p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 2 MAggio 2021

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Nella cultura Israelitica, lโ€™immagine della vite, richiamava il popolo di Israele. Nel profeta Isaia cโ€™รจ proprio un canto dโ€™amore dedicato alla vigna. Nel Vangelo di oggi, Gesรน si presenta come โ€œla vera viteโ€, come se ci fosse anche una vite falsa. La scorsa settimana si presentava come il buon pastore in contrapposizione al mercenario. Gesรน continua a sostituire la realtร  di Israele con la propria persona per dirci che ora il popolo eletto รจ lโ€™uomo, ogni uomo. Noi siamo la vigna preferita di Dio, di questo nostro Dio contadino e vignaiolo.

Non so voi, ma vedere una vigna, soprattutto in questo periodo di primavera, dove i tralci sono pieni di teneri germogli, vedere questa pianta naturale, cosรฌ viva, passargli accanto e pensare non tanto a quanto mi farร  guadagnare, รจ unโ€™immagine bellissima che incanta perchรฉ custodisce il senso della nascita.

La vigna รจ luogo da dimorare perchรฉ รจ il miracolo delle cose che nascono. Papa Giovanni diceva: โ€œNon siamo sulla terra a custodire un museo, ma a coltivare un giardino fiorente, destinato ad un avvenire gloriosoโ€.

Quindi, il luogo cui ci chiama lโ€™immagine della vigna, non รจ quello dello stare chiusi in casa, in una aria chiusa e asfittica, ma quello dellโ€™aria aperta, di una vigna che ci parla di nascita, di viti assolate e rigogliose nate, come per incanto, anche in una terra arida.

Il simbolo della vigna viene ripreso da Gesรน per raccontare una relazione, il rapporto tra Dio e il suo popolo. รˆ una relazione da parte di Dio fatta di cure, di premure, di tenerezza per la sua vigna. รˆ una relazione che, da parte nostra, a volte รจ fatta di indifferenza, di impermeabilitร , di rifiuto.

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Gesรน ci dice: โ€œIo sono la vite, voi i tralciโ€.

Noi siamo rami in qualche dimensione selvatici, ma innestati nella vite che ha la pienezza del rigoglio. La chiamata รจ a custodire lโ€™innesto, ad averne cura. Coscienti del fatto che grazie alla comunicazione con Gesรน noi riceviamo il flusso della linfa, senza la quale rinsecchiamo.

Diventare rami secchi dovrebbe preoccuparci, dovrebbe richiamare di piรน la nostra attenzione. Dovremmo essere piรน attenti a questo che al nostro invecchiare a causa degli anni, perchรฉ lโ€™invecchiare รจ lโ€™inaridimento, รจ il rinsecchirsi, รจ lโ€™ammuffire nello Spirito. Sembra che a noi non rimanga altro da fare che ingigantire i problemi, facendo le vittime degli stessi, dando ai problemi potere sulla nostra vita.

Cosa fare perchรจ questo non avvenga? โ€œRimanete in meโ€, ci dice Gesรน. รˆ la chiamata a custodire lโ€™innesto!

Rimanere รจ un verbo caro a Giovanni, perchรฉ รจ un verbo che dice intimitร . Il significato del rimanere nellโ€™altro e il rimanere dellโ€™altro in te, ce lo possono raccontare solo coloro che fanno unโ€™esperienza di amore: โ€œOra te ne vai, ma tu rimani in meโ€.

Rimanere in Gesรน, rimanere nella sua vite, cosa significa? Significa che il suo mondo, il mondo di Gesรน, รจ diventato il mio mondo. Questo รจ lโ€™aria che mi fa respirare, รจ linfa che pulsa e genera sussulti di nascita, anche nel mio essere ramo rinsecchito. Questo avviene grazie a Lui.

Rimanere per Giovanni, come tralci nella vite รจ lo stesso rimanere di quando, i due discepoli si mettono sulle tracce di Gesรน. Gesรน li sente camminare alle sue spalle. Si gira e chiede: โ€œChe cercateโ€? La loro domanda รจ bella: โ€œMaestro, dove dimori?โ€. Loro videro dove dimorava e dimorarono presso di Lui quel giorno.

Dimorare รจ piรน che abitare. Si puรฒ abitare una casa o una chiesa come uno spazio esteriore. Dimorare ci invita ad abitare uno spazio di relazioni, di un intimo comunicare, di un abitare pensieri, emozioni, sogni. Questo vuol dire rimanere in Gesรน, rimanere nella vite.

Custodire questo innesto dovrebbe essere la nostra cura, cura del nostro innesto e di quello degli altri. Questo รจ il vero compito che ci aspetta nella vigna. Compito paziente e quotidiano: riconoscere che Dio รจ amore ed รจ lโ€™Amore che rimane.

A volte sembra che la massima cura sia quella di tagliare i rami secchi e di bruciarli. Coscientizziamoci del fatto che non ci vuole una grande arte nรฉ una grande intelligenza per tagliare e per bruciare i rami secchi. Lโ€™arte come intelligenza dello Spirito, stanno nel creare un innesto o nel custodirlo, nel fasciare il punto debole della vite, come diceva Gesรน.

Anche noi facciamo fatica a credere negli innesti nuovi, facciamo fatica a credere che Dio fa giungere linfa nuova e luminosa in noi oscurati. A volte pensiamo: โ€œMa scherzi! Proprio Lui? Ma guarda al suo passato e non essere ingenuoโ€. Senza accorgerci che in questo giudizio, siamo proprio noi a rinsecchirci. A Dio non importa il nostro peccato, i nostri errori, a lui basta solo che ci lasciamo attraversare dalla Parola, per tornare ad essere vivi: โ€œse le mie parole rimangono in voiโ€.

Accogliamo: Dio ha strade infinite, ogni strada, anche quando sembra impossibile, รจ strada del cambiamento. Smettiamola di guardare indietro, apriamo gli occhi a contemplare ciรฒ che ora sta germogliando.

Non siamo chiamati a custodire, nella comunitร , un museo. Siamo chiamati a coltivare un giardino!


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