p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 20 Luglio 2023

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Viene il Signore, la Luce vera che illumina ogni uomo: ci invita a venire a Lei. Viene la Luce che illumina la legge: ci invita a venire a Lei. Viene la Luce che illumina il cammino dellโ€™essere figli del Padre, perchรฉ piccoli: ci invita a venire a Lei. Viene la Luce, quella vera, che ci fa conoscere il Padre: ci invita a venire nella Trinitร .

Venire: chiede un movimento, un movimento del cuore, innanzitutto; un movimento di interesse senza il quale il piede non si muove: โ€˜ndu lโ€™amur al ghรจ la gamba la tira โ€˜l pรจ (dove lโ€™amore cโ€™รจ la gamba tira il piede).

La luce che viene ci mostra come la legge, pur vera, non puรฒ dare la vita: la legge ci fa vedere il cammino, le cose giuste, non ci rende capaci di amarle. รˆ per questo che Gesรน chiama la legge il giogo che affatica e opprime. Infatti: sia che noi siamo osservanti della legge, sia che noi la trasgrediamo, siamo comunque schiavi della stessa.

Certo lโ€™apparenza รจ salva se noi non la trasgrediamo, ma il cuore rimane comunque traditore dellโ€™Amore. Certo nessuno potrร  venirci a dire nulla, se noi siamo osservanti delle norme della chiesa e del codice penale: ma ciรฒ non significa che noi saremo amanti del Signore Gesรน e che noi conosceremo il Padre.

La Luce che viene nel mondo, questo รจ Natale, รจ una Luce che senza alcun pudore e ritegno mette in evidenza il nostro adulterio nei confronti di Dio e di come questo adulterio, che noi dipingiamo come amore nei suoi confronti, diventi ogni giorno sempre piรน pesante e insopportabile. Lโ€™essere cristiani come osservanti di norme รจ solo un peso e non serve alla salvezza.

Sรฌ, innanzitutto perchรฉ la salvezza ci รจ stata donata dalla Luce che viene nel mondo e non รจ una conquista nostra. E qui si rivela giร  il primo tradimento: credere di potere fare a meno di Dio salvandoci con le nostre buone azioni e con la rettitudine del nostro agire. Sembriamo delle vecchie incartapecorite che pensano di fare arrapare ancora qualcuno.

Ne consegue che noi non siamo capaci di sentirci amati e di lasciarci amare. รˆ vero: corriamo molti meno rischi. Ma la domanda รจ unโ€™altra: la vita che viviamo vale la pena di essere vissuta in questo modo? O non รจ un peso inutile!

La Legge data a Mosรจ รจ per la vita, ma non dร  la Vita: โ€œIn lui era la vita e la vita era la luce degli uominiโ€ (Gv 1, 4). La legge รจ solo un pesante fardello che ordina, denuncia, giudica e condanna ciรฒ che รจ contro di essa. Lโ€™Amore, invece, รจ pieno compimento della legge: dร  quella giustizia superiore che introduce nel regno.

Lโ€™unico dovere che noi abbiamo รจ quello di vivere il piacere di essere figli e fratelli.

La grazia, il giogo leggero dellโ€™amore di Cristo, non abolisce il nostro agire, ma lo rende possibile. La grazia ci mette in piedi perchรฉ noi possiamo camminare, ci mette nelle condizioni di farlo, ci insegna a farlo, ci dร  la spinta affettiva per farlo. Il Padre aspetta che noi gli corriamo incontro per accoglierci nelle sue braccia. A noi spetta lโ€™ultima mossa, senza la quale tutto il resto risulta vano: รจ una mossa che puรฒ nascere solo dal desiderio di questo abbraccio.

Allโ€™etica di norme e divieti succede quella della libertร , alla legge subentra il Vangelo.

Un botanico puรฒ fare una descrizione minuziosa delle leggi che governano lo sbocciare di un fiore. Tale minuziosa spiegazione non farร  mai sbocciare nulla. La legge รจ questo botanico.

Non esiste nessuna legge in grado di prescrivere e far eseguire ciรฒ che una madre per amore fa per il figlio.

Lโ€™amore รจ libertร  perchรฉ da esso germina tutto, non perchรฉ trasgredisce la legge. Chi ama รจ suddito non piรน della legge ma dellโ€™amore, unico sovrano, legge a se stesso: questo รจ un giogo dolce e leggero. Il giogo dellโ€™amore รจ lโ€™unico che non opprime, anzi, che solleva, che ristora chi รจ stanco, che dona riposo a chi รจ affaticato, che puรฒ dare liberazione a chi รจ oppresso.

Lโ€™invito del vangelo di oggi, รจ un invito a passare senza paura dalla lettera che uccide allo Spirito che dร  vita, dalla legge alla libertร  (2Cor 3, 1-18), dalla fatica al riposo.

Lโ€™invito รจ quello di correre il rischio della libertร , di abbandonare le nostre false sicurezze, di incamminarci senza nรฉ bastone nรฉ bisaccia nรฉ sandali, ma con la fiducia in colui che ci chiama a venire a lui che viene.

Che la grazia del Signore ci accompagni nei passi delicati della nostra giornata.

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