Gesรน serve e loro voltano la faccia dallโaltra parte, camminano in senso opposto. Gesรน parla di croce e loro non capiscono โ come sarร possibile (?) ci chiediamo noi (?) โ ma i discepoli non chiedono nulla. Non capiscono ma non vogliono capire; hanno paura a chiedere perchรฉ, molto probabilmente, hanno intuito cosa Gesรน vuole dire ma la ritengono una cosa che non ha senso.
Come si fa a credere, cercando di sollevare la nostra testa al di sopra del buon senso comune, che la via per vivere non รจ quella dellโaffermazione di sรฉ per emergere sugli altri ma quella della salvezza sottomettendosi a loro? La via stretta e angusta del servizio come alveo nel quale puรฒ scorrere la comunione e la fraternitร ?
Gesรน sta lontano dalle folle, Gesรน si nasconde, Gesรน non vuole che alcuno sappia che sta attraversando la Galilea. I discepoli lo seguono, mettono i loro piedi dietro ai suoi, ma i loro pensieri volano da tuttโaltra parte, i loro cuori sono presi da ben altri discorsi: discutevano fra loro chi fosse il piรน grande.
I discepoli non pongono domande sul segreto bello e buono del servizio, perchรจ loro evitavano anche le domande pur di non correre il rischio di comprendere quanto Gesรน diceva e, soprattutto, quanto Gesรน stava facendo. Non serve fare domande perchรฉ noi sappiamo cosa dobbiamo fare per prevalere schiacciando lโaltro.
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Abbiamo troppo bisogno di misurare noi stessi e il prossimo per capire chi รจ il piรน bravo e il piรน intelligente. Questo non รจ un criterio del Regno. Il criterio del Regno รจ la pazzia dove la cosa piรน bella e piรน importante รจ potere abbracciare un bimbo e metterlo in mezzo alla nostra vita. Tutto ciรฒ che uccide questa bellezza, compreso il dover lavorare, รจ cosa disumana. Noi continuiamo a crederla cosa importate e centrale per la nostra vita e ci disumanizziamo sempre piรน. Quasi quasi evitiamo di avere dei bimbi fra i piedi perchรฉ sono un impedimento per la nostra carriera e non capiamo piรน nulla, perchรฉ il segreto della vita del Regno รจ potere abbracciare un bimbo, poterlo mettere al centro della nostra attenzione.
Un bimbo mi chiede di liberarmi da me stesso, dalle mie ragioni, dalle mie paturnie, dal mio modo di usare la vita per ottenere posti e posizioni: un bimbo mi chiede attenzione e centralitร . Ma a noi questo non va bene perchรฉ noi vogliamo continuare a fare i bimbi che sono al centro dellโattenzione, che hanno ragione, che fanno i capricci quando non riusciamo a sottomettere gli altri a noi grazie ad una mossa politica o attraverso un affare di guadagno dove ciรฒ che importa รจ lโaffare, non fa nulla se questo affare รจ reso possibile dalla crisi dellโaltro e dal fallimento del prossimo. Tale fallimento noi lo chiamiamo occasione e non ne vediamo il dramma per tanti che lo soffrono.
Farsi ultimi, in fondo, altro non รจ che farsi umani che abbandonano il superfluo che continuiamo a fare diventare essenziale, per ritornare allโessenziale: lโessenziale non รจ essere primi ma essere servi della vita. Lโadulto รจ colui che si dona non colui che prende. Il bambino come il piรน importante del Regno, chiede a noi adulti almeno a parole, di diventare adulti in pratica, mettendo il bimbo al centro e abbracciandolo come futuro della vita. Servendo il bimbo noi parliamo di Dio Padre; abbracciandolo noi accogliamo Gesรน e la sua croce. Non abbiamo piรน bisogno di chiacchiere vuote e fuorvianti: viviamo la contemplazione del sorriso e del pianto di quel bimbo, questo diventa lโunica cosa importante della vita. Anche senza messa abbiamo la messa in casa: il bimbo da abbracciare e da servire con gioia, con passione.
Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato. Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.
