p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 24 Novembre 2019

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โ€œIl regno di Dio, secondo la parola del nostro Signore e Salvatore, non viene in modo da attirare lโ€™attenzione e nessuno dirร : Eccolo qui o eccolo lร ; il regno di Dio รจ in mezzo a noi (cfr. Lc 16, 21), poichรฉ assai vicina รจ la sua parola sulla nostra bocca e nel nostro cuore (Cfr. Rm 10, 8)โ€, cosรฌ scrive Origene, uno dei padri della chiesa.

Oggi possiamo cogliere che questo Regno รจ in mezzo a noi grazie a Cristo Re, il Crocifisso. รˆ in mezzo a noi grazie ai Crocifissi della storia. รˆ in mezzo a noi sul volto del morto in mare a causa del naufragio; รจ in mezzo a noi sul volto del migrante che non รจ considerato umano; รจ in mezzo a noi grazie al prigioniero dei campi profughi che sono peggio dei campi di concentramento; รจ in mezzo a noi grazie ai Crocifissi della storia.

Ma come mai questa presenza noi bravi, noi che siamo meritevoli, noi che abbiamo potere sul mondo, non la vediamo? Davanti al Crocifisso โ€œil popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesรนโ€, il Crocifisso appunto.

Lo stare a vedere di noi, popolo del mondo dโ€™oggi, sa tanto di indifferenza, non certo di interesse. Lโ€™indifferenza non parla di vita, non parla di regno, non ascolta il grido del crocifisso, sia esso il Figlio di Dio come del figlio del mondo, per questo non sappiamo piรน riconoscere la sua presenza. Il Regno di Dio non siamo noi, il Regno di Dio sono i poveri. Sapere riconoscere tale presenza รจ salvifico per noi. Non siamo noi a salvare loro, sono loro che ci salvano grazie alla Croce alla quale noi li crocifiggiamo, grazie al nostro stare a guardare che parla di indifferenza ad ogni angolo della strada. Il Regno di Dio sono loro. Noi magari abbiamo la pretesa di essere Chiesa, ma il Regno di Dio che la Chiesa dovrebbe servire, sono loro. Senza di loro noi Chiesa non abbiamo senso. Non abbiamo bisogno di nuovi crocifissi, abbiamo bisogno che i crocifissi dellโ€™oggi ci guardino con lo sguardo di amore di Cristo Re Crocifisso. Il loro sguardo a noi che abbiamo uno sguardo di indifferenza verso questi Cristi incarnati, diventa salvezza per noi. Se non stiamo solo a guardare con la nostra indifferenza, come se niente fosse. Questo รจ il nostro dramma.

Come รจ nostro dramma il nostro essere capi che deridono o soldati che angariano piccoli e grandi lungo la storia. Deridere e stare a guardare noi pensiamo che sia salvezza per noi perchรฉ non ci immischiamo in cose che non ci riguardano. Il regno della morte in tal modo cresce fino a scoppiarci in mano. Il nostro stare a guardare, il nostro deridere i Crocifissi, รจ morte per noi prima ancora che per loro: questo non รจ il Regno di Dio. Il Crocifisso, i Crocifissi, stanno in mezzo ai due ladroni, stanno in mezzo a noi, che ne facciamo? Loro sono la nostra storia, loro sono la nostra salvezza se abbiamo ancora desiderio di sporcarci le mani per una cosa bella e giusta, cosรฌ come fa il Padre, cosรฌ come fa la Madre, cosรฌ come soffia lo Spirito di amore su di noi.

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Non รจ vita guardare, guardare sempre e solo, guardare con un cuore ebete e distaccato, come se niente fosse, dentro il tempo che passa. Guardare la morte di un Dio con indifferenza nella morte dei fratelli: questo รจ il vero dramma. Non urlare, non piangere, non ridere, โ€œstare a vedereโ€ con indifferenza. Non interessa chi quellโ€™Uomo sia, interessa che noi continuiamo a guardare disinteressati e abulici, sazi delle nostre interpretazioni che non sanno piรน di nulla e servono solo per non prendere posizione buona di fronte al Crocifisso di turno. Al Crocifisso di turno noi possiamo solo chiedere โ€œricordati di me quando sarai nel tuo Regnoโ€, ma possiamo fare questo se non siamo indifferenti, se abbiamo ancora in noi una parola silenziosa e umile di vicinanza, di cuore che batte.

Sembra che tale indifferenza possa solo cedere il passo alla derisione nostra e dei capi di Giudei. La derisione non ha nulla a che vedere con la compassione. Il non drammatizzare รจ cosa buona, lโ€™avere un sorriso di compassione รจ cosa bella, il deridere รจ cosa feroce. I crocifissi derisi per la loro povertร , trattati come se non fossero carne umana, trattati da nulla e โ€œstragiatiโ€ dopo essere stati sfruttati e derisi come se non fossero. Il grido di questi crocifissi della storia di noi potenti รจ il grido di Cristo Re dellโ€™universo: se li deridiamo, se passiamo loro accanto con indifferenza, siamo da compatire piรน di qualsiasi altro peccatore della storia. Non nascondiamoci dietro la scusa del โ€œma che cosa posso fareโ€ di fronte a un problema cosรฌ grande? Al Crocifisso non interessa che tu faccia qualcosa, interessa che tu ci sia, che il tuo sguardo sia vivo di contemplazione, che il tuo cuore batta di compassione, che tu abbia ancora il coraggio di tendergli la mano, di non lasciarlo solo. I chiacchieroni al bar ti derideranno? Buon segno, vuol dire che sei sulla bella e buona strada.

Spogliamoci, come il Crocifisso, andiamo nudi come i Crocifissi, senza le nostre beghe di palazzo, cosรฌ nudi saremo liberi da ogni costrizione di potere e saremo anche noi Regno di Dio grazie alla salvezza che i Crocifissi della storia portano in casa nostra. Casa che luccica di vuoto e disumanitร , di ricchezza che รจ dito puntato perchรจ figlia di ingiustizia, roba che odora di morte.

Entriamo in questa dinamica del Regno con libertร , non avremo piรน bisogno di schiavi, di gente che muore a causa dellโ€™alto forno, di gente che dai ricchi viene derubata ma non servita col lavoro. Con uno sguardo libero e un cuore pulsante ritorneremo a riconoscere il Regno di Dio in noi e in mezzo a noi, tutte le volte che il Crocifisso non sarร  nรฉ deriso nรฉ trattato con indifferenza. Il Crocifisso, non quello appeso nelle scuole, ma quello che incontriamo per strada.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

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