p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 19 Aprile 2019 – Gv 18, 1-19, 42

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E se la festa si nascondesse proprio nel venerdรฌ?

Chi di noi nel bel mezzo di una felicitร  non รจ colto a volte da un improvviso senso di smarrimento, quando si rende conto che potrebbe sfuggirgli di mano o che inevitabilmente finirร , e vorrebbe fermare il tempo? In che cosa sperare, quando la festa finisce e rimangono solo i segni dellโ€™abbandono alla sera di quel giorno? A che cosa possiamo noi aggrapparci perchรฉ la festa continui sempre? E non รจ questo quello di cui parla di piรน il Vangelo: feste, banchetti, inviti a nozze?

Il nome che Cristo sulla Croce rivolge a sua madre: โ€œDonna, ecco tuo figlioโ€. In quellโ€™epiteto dallโ€™apparente freddezza, usato nel vangelo di Giovanni, che non vuole raccontarci la semplice cronaca dei fatti, risuona lo stesso accento con cui Cristo le si rivolge alle nozze di Cana, quando Maria fa notare al figlio che in quella festa non hanno piรน vino: โ€œChe ho da fare con te, o donna, non รจ ancora giunta la mia oraโ€.

Lโ€™ora adesso รจ giunta, e Maria, onnipotenza supplicante come la chiamano i teologi, lโ€™aveva semplicemente anticipata con il segno dei 600 litri dโ€™acqua trasformati in vino, perchรฉ dire โ€œnon hanno piรน vinoโ€, alla luce dellโ€™ultima cena e della crocifissione, non รจ altro che dire: โ€œnon hanno piรน sangueโ€, non hanno piรน vita, solo con il dono della tua avranno una festa illimitata, nozze senza fine. Dostoevskij ha scritto il suo romanzo piรน grande a commento di questo passo, nei Fratelli Karamazov infatti fa dire ad uno dei suoi personaggi chiave, a commento delle nozze di Cana a cui dedica un intero capitolo: โ€œegli converte lโ€™acqua in vino per non interrompere la gioia degli ospiti, aspetta nuovi ospiti, ne invita continuamente di nuovi, e cosรฌ nei secoli dei secoliโ€.

Ora sulla croce รจ evidente che quel โ€œnon hanno piรน vinoโ€ sta per โ€œnon hanno piรน sangueโ€: il sangue che Cristo dร  perchรฉ la festa continui, e che ha offerto nellโ€™ultima cena proprio come memoriale perenne della sua morte e resurrezione. Sbagliano quelli che si concentrano sul sangue del sacrificio senza tenere presente il vino delle nozze, manca un pezzo, manca il pezzo piรน bello. Non รจ il sangue il fine, ma la festa. Quel sangue-vino ci raggiunge ogni giorno nellโ€™Eucaristia, sorprendendoci, come accade al maestro di tavola delle nozze di Cana: proprio quando abbiamo esaurito le nostre scorte, arriva il vino migliore, questa รจ lโ€™unica vera buona notizia.

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Lโ€™uomo per quanto cerchi di far festa si ritrova sempre senza scorte, ma Cristo lo rifornisce del vino-sangue che rinnova tutto e per sempre, fa nuove tutte le cose strappandole al loro esaurirsi e alla nostra stanchezza. Maria รจ lโ€™origine, il sangue di Cristo รจ quello che lei gli ha dato nei nove mesi di gestazione, รจ lei che con la sua โ€œcompassioneโ€ si rende conto, per prima, che siamo rimasti senza piรน nulla, che non cโ€™รจ piรน modo di festeggiare e in qualche maniera โ€œcostringeโ€ il Figlio a darsi: โ€œFate quello che egli vi dirร โ€. Cristo sulla Croce riprende quel momento e lo compie, adesso la sua ora รจ piena, e chiede a sua madre di continuare a custodirci come aveva fatto a Cana: il discepolo diventa figlio e lei madre. Il testamento di Gesรน sulla Croce non รจ un messaggio astratto, ma รจ la โ€œDonnaโ€ della festa, la Donna gentile, il cui fiat rende il mondo una primavera perenne, una festa continua. Il testo dice che da quel giorno Giovanni, autore di quel Vangelo intessuto โ€“ a saper ascoltare โ€“ di dialoghi intimi con Maria, โ€œprese Maria con sรฉโ€, anzi le parole affermano con piรน forza โ€œla prese tra le sue coseโ€.

Solo se tra le nostre cose piรน intime, proprio dove il nostro umano si esaurisce, la nostra capacitร  di far festa viene meno, il nostro vino scarseggia, accogliamo la Donna gentile, non ci mancherร  mai il vino per la festa, perchรฉ noi da soli proprio non riusciamo a far festa: le nostre feste finiscono tutte. Solo se riceviamo il testamento di Cristo, Maria, verremo resi discepoli, e la sera del dรฌ di festa non solo sarร  ancora festa ma lo sarร  di piรน, e inoltre la nostra povera acqua sarร  vino per chiunque ci passerร  a fianco.

Questo venerdรฌ, ci dice Cristo, รจ il giorno della Donna, della mia Donna, che adesso รจ tua.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

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