โOppure tu sei invidioso perchรฉ io sono buono?โ. Forse che il tuo occhio รจ cattivo perchรฉ io sono buono? ร la domanda che il Signore pone a quelli che vorrebbero essere primi. ร una domanda che scaturisce dal cuore di colui che presta attenzione agli ultimi!
Questo Signore padrone di casa pone 5 diverse chiamate dallโalba fino ad unโora prima del tramonto. Al calare del sole cโรจ la ricompensa che inizia dagli ultimi non perchรฉ, come siamo convinti noi, ai primi verrร dato di piรน. Gli ultimi ricevono lo stesso compenso pattuito. Compenso che porta i primi a lamentarsi perchรฉ agli ultimi รจ stato dato come a loro pur lavorando di meno. Ne scaturisce un rimprovero che scatta da uno dei primi semplicemente perchรฉ non accetta, cosa nostra di ogni momento, che il Signore tratti come lui, come noi, quelli dellโultima ora. Questo semplicemente perchรฉ anche loro, gli ultimi, hanno semplicemente bisogno di avere ciรฒ che incontra il loro bisogno di affamati.
Per questo noi siamo invidiosi perchรฉ Lui รจ buono! I primi sono ultimi e gli ultimi i primi anche nei beni spirituali, a ricevere. Chi lascia tutto per lavorare nella vigna riceve una grande ricompensa. Il vangelo ci mostra come la ricompensa รจ un dono di grazia accordato a tutti, cominciando dagli ultimi arrivati. Il Signore รจ il solo buono che fa quanto aveva chiesto al giovane ricco: dare tutto ciรฒ che รจ suo ai poveri.
I frutti del Regno che la gente, la vigna, รจ chiamata a portare sono lโamore! Il Signore esce di continuo, a tutte le ore lascia la sua casa, le sue chiese, perchรฉ รจ interessato a chiamarci: per amore. La nostra giornata, a ben vedere e a ben udire, รจ una chiamata costante a fare frutto.
La parabola distrugge alla radice la bella maledetta logica del possesso e della pretesa: nessuno puรฒ vantare titoli di credito, tutto รจ dono di grazia!
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I primi chiamati nella storia, anche nella chiesa, sono coloro che si incupiscono nel vedere che Dio รจ โmisericordioso, clemente, longanime, di grande amoreโ. I primi chiamati sono attaccati ai loro beni spirituali come il giovane ricco รจ legato ai suoi materiali. Rischiamo di essere come san Paolo che si gloriava della sua irreprensibilitร nella giustizia della legge: lui รจ il fratello maggiore che si adira nel vedere che il Padre รจ buono col fratello minore.
Tutto questo รจ in contrasto con lโetica del capitalismo, sia quella materiale come quella spirituale. Ciรฒ che vale non รจ la Legge quanto invece la grazia. La giustizia di Dio รจ quella dellโamore e della liberalitร : tutto รจ un premio dato per misericordia a tutti, non un premio meritato.
Sono i primi chiamati a lavorare nella vigna che rischiano di rifiutare il Signore perchรฉ Lui รจ e fa il magnanimo verso gli ultimi. La salvezza, invece, รจ amore gratuito del Padre; amore che non si puรฒ rapire con astuzia per guadagnarlo anche se con sudore: รจ grazia!
La vita eterna che noi, come il giovane ricco vogliamo, si puรฒ avere non facendo qualcosa di piรน ma lasciando tutto. Bisogna lasciare, oltre ai beni materiali, anche quelli spirituali che noi vogliamo per potere meglio mercantizzare con Dio, non perchรฉ amati da Lui.
Il Regno รจ dei poveri in spirito, di chi รจ diventato come un bambino, รจ accoglienza del dono del Padre ai figli nel Figlio. Il privilegio sta tutto qui: capire che รจ un dono!
I ricchi di spirito lo possono accogliere solo se, non facendo come il fratello maggiore figlio del Padre misericordioso, accettano il minore. Solo se, a differenza di chi ha lavorato dallโalba, saremo contenti che i fratelli dellโultima ora abbiano lo stesso stipendio di figli.
Tutto questo a noi che usiamo un linguaggio economico, รจ una stoccata al nostro modo mercantilistico di concepire lโamore, di preoccuparci di salvaguardare la proprietร nostra o della chiesa.
Gesรน altro non fa che riportare sulla terra ciรฒ che era al โprincipioโ richiamato dalla Genesi: il Padre รจ benevolo con tutti i suoi figli, anche con chi non lo merita.
Cosรฌ la Chiesa se cerca salvezza dalle opere proprie che fa, sa che non ha piรน nulla a che fare con Cristo, decaduta come รจ dalla grazia in questo modo di agire.
Noi, se vogliamo essere figli di Dio, grazia come Dio รจ grazia, siamo semplicemente chiamati, perchรฉ salvati per grazia, a deporre asprezza, sdegno, ira, clamore, maldicenza, malignitร per essere benevoli con gli altri, come ci ricorda Paolo nella lettera agli Efesini (4, 31).
AUTORE: p. Giovanni Nicoliย
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