Si racconta che:ย ย ย ย ย
Una piccola onda se ne andava felice per il mare: era contenta, allegra, si sentiva frizzante e potente, si abbandonava al gioco della corrente, si lasciava increspare dal vento. Era proprio felice di essere unโonda. Ad un certo punto vide perรฒ, laggiรน in lontananza, la scogliera e poi la spiaggia e si accorse che le altre onde, quelle che erano andate avanti, lรฌ si infrangevano e di loro non rimaneva piรน nulla. Cominciรฒ a sentirsi triste: se avesse potuto sarebbe tornata indietro, nel mare profondo, da dove non si vede terra; oppure avrebbe voluto fermarsi lร dove si trovava, frenare pur di non andare avantiโฆ Unโonda piรน grande le passรฒ vicino e le chiese: โChe ti succede? Come mai sei tanto triste?โ e la piccola onda le rispose: โMa non vedi che fine faremo? Anche tu che sei unโonda cosรฌ grossa sei destinata a romperti laggiรน.โ Sorrise la grande onda e disse: โ Tu non sei onda, sei oceano!โ
La questione รจ unica: quanto siamo capaci di appartenere a qualcosa o a qualcuno oppure no. ร vero che, pur piccoli, ci sentiamo felici di essere unโonda, seppur piccola. Ma senza doverci annullare come tale, la capacitร e il desiderio di essere mare e oceano รจ questione vitale e, purtroppo, disattesa.
Non riusciamo piรน ad appartenere a nulla e a nessuno. Ma non come questione di possesso, quanto invece come questione di amore e di dono. Siamo convinti che ciรฒ che รจ essenziale รจ quel benedetto โioโ che รจ appunto benedetto, perchรฉ senza non esisteremmo, ma che รจ anche maledetto allo stesso tempo perchรฉ ci chiude ad ogni possibilitร di relazione, se vissuto come assoluto. Preferiamo appartenere alla schiera degli spiriti muti. ร vero che non riusciamo a comunicare in tal modo, ma almeno siamo sicuri di essere noi, piccola onda felice dispersa in un oceano di acqua alla quale non sentiamo di appartenere.
Appartenere ad una idea, appartenere ad una ideologia, appartenere ad una religione, appartenere ad una nazione, appartenere. Parola tanto pericolosa, se mal vissuta, quanto preziosa se ben gestita.
Appartenere non puรฒ rincorrere quelle derive dove chi รจ della nostra idea va sempre bene e puรฒ fare tutto ciรฒ che vuole. Appartenere chiede capacitร di parlare e quindi di ascoltare. Lโio come centro di tutto e come assoluto ci rende impossessati di un demone muto e sordo che chiude ad ogni relazione.
Lโappartenenza non รจ questione di sicurezza e non รจ neppure un modo per stare insieme civilmente senza pestarsi i piedi. Lโappartenenza รจ capire che solo insieme si puรฒ vivere e solo insieme uniti si puรฒ realizzare qualcosa. Senza tale capacitร , senza la liberazione dallo spirito muto, che ci rende sempre piรน sordi, ogni sorta di realtร crolla su di sรฉ alla prima difficoltร . Forse un poโ perdiamo di felicitร individuale ma ne possiamo acquistare molta di piรน come felicitร comune.
Senza questa appartenenza sana una coppia scoppia inesorabilmente. Senza questa appartenenza sana una comunitร รจ piรน un incrocio dove il semaforo regola il passaggio di ognuno in modo tale che nessuno tocchi lโaltro e si scontri con lui. In questo modo una regione รจ solo preoccupata di tenersi la propria ricchezza non pensando a chi ne ha di meno e pensando se salvare se stessa perde la cosa piรน preziosa che รจ il suo essere popolo, nazione con la quale cresce e nella quale ritrova la propria identitร .
Siamo muti quando usiamo lโappartenenza per difendere i nostri diritti anzichรฉ giocare la nostra vita, siamo sordi quando pensiamo che lโindividuo sia la risposta al nostro bisogno di esistere. Nella relazione cโรจ salvezza, nellโunitร per uno scopo bello e buono cโรจ vita. Solo la persona, mai lโindividuo, puรฒ gestire una tale felicitร di vita. Solo la persona puรฒ costruire qualcosa di comune perchรฉ solo la persona sa mettersi in relazione e sa vedere lโinsieme e lโimportanza dellโinsieme. Diversamente un regno diviso in se stesso crolla.
Essere con Cristo รจ a Lui appartenere e raccogliere con Lui in una dimensione e in una dinamica comune dove lโindividuo diventa persona e dove la persona non perde la sua identitร ma la dona: piccola onda che diventa oceano.
Non essere di Cristo, per me, non essere di chiunque o di nessuno, per altri, รจ luogo dove mi รจ permesso giocare la mia capacitร di dono gratuito. Senza alcuna pretesa di salvare il mondo, senza alcuna pretesa di essere onnipotente, ma con la certezza che solo cosรฌ posso mettermi in relazione, solo cosรฌ posso costruire qualcosa di comune che non sia solo una bella piccola onda che si perde al primo infrangersi sul bagnasciuga.
Qualcosa di comune che dona una felicitร e una gioia piรน grande e piรน vera, una gioia in relazione che non finisce con la mia morte, una gioia che non crea divisione ma unitร . Una gioia che viene da quello Spirito di Cristo che fa fiorire il deserto nella bellezza di una primavera ritrovata.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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