Lโaria che respiriamo e lโacqua che beviamo sono realtร di dono di cui noi usufruiamo e che non chiedono nulla a noi, se non la grazia di non essere inquinate. Il pane รจ invece il luogo dellโincontro.
Il pane รจ qualcosa di donato e, allo stesso tempo, qualcosa che chiede la partecipazione dellโuomo. Il pane รจ il luogo dellโincarnazione e della relazione allo stesso tempo. Dio dona il seme del frumento perchรฉ possiamo avere dei frutti. Ci dona la terra nella quale il chicco deve cadere. Ci dona le stagioni che permettono al chicco di frumento di morire per potere germogliare e portare frutto. Lโuomo fa il solco nella terra e vi pone il chicco di frumento perchรฉ possa vivere la sua esistenza fino in fondo.
Unโesistenza che vede la morte come passaggio per potere germogliare e portare frutto. Unโ esistenza che germogliando cresce fino a che la messe รจ pronta. Sia che egli vegli sia che egli dorma, il contadino non lo sa, ma il frutto cresce fino a giungere al tempo della mietitura. A questo punto di nuovo il dono di Dio, che si incarna nella terra dove la pioggia e la neve lโhanno fatto crescere, incontra di nuovo lโopera dellโuomo. Lโuomo miete, lโuomo macina, lโuomo impasta, lโuomo fa cuocere il pane perchรฉ possa diventare cibo.
Capiamo da subito come il mistero del pane รจ il mistero della relazione con Dio prima e della relazione con lโuomo poi. La relazione con Dio si gioca nella morte e nella crescita del grano. La relazione con lโuomo si gioca nel far sรฌ che il dono di Dio diventi pane, un pane che รจ strumento sรฌ di nutrimento, ma anche e soprattutto uno strumento di festa e di condivisione del nostro pane quotidiano.
Lo stesso pane puรฒ affamare gli uni e ammuffire nella dispensa degli altri, oppure divenire luogo di incontro, di festa e di condivisione.
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Vedere la fame dellโuomo alzando gli occhi sul suo volto come fa Gesรน, รจ il miracolo del pane che si rinnova in noi e in mezzo a noi. Il pane, per essere tale, รจ condito di gioia e di fatica, gioia che condisce il lavoro dellโuomo. Nel pane troviamo iscritto il bene e il male, la relazione o la chiusura, lโincontro o la distanza, la condivisione oppure la divisione.
Il Pane รจ il luogo dove il seme della Parola si incarna e, venendo al mondo, porta la salvezza agli uomini. La salvezza รจ questa: che ve ne sia per tutti. Perchรฉ ve ne sia per tutti รจ necessario che noi alziamo ogni giorno lo sguardo sul fratello e sul suo bisogno. Perchรฉ la fame diventi luogo di incontro e di festa, รจ necessario che il nostro sguardo tocchi la compassione del nostro cuore e muova i nostri piedi verso lโaltro, le nostre mani allโincontro e al dono.
LโIncarnazione della Luce che viene nel mondo diventa motivo di incontro e di condivisione. Noi possiamo celebrare la nostra messa semplicemente condividendo il pane che doniamo al fratello guardandolo negli occhi. Se stacchiamo gli occhi dal pane che condividiamo e ci guardiamo negli occhi, avremo mani di vita e di condivisione. Quello che doniamo sarร dono di cuore e non ricatto di noi che siamo piรน bravi verso coloro che sono meno bravi.
Gesรน Pane di vita si incarnerร sulle nostre mani. Consacreremo la nostra relazione con Lui, con la vita, col fratello. Il Pane condiviso diverrร eucaristia e vita, non piรน motivo di morte e di divisione, ma motivo di vita e di incontro.
Il pane sazierร perchรฉ sarร il simbolo reale della fraternitร e dunque dellโessere figli dello stesso Padre. Noi sappiamo che salviamo la nostra vita solo se la doniamo. Cosa cโรจ di piรน bello di un pane appena sfornato donato e condiviso, donato al fratello fin dalle prime luci del giorno?
