La legge del taglione, รจ risaputo, รจ un tentativo di limitazione della vendetta selvaggia del piรน forte. Si tenta di ristabilire la paritร .
Il male cโรจ e va contenuto con il terrore di una pena corrispondente. Questa รจ una giustizia non arretrata ma avveniristica anche per la nostra giustizia che condanna il ladro di polli e assolve chi ruba miliardi.
Comunque sia, questa soluzione non รจ semplicemente perchรฉ non risolve il male: il male lo raddoppia nella speranza vana che possa servire da deterrente. Ma quando mai!!! Questo modo di essere รจ solo un aiuto al male a farsi piรน furbo e prepotente. Quante leggi al giorno dโoggi non servono altro che ad imbrigliare chi cerca di essere onesto e lascia libero di agire chi sfida il potere giudiziario.
Gesรน si pone in unโottica diversa: รจ lโottica della giustizia eccessiva del Padre che sola puรฒ vincere il male, tramite la croce del Figlio che si carica del male dei fratelli. ร la nuova economia dellโamore che vince quella dellโegoismo.
Il vangelo di questโoggi ci invita a non opporsi al malvagio. La prima regola รจ opporsi al male, non al malvagio. Il male, infatti, fa male innanzitutto a chi lo fa, per questo non va restituito. Il malvagio รจ un mio fratello vittima del male, per questo va amato con piรน cuore: รจ lui il malato. In genere noi amiamo il male e odiamo chi lo fa come nostro antagonista. Il mio odio verso il malvagio รจ segno della mia connivenza col male; il mio amore verso di lui รจ segno della mia libertร dal male.
Gesรน ama i peccatori perchรฉ odia il peccato! Noi odiamo i peccatori perchรฉ amiamo il peccato! I peccatori per Gesรน sono oggetto di compassione, per noi sono da detestare. La mia antipatia per il peccatore, svela la mia simpatia per il peccato. Il mio dissociarmi dal malvagio รจ segno della mia partecipazione al male. ร il condannare il peccato e lโamare il peccatore ci ricordava papa Giovani XXIII.
Solo un cuore puro ama con tenerezza il peccatore. Ha quella compassione che vince il male stesso: invece di restituirlo raddoppiandolo, ha la forza di farsene carico, di patire con lโaltro, come lโAgnello di Dio che porta e toglie il peccato del mondo.
La prima regola รจ dunque non restituire il male. La seconda รจ la disponibilitร a portarne il doppio pur di non raddoppiarlo. La tolleranza cristiana non รจ indifferenza verso il male, ma forza di tollerare, cioรจ portare su di sรฉ il male dellโaltro; รจ capacitร di portare i pesi gli uni degli altri, รจ riparazione del male col bene.
Per vincere il male รจ bello rinunciare al proprio diritto, cosciente del proprio dovere di figlio che รจ quello di non opporsi al fratello. Piuttosto che rivendicare la propria tunica senza amore rinunciamo anche al mantello. La nuditร del Figlio sulla croce รจ la vittoria contro la rapacitร di Adamo.
ร bello anche cogliere il senso delle angherie. Lโangarius รจ il messo del re, che ha il diritto di requisire chiunque per portare i suoi pesi. I bisogni dellโaltro sono tuoi doveri; e se uno ti costringe a fare un miglio, per lui, tu fanne due.
Cosรฌ possiamo cogliere il nostro essere chiamati a ricercare e vivere la disponibilitร a dare: รจ vincere sul bisogno che la vittoria sia sul prendere. Il prendere per possedere รจ principio di ogni male. Ci porta a distruggere la creazione che รจ dono di amore. Il dare รจ principio di comunione, comunione tra tutti che proviene dal Corpo del Figlio dato per noi.
Il vangelo ci chiede, ancora una volta, il coraggio di entrare in una dimensione che non รจ spontanea ma che รจ vera. Il coraggio di rispondere col bene al male, non raddoppiando il male: raddoppiando il bene nel portare il male nostro e dellโaltro.
Non cโรจ via di scampo: la violenza si vince con la non violenza, lโodio con lโamore. Non รจ questione di dire o decidere cosa sia piรน facile o piรน opportuno per noi; non รจ questione di comprendere se poi io ci rimetto o se lโaltro se ne approfitta. Noi sappiamo che il violento si approfitta della nostra non violenza e della nostra debolezza; noi sappiamo che colui che vuole sopraffare gode della nostra remissivitร ; noi sappiamo che non rispondere al male col male noi ci rimettiamo. Lo sappiamo e ne siamo convinti: il mondo รจ dei furbi.
Sappiamo che questi stessi furbi sono coloro che stanno distruggendo il mondo con la guerra, con la violenza, con lโinquinamento, con il non fare nulla a servizio dellโumanitร ma tutto a servizio del loro potere e del loro tornaconto. Anche le vittime del terremoto per loro sono strada di potere piรน che luogo di amore e di soccorso.
Non possiamo scendere alla stessa bassezza, anche se questi hanno i colletti bianchi e le camicie stirate coi gemelli ai polsi. Non possiamo scendere alla loro bassezza. Noi sappiamo che lโunico modo per rompere una spirale di violenza รจ la non violenza, lโunico modo per portare pace e democrazia รจ lโamore e non la guerra. Siamo dei sognatori, รจ vero, ma non cโรจ altra strada. La storia, lโumanitร non ne puรฒ piรน di guerrafondai che per portare la loro pace e la loro libertร annientano interi popoli.
Solo con lโamore lโodio si ferma, solo col Cristo schiaffeggiato lโodio รจ sconfitto proprio nella sua morte. Non cโรจ altra via, facile o non facile che sia.
Mandaci o Signore dei veri profeti dellโamore, perchรฉ ci aiutino a comprendere e a credere alla tua via alla vita, noi che siamo increduli e difficili da convincere.
Amen!
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