p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 19 Dicembre 2019

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Su 18.000 sacerdoti preposti alla preghiera, quel giorno รจ toccato proprio a Zaccaria. Senza sapere a cosa sarebbe andato incontro lui prega. Il testo non dice che tipo di preghiera fa, รจ lโ€™angelo che ci dice che, quasi senza saperlo, Zaccaria sperava in un figlio. La tua preghiera, il tuo desiderio รจ stato esaudito. Non importa che tu dica nulla, caro Zaccaria, anzi รจ meglio che tu perda la parola. Se avessimo il coraggio di perdere la parola forse rimetteremmo in moto quellโ€™ascolto vitale che non sappiamo piรน vivere e che le macchine schiacciano sempre piรน con la loro invadenza senza pudore.

Zaccaria dunque rimane ammutolito, Zaccaria rimane senza parole. Noi che amiamo parlare di niente pur di dare aria alla nostra bocca, avremmo bisogno di questa grazia toccata a Zaccaria. Zaccaria รจ intimorito per quanto sta accadendo. รˆ un sacerdote semplice, quasi un don Abbondio, ma รจ uno che crede e che, da buon vecchio, si affida e si fida. Ma si turba ed รจ preso da timore di fronte a quella visione, a quella intuizione, a quella realtร  che incarna una speranza oramai perduta: Elisabetta era sterile ed era vecchia, non poteva piรน avere figli.

Ma la fede รจ Dio che dona vita, non รจ roba nostra, nasce da lรฌ. Lโ€™incredulitร  รจ una sorditร  a tutto un mondo che va oltre i nostri sensi ma che, allo stesso tempo, li stimola in modo diverso dal nostro solito. Se siamo sordi รจ bene che diventiamo muti, per riacquistare una finezza di udito perduto che รจ perรฒ essenziale alla umanizzazione di questo mondo, cioรจ di noi, disumanizzato, che ha perso il Padre.

Oggi la scena dellโ€™annuncio avviene nel tempio, in Giudea, a Gerusalemme, nel Santuario, nel posto piรน sacro per Israele. Domani lโ€™annunciazione si sposterร  in Galilea, a Nazareth, in una casa dove una donna diventa il nuovo e vero Santuario dellโ€™Altissimo che lรฌ va ad abitare e a farsi carne per noi. E Dio diventa lโ€™Emmanuele. รˆ in quella nostra casa dove noi viviamo le nostre depressioni, dove noi diventiamo sempre piรน tristi, dove noi perdiamo ogni perchรฉ di vita, in quella casa centro della nostra esistenza, Lui si incarna. ย A noi s-centrati viene a donare un centro. A noi senza capo nรฉ coda, viene a donarsi come corpo. A noi annullati, appartenenti al nulla, dedicati al nulla, un Figlio a noi รจ dato. A noi devastati e devastanti ci viene data una Speranza: il Battista prima e il Cristo poi. Se avessimo ancora una carezza da dare alla vita e ai tanti bimbi che sono mancanti di questo, dando loro tempo e attenzione, il mondo, cioรจ noi, cambierebbe faccia. Lรฌ cโ€™รจ la speranza che non mi piace chiamare futuro come si fa in troppi discorsi. La speranza รจ vita, chiamare la speranza futuro sa troppo di sfruttamento della vita e della piccolezza di un bimbo. Lรฌ, in quel tempio, lร  in quella casa, noi possiamo ritrovare noi stessi, non temete!

Zaccaria non sceglie di andare al tempio quel giorno, gli capita: lโ€™ha decretato il computer dei sacerdoti del tempio. Ma sceglie liberamente di vivere quel servizio come dono e quel dono come servizio. Il suo cuore rinsecchito ritorna a battere, per questo, e ritorna a riaprirsi lโ€™udito oramai invecchiato. Quellโ€™udito che non fa piรน entrare neppure i rumori della strada, perchรฉ atrofizzato, riprende a funzionare e Zaccaria rimane a bocca aperta: la preghiera diventa cosa del cuore e il silenzio con la gente nel tempio una grazia di vita. Lui, nel suo silenzio, finalmente benedice e loda. Benedire e lodare รจ preghiera sublime che ci cambia la vita e ci incammina sulla strada non della lamentela dellโ€™altro ma della lode dellโ€™altro, dellโ€™accoglienza di lui e di lei, del fare gioco di squadra. Non รจ cosa falsa e tendenziosa, non รจ strumento di compiacenza: se vissuta in veritร  รจ una grande opportunitร  di vita, di preghiera e di riempimento di Spirito delle nostre giornate. Lodare รจ alimentare un cuore contento per quello che sono e per quello che lโ€™altro รจ, Dio compreso. La lode รจ gioia di Dio incarnata in noi, รจ un Figlio a noi dato.

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Lodare col cuore piรน che con la bocca, รจ grande energia vitale che dona vita e ci rende vivi. La lode del cuore ci mette in comunione con la vita tanto che Elisabetta, donna vecchia e sterile, concepisce e partorisce nientemeno che il Battista, il Precursore, il piรน grande dei profeti. Cosรฌ, al di lร  delle nostre analisi troppo spesso sterili e fine a se stesse, diveniamo fautori di comunione col Padre e coi fratelli, celebriamo la messa nelle nostre case grazie a quella Madre che ci accompagna e ci dona un figlio nato dalla lode e cresciuto nella benedizione.

Senza lode, senza benedizione, noi diventiamo maledizione e creiamo maledizione e generiamo maledizione e vendiamo maledizione in ogni dove. La solitudine e la morte sono la naturale conseguenza di questo modo di non vivere. La forza del creato viene castrata e insterilita. Non temere Zaccaria, Elisabetta concepirร  e partorirร  Giovanni. La tua preghiera, preghiera della quale manco te ne sei reso conto perchรฉ non ci credevi piรน neppure tu, ma che ha continuato a vivere in te, รจ divenuta benedizione e la benedizione, caro Zaccaria, รจ fonte di vita, รจ generativa sempre e comunque.

Fonte

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGI


La nascita di Giovanni Battista รจ annunciata dall’angelo.
Dal Vangelo secondo Luca Lc 1, 5-25 Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarรฌa, della classe di Abรฌa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perchรฉ Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarรฌa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccรฒ in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccarรฌa si turbรฒ e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: ยซNon temere, Zaccarรฌa, la tua preghiera รจ stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darร  un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perchรฉ egli sarร  grande davanti al Signore; non berrร  vino nรฉ bevande inebrianti, sarร  colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrร  molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerร  innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elรฌa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben dispostoยป. Zaccarรฌa disse all’angelo: ยซCome potrรฒ mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie รจ avanti negli anniยป. L’angelo gli rispose: ยซIo sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perchรฉ non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempoยป. Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarรฌa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscรฌ e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornรฒ a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepรฌ e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: ยซEcco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si รจ degnato di togliere la mia vergogna fra gli uominiยป. Parola del Signore

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