Il brano di ieri ci ha narrato come Dio entra nella nostra storia; quello di oggi come noi entriamo nella sua. Noi entriamo nella sua attraverso la persona di Giuseppe, questโoggi, un Giuseppe che porta con sรฉ Maria e lโEmmanuele Gesรน.
Giuseppe si manifesta a noi come colui che ascolta ed รจ attento in profonditร alle cose che accadono. Si accorge che Maria รจ incinta, si accorge che in lei รจ successo qualcosa di particolare, riconosce di non comprendere quello che sta avvenendo, รจ giusto e per questo non si fida della giustizia farisaica, sente che la cosa รจ piรน grande di lui e per questo vuole uscirne in punta di piedi non facendo danni allโopera di Dio, si ascolta in profonditร nel sogno e sente il โNon temereโ, obbedisce allโangelo prendendo con sรฉ Maria e accetta di dare la sua paternitร legale allโEmmanuele.
Lโatteggiamento di fondo su cui ci soffermiamo รจ lโascolto obbediente di Giuseppe. Questo ascolto che lo rende vero credente: beati coloro che ascoltano la Parola con attenzione e la mettono in pratica; chi accoglie la mia parola e la mette in pratica questi รจ per me fratello, sorella e madre. Lโascolto obbediente di Giuseppe lo porta ad essere attento ad ogni movimento di Dio in lui e in mezzo a noi, lo accoglie e lo vive concretizzandolo.
Un ascolto che lo porta a vedere Maria incinta per opera dello Spirito Santo. Si accorge che in lei รจ intervenuto qualcosa, o Qualcuno, che sfugge alla sua capacitร di comprensione. La sua giustizia lo porta a licenziare Maria in segreto. La giustizia dei farisei gli chiedeva di ripudiarla, di denunciarla perchรฉ potesse essere messa a morte. La sua giustizia che รจ rispetto per lโopera di Dio in mezzo a noi, lo spinge a voler uscire in punta di piedi, non facendo del male, lasciando che Dio faccia la sua opera, senza lamentarsi della situazione in cui si รจ venuto a trovare.
Mentre pensa tutto ciรฒ Dio, nellโangelo, si manifesta a lui in sogno. Gli antichi davano una grande importanza ai sogni. Noi al giorno dโoggi o li svalutiamo come cose ridicole oppure li innalziamo a grandi significati, che non hanno. Credo che potremmo dire quanto segue: i sogni sono momenti della vita che manifestano in profonditร il nostro inconscio, quello che gira nel nostro cuore al di lร delle convenzioni sociali e di tutto il nostro sistema difensivo. I sogni dicono qualcosa di profondo che sfugge allโambito morale, non รจ nรฉ buono nรฉ cattivo, ma semplicemente รจ. Tutto questo al di lร della capacitร di interpretazione e comprensione del sogno stesso.
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Giuseppe che sogna ciรฒ che lโangelo gli dice: in fondo non fa altro che confermare il fatto che lui era un uomo giusto, attento alle cose di Dio e rispettoso delle cose di Dio. Emerge dal profondo del suo cuore e del suo inconscio quel non temere che lo invita a prendere con sรฉ Maria perchรฉ quel che รจ generato in lei รจ opera dello Spirito Santo. Mai e poi mai sarebbe potuto arrivare a questo con il suo ragionamento e la sua mente, ci arriva col suo cuore e con la sua fede che esce allo scoperto nellโinterezza della sua bellezza e profonditร , attraverso il sogno. Anche il suo inconscio gli parla di Dio e lo porta a Dio, anzi lo porta a comprendere di Dio e della realtร nella quale questo Dio si incarna e vuole incarnarsi, quello che non avrebbe mai potuto comprendere diversamente.
Non temere, รจ il suggerimento dellโangelo. Non temere perchรฉ tutto quello che sta avvenendo รจ opera di Dio. Non importa piรน se รจ una cosa difficile oppure no, non importa se รจ una cosa che comprendo o meno, non importa se รจ una cosa da fuori di testa: non temo, perchรฉ Dio lโEmmanuele รจ qui in mezzo a noi! Ne consegue che, libero dalle sue paure e affidato a Dio, cambia idea, accoglie Maria, segue il consiglio dellโangelo, accetta di diventare il padre di Gesรน.
In Giuseppe possiamo vedere e scoprire i dubbi e le resistenze di ognuno di noi che ci possono aprire a ciรฒ che รจ piรน grande di noi. La fede nella parola stabilisce la parentela tra noi e Dio. Siamo provocati a mettere in campo a pieno la nostra responsabilitร e la nostra capacitร di risposta a Dio.
Possiamo cogliere Dio come colui che promette. Stiamo certi che se Dio promette, egli anche si com-promette, perchรฉ ciรฒ che promette alla fine รจ se stesso, com-promesso in ogni sua promessa.
Vediamo anche che il Figlio non viene da noi: viene dallo Spirito, perchรฉ Dio รจ Spirito. Giuseppe deve dare il nome a colui che non รจ suo: รจ altro, รจ lโAltro se stesso, che attende il suo sรฌ per essere suo figlio, il Dio con lui. Giuseppe รจ colui che ascolta ed esegue la Parola.
La palla torna a noi!
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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