Gesù è realmente Figlio di Dio e realmente figlio dell’uomo. Nella genealogia che Matteo ci presenta, ritroviamo la storia e le radici di Gesù. Ogni nome corrisponde ad una storia e ogni storia è un pezzetto che si aggiunge a un disegno più grande di noi che si va sviluppando nella storia. Ogni storia di persona, nel bene o nel male, influenza la storia delle nostre culture, delle nostre vite e del mondo intero.
La storia è la nostra radice. Dobbiamo essere attenti a non dimenticare il passato, perché queste sono le nostre radici. Ma dobbiamo anche essere attenti al fatto che il nostro passato è appunto passato. Le radici di un albero sono utili per alimentare l’albero stesso, ma bisogna stare attenti a non confondere le radici con i rami. Sono i rami che portano frutto, non le radici. Sono i rami il nostro futuro. Rami che si possono tagliare e potare. Le radici non si possono tagliare, senza indebolire o far morire l’albero stesso, i rami sì.
Il nostro cuore non può dimenticarsi del passato, ma il nostro occhio deve essere rivolto al futuro. Il passato sono le nostre radici, e le nostre radici sono il popolo d’Israele. Ma Gesù è il nostro futuro, è Lui che svetta su di noi e ci sostiene. È lui la vite sulla quale noi tralci siamo innestati. Lui è il nostro presente e il nostro futuro e noi con Lui.
Gesù è il secondo Adamo ed ha le sue origini umane in Abramo. Origini che si concludono con Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato il Cristo. Gesù, dunque, discende da Abramo e da Davide, per questo possiede le benedizioni e la gloria dei suoi antenati.
Sappiamo che i tempi che precedono il primo Natale, non sono però vuoti di Lui, sono invece penetrati dal suo potente influsso. Scrive Teilhard de Chardin al riguardo: “è l’agitazione del suo concepimento che muove le masse cosmiche e dirige le prime correnti biosferiche. È la preparazione della sua nascita che accelera il progresso dell’istinto e fa sbocciare il pensiero sulla terra. Non scandalizziamoci più stupidamente delle attese interminabili che ci ha imposto il Messia” (Le milieu divin).
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O Signore, tu che sei il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio di Gesù Cristo e il nostro Dio, tu hai promesso a Giuda un regno senza tramonto. Fa’ che noi riconosciamo sinceramente che tutta la storia umana, attraverso il popolo eletto e le sue benedizioni, è erede e è orientata verso Cristo, l’atteso dei popoli, e fa’ che ognuno di noi sia strumento valido per portare a Lui ogni fratello e sorella che incontriamo nella vita.
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