La danza gioiosa di Dio e il canto del lamento e del lutto sono movimenti di vita che appartengono alla danza di amore Trinitario che il Padre vuole donare a noi nel Figlio grazie allo Spirito che grida in noi Papร !
ร in questo momento che Gesรน benedice il Padre riconoscendolo come tale di fronte allโumanitร . Oggi Gesรน lo benedice dallโalto della croce dove dal suo costato trafitto la lancia fa sgorgare sangue ed acqua, vita e Spirito di amore.
Queste cose, questi movimenti vitali, li cogliamo non dallโalto della sapienza ma dallโumiltร del nostro cuore. Noi siamo sapienti e umili allo stesso tempo: lo siamo. Ma poi angariamo la nostra umiltร ritenendola cosa da schiavi, cosa da gente che vale poco esaltando con le nostre scelte le nostre sapienze che ci portano ben lontani. Sono sapienze insane perchรฉ negano lโesser figli dello stesso Padre e lโessere fratelli. Solo un cuore umile che non si vanta e non si gonfia riesce a cogliere questo dono e a sentire nel proprio cuore lo Spirito che grida in noi Papร !
Che lo Spirito gridi in noi danzando la vita e celebrando la morte, significa cogliere una sapienza che ci viene meno spontanea. Lui che grida in noi Papร ci permette di cogliere e di capire che in questa festa del Sacro Cuore, come in tutti i giorni della nostra vita, siamo chiamati a riparare. La riparazione รจ cosa poco compresa anche da noi Sacerdoti del Sacro Cuore che ce lโavremmo come vocazione. Lโabbiamo intesa come un: noi che siamo i bravi dobbiamo fare i bravi anche per i cattivi! Cโรจ del vero in questo, ma anche molto del falso perchรฉ ha in sรฉ della saputelleria e un crederci i migliori rispetto agli altri. Lโabbiamo intesa che siccome molti fanno i peccati allora noi dobbiamo essere bravi e non farli: falsa e tendenziosa questa concezione dellโuomo e del discepolo perchรฉ i santi non sono coloro che non sbagliano ma coloro che amano perchรฉ amati dal Padre fonte di ogni santitร , Lui che รจ Santo, Santo, Santo il Signore dellโuniverso.
Siamo chiamati a riparare cioรจ a non rispondere al male col male permettendo che in noi Gesรน porti a compimento la Legge e i Profeti. Non piรน la legge del taglione ma lโamore misericordioso del Padre. ร riconoscere che lโamore รจ da Dio e che solo amando noi conosciamo Dio, perchรฉ Lui รจ amore. Il Padre ha mandato a noi il suo Figlio come pienezza di amore e lโamore sta in questo: โnon siamo stati noi ad amare Dio, ma รจ lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlioโ (1Gv 4, 10).
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La festa del Sacro Cuore non รจ un supermercato di meriti e di bravure, di bene come risposta al male o meglio di buoni che rispondono ai cattivi. No la festa del Sacro Cuore รจ che โse Dio ci ha amati cosรฌ, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altriโ; se ci amiamo gli uni gli altri Dio rimane in noi e noi vediamo Lui.
Di fronte allโimperversare del Giansenismo, di fronte allโimperversare del fariseismo, di fronte allโimperversare dellโindifferentismo, la risposta rimane sempre quella. ร la risposta che colgono i piccoli non i sapienti, รจ la risposta rivoluzionaria della sapienza della croce. La risposta รจ la seguente: โDio รจ amore; chi rimane nellโamore rimane in Dio e Dio rimane in Luiโ (1Gv 4, 16). Fine del cinema, fine di ogni discussione: questo รจ il cristianesimo.
ร lโessenza del Cristianesimo che si concretizza nello Spirito del Figlio che effuso nei nostri cuori grida Papร !
La mitezza nel vivere questo, la non vanagloria nellโessere piccoli, il bisogno di apparire che viene meno cosa che a noi sembra impossibile, รจ la via della vita da seguire oggi e sempre.
Cosรฌ conosciamo, cosรฌ amiamo. La nostra fatica รจ tutta concretizzata nel non amore, nellโorgoglio, nel non sapere dire di no a ciรฒ che sembra bene ma bene non รจ, ma solo apparenza di bene.
Lโumiltร del cuore, il non cedere alla tentazione dellโorgoglio, del sentirci bravi e onesti, non come gli altri, ci riporta alla vicenda del tempio dove il fariseo ringraziava Dio perchรฉ Lui era bravo, e tornรฒ a casa sua non giustificato; mentre il pubblicano pregava in fondo al tempio chiedendo perdono a Dio perchรฉ riconosceva di essere peccatore e tornรฒ a casa sua giustificato, cosรฌ ci dice Gesรน nel vangelo.
Se non riconosciamo di essere peccatori noi siamo ciechi e, per questo, non possiamo vedere il Padre, in quanto ciechi. Se noi da ciechi che siamo vediamo le nostre infedeltร noi cominciamo a ritornare a vedere e nel ritornare a vedere noi ritorniamo capaci di vedere il volto del Padre sul volto del fratello. Non avendo piรน bisogno di giudicarlo semplicemente lo amiamo. Cosรฌ riscopriamo la nostra umanitร e la nostra identitร . Cosรฌ rivediamo nel Sacro Cuore la nostra chiamata ad essere Cuore Sacro.
AUTORE: p. Giovanni Nicoliย
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