p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 21 Marzo 2022

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La delusione fa sempre brutti scherzi, se non la sappiamo gestire. Il desiderio dei compaesani di Gesรน รจ chiaro: โ€œQuanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, fallo anche qui, nella tua patria!โ€.

Gesรน nella sua patria annuncia il fatto che su di Lui รจ sceso lo Spirito di Dio. Ma di questo i suoi compaesani non sanno che farsene, sembra una cosa secondaria. Bypassano la questione e, da persone concrete quali sono, vanno subito al sodo. Vogliamo che anche qui da noi tu faccia le stesse cose che hai fatto lร , perchรฉ noi siamo dei tuoi, noi abbiamo la precedenza, a noi devi dare di piรน perchรฉ tu appartieni a noi.

Questo desiderio, desiderio che anche noi abbiamo, viene deluso. Un desiderio di miracolo, un desiderio di essere privilegiati perchรฉ noi siamo cristiani, un desiderio che Lui sia dalla nostra parte, un desiderio che quanto noi chiediamo si realizzi, un desiderio che Dio ci doni tutto quanto ci fa sentire privilegiati.

Sono questi desideri che vengono delusi da noi stessi, prima ancora che da Dio. Delusione per una speranza che si sgonfia da sรฉ.

รˆ cosa importante ed essenziale ad una vita significativa, la speranza. Ma noi, da quali speranze siamo abitati? Quale รจ la speranza che gioca nella nostra esistenza? Cosa speriamo per noi e per i nostri figli?

La nostra รจ una speranza di privilegi o รจ una speranza di vita? Chiederci, ascoltando il nostro cuore, se la speranza che ci abita รจ cosa sana o รจ cosa illusoria, ci pone nella possibilitร  di scegliere liberamente ciรฒ che ci sembra buono. Lasciarci prendere dai nostri bisogni fa sรฌ che la nostra speranza sia illusoria. La delusione รจ dietro lโ€™angolo ed รจ pronta a prendere piede nella nostra vita.

Quando la delusione abita le nostre relazioni e le nostre false speranze, la collera prende piede in noi e ci mette nella condizione di creare collera intorno a noi e di comunicare rabbia.

Rabbia che chiude la nostra capacitร  di ascolto. Se prima eravamo stupiti per le parole di grazia che uscivano dalle labbra del Signore, o da qualsiasi politico o prete di turno, dopo la rabbia la chiusura รจ totale. Non ci interessa piรน quello che lโ€™altro dice, quanto ci comunica non ci tocca e la rabbia monta sempre piรน contro Gesรน, contro quel tale.ย  Vorremmo inchiodare Gesรน stesso alla responsabilitร  delle sue parole secondo noi offensive e non degne di uno che appartiene alla nostra razza, al nostro clan, al nostro paese, alla nostra religione.

Lo vorremmo gettare dal monte, ma Gesรน passa in mezzo a noi riprendendo il cammino, perchรฉ Gesรน non si lascia inchiodare alla croce dalle nostre rabbie e dalle nostre delusioni. Gesรน andrร  in croce, sรฌ, ma come scelta di dono di se stesso. Oggi, come allora, sconfiggerร  il male, la morte, la rabbia e la delusione con il dono di se stesso.

Lโ€™invito ad unโ€™accoglienza umile di quanto il Signore ci dona e ci comunica, ritorna alla ribalta in modo deciso. Lโ€™ascolto e lโ€™accoglienza di quanto Lui ci dice รจ importante per potere poi creare incontro con quanto noi viviamo.

Se questo non avviene, le nostre delusioni e le nostre rabbie, i nostri bisogni diventano centrali e ci sovrasteranno non lasciandoci liberi non solo di accogliere quanto ci viene donato dal Cristo, ma non lasciandoci neppure liberi di gestire la nostra vita al meglio, scegliendo ciรฒ che รจ bene e lasciando ciรฒ che bene non รจ.

Noi possiamo, come i contemporanei di Gesรน, non cacciarlo fuori dalla sinagoga, dalle nostre chiese. Ma lโ€™invito di Gesรน rimane lo stesso: รจ un invito ad accogliere la sua parola non come un privilegio, ma come un invito a sentirci parte di quel popolo, quello sรฌ, che riconosce il bisogno di salvezza.

Cosรฌ si puรฒ aprire di nuovo il nostro cuore allโ€™accoglienza anzichรฉ alle pretese illusorie e delusorie di essere dei privilegiati solo perchรฉ ogni tanto diciamo: Signore, Signore!


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM