p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 21 Giugno 2023

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Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli.

Il vangelo di quest’oggi è un invito alla libertà della retta intenzione. La libertà di quello che siamo e facciamo, la libertà nell’essere veri e sinceri, libertà con noi stessi in quello che facciamo.

È una libertà, questa, che non ci è data ma va conquistata con la nostra attenzione e con la richiesta a Dio.

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Non nasciamo liberi nel cuore. Ancora prima di nascere veniamo influenzati dalla psicologia di nostra madre e di nostro padre, e succhiamo il carattere con il latte, e beviamo attraverso la placenta gli avvenimenti che accadono, buoni o meno buoni che essi siano.

Una libertà donata e ricevuta, una libertà conquistata.

Accorgerci che non siamo liberi dentro, che mentre facciamo una cosa ne pensiamo ad un’altra, che quello diciamo essere il motivo del nostro agire è in realtà una maschera del vero motivo, questo è il primo passo di saggezza verso la libertà nell’esistere nella verità. Essere veri, liberi e saggi con noi stessi.

Questo significa innanzitutto imparare ad essere liberi dal “chissà cosa penseranno gli altri” o dal dovere per forza fare qualcosa per fare piacere agli altri.

Accorgerci che non siamo liberi ci permette, se vogliamo, di incamminarci sulla strada della libertà e della maturazione di questa libertà dentro di noi. Per fare questo non possiamo avere fretta o pretese, c’è bisogno di accoglienza, c’è bisogno di attenzione, c’è bisogno di pazienza, c’è bisogno di tenacia.

Ma passo dopo passo possiamo conquistare un atteggiamento che è atteggiamento di libertà del cuore. Un atteggiamento impagabile che è il preludio per la vera felicità, la vera pace, la vera capacità di amare. Senza cedere alla tentazione dello scandalizzarci, senza cedere alla tentazione di sensi di colpa inutili, senza cedere alla tentazione del “ma tanto è tutto inutile”.

Capita che una signora dica ad una amica guardando un’altra donna che passa: “È proprio strana sai, quella lì! Pensa che parla bene degli altri dietro le spalle”.

Noi siamo abituati, come ben faceva intuire quell’amica, a parlare male dietro le spalle degli altri e a fare vedere le nostre opere buone, mettendole davanti agli uomini.

Parlare dietro le spalle ha sempre un’accezione negativa nel nostro gergo e nel nostro quotidiano. Parlare bene dietro le spalle, agire bene dietro le spalle è cosa improba, difficile, che manco ci passa per l’anticamera del cervello, nel nostro cuore non trova motivo per essere fatta.

Eppure questo ci chiede oggi il Signore: parlare bene dietro le spalle e fare il bene sempre dietro le spalle, senza essere visti. Pregare di nascosto e digiunare dalla maldicenza senza sbandierare nulla davanti agli uomini.

Accogliamo questo dono e questo invito ad essere retti nella nostra intenzione, liberi nella verità della nostra esistenza e in quella dei nostri fratelli.

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