Cosa cโรจ di piรน straziante di una madre che vede il proprio figlio morire? Un genitore รจ tale perchรฉ dona la vita e nel momento in cui questa vita viene spezzata anche colui che ha donato la vita sente un qualcosa che si spezza in lui.
Cosรฌ mi diceva una madre a cui avevano ucciso due figli: non glielโavevano detto, ma lei lo sapeva, lei lo sentiva, lei lo intuiva. Perchรฉ cโรจ un legame di vita che nel momento in cui si spezza, perchรฉ vita non cโรจ piรน, le persone lo percepiscono. Al di lร del vedere e del sapere, le persone che donano vita, lo sanno. ร un sapere che non ha nulla a che vedere con lโillusione positivista dove ciรฒ che vedi e ciรฒ che tocchi รจ lโunica veritร della vita.
Cโรจ una veritร , cโรจ una realtร che vive e ama e cresce e si sviluppa, oltre i nostri occhi. Lโinvisibile non รจ cosa da fantasmi, lโinvisibile รจ cosa da amanti, รจ cosa da gente che ama la vita e percepisce il suo battito nascosto, che sottostร ad ogni movimento di vita che noi vediamo. Ed รจ realtร vera, ed รจ realtร vitale, ed รจ realtร essenziale.
In questo invisibile vive e cresce la vita del dolore. Un dolore che รจ frutto del male, un dolore che รจ frutto dellโamore. Un dolore che a volte รจ frutto di pazzia, un dolore che a volte รจ dovuto alla ferocia del cosiddetto amore.
Un dolore che esiste proprio laddove qualcuno ama non in modo teorico, ma in modo storico. ร un amore non detto nรฉ incarnato, secondo i nostri parametri. Un amore che per lโuomo moderno sa di pazzia e odora di stoltezza. Ma รจ quellโamore che ha donato vita a tante generazioni e che รจ divenuto educativo, secondo la sapienza di Dio, per tanti che sono passati su questa terra.
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Un amore che non si รจ fermato di fronte a nulla, un amore che nel dolore ha trovato un campo dove potersi incarnare e storicizzare. Un amore che nel dolore รจ divenuto storia. E nel momento in cui lโamore diviene dolore che si storicizza, esce da quellโaurea di romanticismo e di belle parole, che il piรน delle volte lascia il tempo che trova. Lascia il tempo che trova perchรฉ non riesce a divenire dono, passione, sofferenza, vita donata per lโaltro.
Di fronte a questa madre dolorante per il figlio che muore, non possiamo pensare alle tante madri che muoiono col bimbo in braccio mentre attraversano il deserto o un tratto di mare che li separa da un mondo che รจ altro mondo. Non possiamo non pensare alle tante madri che sono violentate mentre i propri figli vengono uccisi. Non possiamo non andare col pensiero del nostro cuore alle tante madri che vedono i propri figli morire di fame o di una malattia che per noi occidentali รจ stupida, perchรฉ curabile con poco. Tante madri che vengono uccise!
Non possiamo non sentire compassione per i tanti bimbi che perdono la vita a causa della malaria. In Italia la media della mortalitร infantile di bambini sotto i 5 anni รจ del 4 per mille. In Mozambico รจ del 135 per mille. Forse che agli occhi di un genitore la vita del proprio figlio ha meno valore di quella di un altro bimbo? O noi pensiamo che i nostri bambini hanno piรน diritto di vivere di un bimbo non dei โnostriโ? Siamo cosรฌ razzisti e stolti secondo Dio? Noi che ci diciamo cristiani?
Ascoltando il pianto di Maria sotto la croce siamo chiamati ad imparare ad ascoltare la sofferenza nostra e la sofferenza del mondo. Non per una forma di pietismo ma per una forma di vita.
La sofferenza รจ esperienza universale. Ogni uomo prima o poi la incontra: in sรฉ, sulla propria pelle, negli altri, nelle persone che ama, in forme svariate: malattia fisica, disturbo psichico, lutto. Per quanto spiacevole e indesiderabile, la sofferenza, con la sua universalitร dice qualcosa di importante sullโumano, sullโuomo. Anche il cristiano non ha vie privilegiate o scorciatoie di fronte alla sofferenza.
โAnche un cristiano non conosce alcuna strada che aggiri la sofferenza, ma piuttosto una strada โ insieme con Dio โ che la attraversi. Le tenebre non sono lโassenza, ma il nascondimento di Dio, in cui noi โ seguendolo โ lo cerchiamo e lo troviamo nuovamenteโ (Erika Schuchardt).
Chiediamo a Maria, oggi, di potere attraversare il buio della sofferenza sentendoci tenuti per mano da Dio. Quel Dio che anche nella sofferenza possiamo cercare e trovare. Quel Dio che possiamo sentire come il battito del cuore del mondo che vive anche, ma non solo, nella sofferenza.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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