p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 18 Aprile 2020

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Meditando questo brano del vangelo mi ha colpito molto lโ€™incredulitร  che condisce lโ€™agire degli apostoli nei giorni dopo la risurrezione. Gli apostoli non credono al annuncio di Maria di Magdala che diceva di avere visto Gesรน Risorto. Non credono neppure ai due discepoli che andando ad Emmaus incontrano il Signore, lo riconoscono e ritornano ad annunciarlo agli altri. Alla fine apparve anche agli Undici e li rimprovera per la loro incredulitร , per non avere creduto a quelli che lo avevano visto. Sembra proprio che il Risorto si diverta ad apparire agli ultimi e non ai primi, ai piccoli e non ai dotti e ai sapienti.

Lโ€™incredulitร  mi pare atteggiamento molto diffuso. Se non credi sei ok, se credi sei un povero illuso. Ma non solo in Dio. Se tu credi ad una persona e ti fidi, rischi grosso perchรฉ quella persona ti puรฒ fregare e se ti frega fai la figura dellโ€™ingenuo, della persona di cui non ci si puรฒ fidare, che non รจ capace di discernere. Meglio la tecnica del sospetto sempre e comunque. Questa tecnica devastante per la nostra societร  e per le nostre relazioni noi la viviamo in famiglia, con gli amici, sul lavoro, nella comunitร  cristiana, con Dio.

Lโ€™incredulitร  come esperienza degli apostoli e dei loro consociati, non รจ questione filosofica o politica che spinge a parteggiare per una parte anzichรฉ per unโ€™altra. Lโ€™incredulitร  degli apostoli, come di noi discepoli del Signore, รจ una questione di vita o di morte. Non รจ neppure una questione che ci mette in una posizione di privilegio o di svantaggio.

La fede รจ unicamente desiderio e realizzazione di un rapporto di amore. Tutto quello che non cโ€™entra con questo non รจ fondamentale alla fede e, alle volte, รจ addirittura contrario ad essa. Per questo ogni costrizione alla fede รจ una costrizione ad una disumanizzazione che grida vendetta al cospetto di Dio, questa sรฌ.

Credere, infatti, non questione per credere ma per amare! Se cosรฌ non fosse Dio non sarebbe Padre e noi non saremmo figli liberi di esserlo e di relazionarci con Lui.

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Credere non significa adeguarci ad una veritร  o allโ€™abitudine di rappresentarci una veritร  che sia perfetta e congrua in tutte le sue parti. Il risultato di tutto ciรฒ รจ la morte della fede, vale a dire la morte di ogni tipo di relazione con Dio in nome di una perfezione di veritร  teologica e filosofica sempre piรน astratta e sempre meno umana, quindi sempre meno cristiana. Credere รจ entrare, magari in compagnia di una veritร  vera e vitale, in una relazione di confidenza.

Siamo pellegrini noi cristiani che camminiamo con uno zaino leggero: non appesantiamolo con inutili fardelli. Siamo gente che crede e che si aiuta reciprocamente a venire alla luce e a camminare nella luce. Accogliendo la Luce diveniamo figli e dunque fratelli, pellegrini in compagnia.

Credere รจ dinamica di gestazione che ci porta alla vita e che dona vita. Credere per questo ha come centro lโ€™essere misericordioso del Padre come il quale noi siamo chiamati ad essere e a divenire. Generare vita: questo รจ il senso della fede e del fare la volontร  del Padre che รจ perfetto nella misericordia.

Cosรฌ la vita diventa bella e fedele perchรฉ aiuto a far nascere. Non interessa cogliere la situazione bella o brutta del prossimo per giudicarlo o per condannarlo, รจ bello conoscere lโ€™altro perchรฉ in tal modo possiamo cogliere quale รจ il suo passo da fare per crescere nella vita e lo possiamo aiutare a compiere questo atto di fede bello, lucente e vitale.

La veritร  non รจ un impianto piรน o meno perfetto, non รจ una dentiera da adottare per potere ancora masticare la Parola. La veritร  รจ forza che ci chiama a nascere e se noi non cogliamo questa forza รจ meglio che lasciamo perdere. Arriverร  il tempo in cui questa forza si scatenerร  in noi e nel nostro desiderare. Ma qualsiasi sia il tempo in cui noi faremo questo passo, non potrร  mai essere un passo fatto per forza e costrizione. Lโ€™amore non cammina a braccetto con lโ€™obbligatorietร  perchรฉ lโ€™obbligatorietร  รจ negazione della libertร  e dunque dellโ€™amore e dunque della fede. Quando parlo di obbligatorietร  non parlo di fatica e di sforzo, parlo di mancanza di convinzione.

Se liberamente convinti ogni fatica avrร  un suo senso e un sostegno interiore. Camminare con responsabilitร  fedele รจ il segreto di ogni credere e di ogni persona che vive di fede, vale a dire di umanitร  vera e libera.

Fonte – Scuola Apostolica


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