p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 24 Aprile 2020

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Lโ€™aria che respiriamo e lโ€™acqua che beviamo sono realtร  di dono di cui noi usufruiamo e che non chiedono nulla a noi, se non la grazia di non essere inquinate. Il pane รจ invece il luogo dellโ€™incontro.

Il pane รจ qualcosa di donato e, allo stesso tempo, qualcosa che chiede la partecipazione dellโ€™uomo. Il pane รจ il luogo dellโ€™incarnazione e della relazione allo stesso tempo. Dio dona il seme del frumento perchรฉ possiamo avere dei frutti. Ci dona la terra nella quale il chicco deve cadere. Ci dona le stagioni che permettono al chicco di frumento di morire per potere germogliare e portare frutto. Lโ€™uomo fa il solco nella terra e vi pone il chicco di frumento perchรฉ possa vivere la sua esistenza fino in fondo.

Unโ€™esistenza che vede la morte come passaggio per potere germogliare e portare frutto. Unโ€™ esistenza che germogliando cresce fino a che la messe รจ pronta. Sia che egli vegli sia che egli dorma, il contadino non lo sa, ma il frutto cresce fino a giungere al tempo della mietitura. A questo punto di nuovo il dono di Dio, che si incarna nella terra dove la pioggia e la neve lโ€™hanno fatto crescere, incontra di nuovo lโ€™opera dellโ€™uomo. Lโ€™uomo miete, lโ€™uomo macina, lโ€™uomo impasta, lโ€™uomo fa cuocere il pane perchรฉ possa diventare cibo.

Capiamo da subito come il mistero del pane รจ il mistero della relazione con Dio prima e della relazione con lโ€™uomo poi. La relazione con Dio si gioca nella morte e nella crescita del grano. La relazione con lโ€™uomo si gioca nel far sรฌ che il dono di Dio diventi pane, un pane che รจ strumento sรฌ di nutrimento, ma anche e soprattutto uno strumento di festa e di condivisione del nostro pane quotidiano.

Lo stesso pane puรฒ affamare gli uni e ammuffire nella dispensa degli altri, oppure divenire luogo di incontro, di festa e di condivisione.

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Vedere la fame dellโ€™uomo alzando gli occhi sul suo volto come fa Gesรน, รจ il miracolo del pane che si rinnova in noi e in mezzo a noi. Il pane, per essere tale, รจ condito di gioia e di fatica, gioia che condisce il lavoro dellโ€™uomo. Nel pane troviamo iscritto il bene e il male, la relazione o la chiusura, lโ€™incontro o la distanza, la condivisione oppure la divisione.

Il Pane รจ il luogo dove il seme della Parola si incarna e, venendo al mondo, porta la salvezza agli uomini. La salvezza รจ questa: che ve ne sia per tutti. Perchรฉ ve ne sia per tutti รจ necessario che noi alziamo ogni giorno lo sguardo sul fratello e sul suo bisogno. Perchรฉ la fame diventi luogo di incontro e di festa, รจ necessario che il nostro sguardo tocchi la compassione del nostro cuore e muova i nostri piedi verso lโ€™altro, le nostre mani allโ€™incontro e al dono.

Lโ€™Incarnazione della Luce che viene nel mondo diventa motivo di incontro e di condivisione. Noi possiamo celebrare la nostra messa semplicemente condividendo il pane che doniamo al fratello guardandolo negli occhi. Se stacchiamo gli occhi dal pane che condividiamo e ci guardiamo negli occhi, avremo mani di vita e di condivisione. Quello che doniamo sarร  dono di cuore e non ricatto di noi che siamo piรน bravi verso coloro che sono meno bravi.

Gesรน Pane di vita si incarnerร  sulle nostre mani. Consacreremo la nostra relazione con Lui, con la vita, col fratello. Il Pane condiviso diverrร  eucaristia e vita, non piรน motivo di morte e di divisione, ma motivo di vita e di incontro.

Il pane sazierร  perchรฉ sarร  il simbolo reale della fraternitร  e dunque dellโ€™essere figli dello stesso Padre. Noi sappiamo che salviamo la nostra vita solo se la doniamo. Cosa cโ€™รจ di piรน bello di un pane appena sfornato donato e condiviso, donato al fratello fin dalle prime luci del giorno?


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