A cosa serve un fazzoletto? A soffiarsi il naso oppure รจ utile per pulirsi gli occhiali. Il servo malvagio lo usa per mettere al sicuro la moneta dโoro che il padrone gli aveva affidata.
La paura fa novanta e ci fa fare cose che mai e poi mai faremmo nella nostra esistenza. La paura ci fa fare cose inconsulte. Per paura noi preferiamo sopravvivere piuttosto che correre il rischio di vivere. La paura nei confronti di qualcuno non ci lascia liberi di giostrare positivamente la nostra esistenza.
La paura nei confronti di Dio diventa poi la peggiore consigliera che possiamo avere. La paura nei confronti di Dio รจ fonte di errori e di peccati. Per paura di Dio noi ci chiudiamo in una sorta di ricerca del giusto, di non commettere degli errori, del fare le cose sempre bene senza mai sbagliare, che รจ cosa impossibile. La paura di Dio stravolge il nostro rapporto con Dio. Non รจ piรน un Padre di cui fidarsi e a cui affidarsi ma un padrone da temere, uno che chiede conto a noi, uno che รจ duro e vuole raccogliere laddove non ha seminato.
Il grande dono da riscoprire, quello di essere figli e di avere un Padre nei cieli, diventa un incubo. Dio diventa per noi, che abbiamo paura, un riscossore delle tasse. La moneta dโoro che ogni giorno riceviamo come dono di vita la trattiamo con grande attenzione perchรฉ abbiamo paura di perderla oppure di rovinarla. La paura ci porta a nascondere questo dono anzichรฉ accoglierlo e amarlo.
Nascondere questo dono significa scegliere di sopravvivere anzichรฉ vivere fino in fondo la vita ricevuta, lโessere figli.
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Il risultato รจ che non osiamo la vita e non usiamo il fazzoletto: ci nascondiamo dietro ad una foglia di fico.
Dio Padre ci fa credito, ci consegna nelle braccia della sua fiducia. Di fronte a questo dono noi possiamo giocare al ribasso svalutando le nostre reali possibilitร oppure possiamo metterci in gioco.
Avere paura e svalutare le nostre reali possibilitร , conseguenza del dono ricevuto, รจ deresponsabilizzante. Lโeffetto magari ci piace: noi non abbiamo colpa, noi non cโentriamo se le cose sono andate a finire male. In realtร , in tal modo, noi, mentre riusciamo a scansare il problema, non riusciamo a vivere da persone libere, cioรจ da figli. Questa รจ una cosa veramente deprimente e, alla lunga, diventa una scelta disumana, malvagia appunto.
Non vivendo il dono dellโessere figli, trafficandolo nella fraternitร , noi ci impoveriamo e diventiamo sempre meno attenti alla vita, sempre meno vitali e piรน aridi.
Non si tratta di fare in fretta ma si tratta di giocarci secondo i tempi di Dio e i tempi dellโumana natura. Non per fretta, non per paura, ma in modo deciso compiendo quel passo che anche oggi il Signore ci pone davanti.
Non possiamo continuare a temere Dio Padre, non possiamo continuare ad avere un atteggiamento di paura nei confronti della vita. Accogliamo le fatiche e le difficoltร , le paure e le chiusure di fronte alla vita. Se saremo accoglienti scorgeremo un piccolo sentiero che passa attraverso tutto questo e ci permette di trafficare la moneta dโoro ricevuta.
Non temiamo, incamminiamoci e cominciamo a vivere la moneta dโoro della vita donandola nella caritร e con amore. La vita sarร risuscitata e lโamore crescerร in quel trafficarlo evangelico dove il tutto cresce nel dividere e nel condividere, non certo nellโaccumulare. Accogliamo il credito di fiducia che Dio ci dona e traffichiamolo vivendolo nel nostro quotidiano pellegrinare: tutto avrร un senso e un gusto nuovo.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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