p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 24 Settembre 2021

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โ€œCโ€™รจ un tempo per tacere e un tempo per parlareโ€, dice Qoelet (3,7). E vi sono luoghi dove si puรฒ parlare e luoghi dove non si puรฒ parlare.ย  Vi sono situazioni dove รจ bene dire e luoghi dove dire รจ male, รจ proprio dire male.ย  Vi sono luoghi e momenti e persone che non possono ascoltare ciรฒ che va detto, mentre vi sono luoghi e persone e momenti in cui รจ bene dire ciรฒ che va detto.

Nel cosiddetto villaggio globale in cui viviamo, rischiamo di non avere piรน privacy. Non abbiamo piรน la possibilitร  del silenzio. Non รจ piรน possibile potere avere un angolo di pudore, tutto รจ diventato spudorato e detto in piazza, tutto รจ diventato Covid.

Nei paesi, una volta, la chiacchiera era alimentata continuamente e non vi era nulla che tutti non conoscessero. Oggi il villaggio globale della chiacchiera ha acquistato spazio allโ€™ennesima potenza. Uno spazio purtroppo malvagio, dove il vero รจ cosa da non manifestare e da non fare vedere.

Un errore di una persona diventa subito un delitto. Viene pubblicizzato tutto ciรฒ che non va e taciuto ciรฒ che invece cโ€™รจ di bello. La violenza mussulmana dove si procede a tagliare teste, viene pubblicizzata e usata per terrorizzare lโ€™occidente. Mentre la bellezza dei fedeli che pregano in un clima incredibile, nelle moschee, quella no, quella viene taciuta.

Se facessimo silenzio, forse qualche cosa potremmo ritornare a capire. รˆ quello che chiede Gesรน. รˆ il tempo di riconoscerlo come Messia, come il Cristo di Dio, ma non รจ il tempo per dirlo.

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Il fraintendimento sarebbe troppo grande. La tentazione del potere da parte di Gesรน e dei suoi discepoli, sarebbe enorme. Un tale annuncio non puรฒ essere detto sulle piazze se non a partire dalla croce vissuta, celebrata e compiuta. Senza di lei, tutto sarebbe solo potere e non servizio, prevaricazione e non annuncio della buona notizia; uso dellโ€™altro e non dono gratuito.

Non si possono dire certe cose, non perchรฉ non siano valide, ma perchรฉ sarebbero travisate. Non รจ un problema di carboneria o di societร  segrete, รจ una questione di pudore e di conservare nel cuore ciรฒ che deve germogliare, ciรฒ che deve sbocciare per portare frutto a suo tempo, secondo i tempi di Dio.

Tacere crea attesa. Tacere crea uno spazio di accoglienza nel mio cuore. Tacere per svuotare il nostro cervello e il nostro cuore, da quella marea di parole che ormai rischiano solo di essere chiacchiera vana, senza sugo e senza senso, complice riempitivo di una paura del vuoto.

Quel vuoto che dobbiamo riscoprire nel silenzio, per lasciare risuonare in noi la Parola, lโ€™unica Parola, quella che salva, quella che parla al cuore dellโ€™uomo, quella che รจ Parola di Dio alla mente dellโ€™uomo, quella che รจ eterna, quella che non รจ mai banale, quella che riempie il vuoto di senso, quella che fa riscoprire a noi uomini svuotati e aridi quellโ€™umanitร  che รจ dono di Dio e senza la quale nulla รจ possibile, neppure per Dio.

Non riferitelo a nessuno, che sono il Cristo di Dio. Ci penserร  la croce a dirlo e a gridarlo, dallโ€™alto del trono del servizio, dallโ€™alto dellโ€™altare di immolazione, dallโ€™alto del talamo luogo di amore di Dio con lโ€™uomo e per lโ€™umanitร  tutta.

ย โ€ฆ cโ€™รจ un tempo per tacere e un tempo per parlare, dice Qoelet โ€ฆ


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