p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 2 Maggio 2020

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Siamo ancora convinti che la parentela e il sangue siano una condizione di degnitร  e di appartenenza. Per questo rischiamo ancora di cercare gente della nostra razza o paese, se non famiglia, per ruoli importanti nella societร . Se possiamo dire che รจ dei nostri noi siamo giร  convinti che le cose andranno bene. Se ha il nostro cognome ha diritto allโ€™ereditร . Se รจ occidentale รจ una vita che vale di piรน di quella orientale o del sud del mondo. Se succede un disastro gli altri sono dei numeri e ci preoccupiamo se cโ€™รจ un italiano fra di loro. Non basta essere figli del fondatore di unโ€™impresa per raccoglierne lโ€™ereditร  morale, anzi di solito โ€œil padre fa il mucchio e i figli i mucchiettiโ€ disperdendo quanto hanno ricevuto.

Non cosรฌ funziona lโ€™appartenenza alla famiglia di Dio. Non vi apparteniamo perchรฉ siamo nati in una nazione cristiana, ma per chiamata. Potremmo dire che la porta del cielo รจ una voce! Voce che ci chiama, che ci conosce per nome, che noi riconosciamo. Questa voce รจ Parola incarnata che giunge a noi con una modalitร  inconsueta, quella di un Dio che dona la sua vita per noi, perchรฉ non vuole che nessuno vada perso.ย  รˆ una chiamata, o con un termine un poโ€™ desueto una vocazione, che diventa vita, che tocca le profonditร  del nostro essere e delle nostre identitร . Una profonditร  spesso nascosta o invasa da pietre e sterpaglie, ma identitร  che รจ e che grida perchรฉ possa venire alla luce. La voce del Signore che chiama col dono della sua vita per noi, รจ una chiamata per nome alla luce. Non รจ titolo nobiliare, non รจ ereditร , non รจ sterile appartenenza ad una tribรน di qualsiasi genere, ma chiamata per nome.

La vocazione, o chiamata, รจ ascolto delle voci piรน profonde della vita. Delle vocazioni รจ piena la terra, terra che grazie a loro rinasce e prende vita ogni giorno. Quante vocazioni riempiono la terra e quante vocazioni rischiano di rimanere nascoste e non venire alla luce. Quante realtร  e situazioni ci parlano ogni giorno, direi tutte. Ma quante riusciamo ad ascoltare veramente e a sentirle nostre, nostra chiamata? A volte capita di sentirsi dire โ€œma questa predica lโ€™hai fatta proprio per meโ€; oppure quel libro o quella poesia รจ proprio quello di cui avevo bisogno; oppure un incontro, una poesia, una passeggiata, una canzone. Sono tutte chiamate del Bel Pastore che giungono a noi perchรฉ noi possiamo lasciarci chiamare per nome e ritornare alla vita.

Chiamata ascoltata รจ disponibilitร  a diventare qualcosa che non sei ancora, รจ quella parte migliore di te che rimane spesso in ombra e che ci fa paura perchรฉ troppo coinvolgente. Non cโ€™entra lโ€™etร : anche a 90 anni puรฒ rinascere una vocazione. Pensiamo ad Abramo, a Mosรจ che ritorna in Egitto a 80 anni per liberare il popolo. Pensiamo a Simeone o ad Anna ottantaquattrenne che cantano il benvenuto al Signore su questa terra. Non cโ€™entra lโ€™etร , cโ€™entra la vita.

La vocazione รจ in fondo un incontro con persone e luoghi di gratuitร . Voci che spesso vengono soffocate dai rumori del quotidiano, un rumore troppo forte nella nostra civiltร . Ma cโ€™รจ sempre un momento, oserei dire ogni giorno, in cui accade un incontro tra cielo e terra, tra passato presente e futuro. Da lรฌ scaturisce la vita eterna, quella che non ha fine, quella che รจ vita di Dio. Lรฌ scaturisce la vita che รจ affidamento al Signore della vita e non ad idoli che sono veri e propri vampiri.

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Questo ascolto e questo affidamento รจ azione simbolica che a noi, nel nostro mondo cosiddetto disincantato, un poโ€™ manca. รˆ ascolto della Parola del Bel Pastore o ascolto dei mercanti di morte. รˆ lasciare che la nostra vocazione, il nostro nome, possa venire a galla chiamato da chiunque ci ama, oppure lasciare il nostro nome nellโ€™oblio e preferire il nostro cognome come sicurezza di ereditร  e di appartenenza che non darร  mai vocazione. Lรฌ nasce un atto di libertร  nostra che scaturisce dallโ€™ascolto della vita che batte dentro ogni cosa, ogni situazione, ogni luogo del nostro mondo.

Gesรน Pastore non fa la guerra per noi, si dona per noi. La sua mano inchiodata in croce ci difende da ladri e briganti col dono di sรฉ. La sua voce tocca le profonditร  del nostro essere, perchรฉ piena di vita non di minacce. Noi ci scandalizziamo per la sua morte, ma questa morte che รจ premessa per la risurrezione, รจ dono che tocca il nostro nome e lo fa venire a galla. รˆ la sua mano inchiodata alla croce che รจ onnipotente. รˆ la sua voce che spira lo Spirito nel momento in cui muore in croce, che chiama le nostre viscere a risvegliarsi a vita nuova. รˆ il suo dono di amore che รจ onnipotente, non quegli eserciti che non รจ interessato ad avere.

Nei momenti di stanchezza, noi vorremmo ritornare a luoghi della nostra vita che hanno avuto senso e hanno dato senso. Ritorniamo ad ascoltare o a tentare di sentire in noi quella stessa esperienza che ci portiamo dentro. รˆ un ritornare a lasciarci amare, รจ memoriale, รจ eucaristia, dove possiamo ancora sentire una voce bella che ci chiama per nome per risceglierci, per volere risognare quel primo sogno.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli 
FONTE: Scuola Apostolica
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