p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 15 Marzo 2019 – Mt 5, 20-26

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La giustizia รจ una cosa buona, ma la giustizia non potrร  mai risolvere i problemi del nostro mondo. Se la giustizia poi รจ creata da politici e gestita da giudici, con tutti i pro e i contro del caso, la giustizia ci permette di andare ben poco lontano. Se poi alla base della giustizia mettiamo ad esempio la proprietร  privata anzichรฉ la vita umana, ogni legge sulla legittima difesa diventa legittimazione di travalicare ogni giustizia perchรฉ ciรฒ che vale รจ che io riceva giustizia magari giustiziando lโ€™altro. E non รจ un problema di difendermi, รจ un problema della legge del piรน forte, della legge del taglione: ritorniamo allโ€™Antico Testamento. Indietro di almeno 3.000 anni.

Gesรน ci chiede di passare, non dandolo per scontato, ad un livello morale piรน alto. Il livello morale della giustizia รจ giร  un buon livello, se di vera giustizia si tratta e non della solita giustizia dove il piรน forte o il piรน ricco ha sempre ragione. Ma il livello morale ed etico a cui Gesรน ci vuole portare รจ il livello morale dellโ€™amore. Ad unโ€™azione malvagia la risposta malvagia non fa che alimentare la malvagitร  nel mondo. Su questo non ci piove. Se tu getti legna sul fuoco il fuoco si alimenta.

Ma Gesรน ci spinge oltre e ci porta a guardare il cuore della questione. Il cuore รจ questo: non รจ il vero problema lโ€™azione dellโ€™uomo ma il cuore dellโ€™uomo che muove lโ€™azione รจ il vero problema. รˆ dal cuore che escono cose buone o cose brutte. รˆ lโ€™interioritร  che dobbiamo formare ed รจ allโ€™interioritร  che dobbiamo porre attenzione.

Non ci interessa neppure un codice di leggi bellissime ma disumane e impossibili. Il decalogo donato da Dio sul Sinai a Mosรจ, viene ora rivisitato alla luce delle beatitudini. Rivisitare il decalogo a partire dalle beatitudini significa mettere al centro delle nostre relazioni la vita del Padre e la chiamata ad essere fratelli. Non quei fratelli che passano la loro esistenza a litigare fra di loro per un pezzo di ereditร , maledizione su di noi. Ma i fratelli che vivono come tali, come figli. Rivisitare le nostre relazioni a partire da un cuore buono, dal cuore del Figlio, significa mettere al centro delle nostre relazioni una solo scelta: quella di dare la vita gli uni per gli altri. Non mi interessa piรน di tanto se gli altri ne approfittano, รจ cosa scontata che questo avvenga. Mi interessa invece mettere al centro la mia/nostra libertร  di scegliere e di fare il bene, di essere bene. Tutto il resto, giustizia umana compresa, giustizia dei comandamenti compresa, passa in secondo piano, non puรฒ essere lei il centro della mia esistenza e delle mie scelte. Sempre che io non voglia condannarmi alla infelicitร  e mi accontenti di abbruttire la vita pur di salvaguardare i miei interessi.

Salvaguardare i miei interessi, prima i miei interessi ci insegna il mondo anglosassone e americano, รจ la morte del mondo. Ciรฒ che faranno oggi i giovani del mondo di chiedere attenzione da subito alla salvaguardia del creato, รจ cosa stupenda. Non giudico quanto ne siano convinti, ma รจ senzโ€™altro un bel messaggio di vita a cui, speriamo tutti, possa seguire vita.

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Se questo รจ vero, e credo lo sia molto di piรน che la mania giustizialista che prende noi quando non vediamo la trave nel nostro occhio scorgendo solo la pagliuzza nellโ€™occhio del fratello, allora lโ€™ira diventa omicidio del cuore, un moto interiore contro lโ€™altro che, ne sono convinto fin dalle viscere, รจ senzโ€™altro contro di me e le sta pensando tutte contro di me. Lโ€™altro รจ il nemico: a pensare male ci si indovina sempre. Da lui io mi difendo, dimentico che in tal modo io nego la mia umanitร  e combatto contro me stesso, contro la mia vita bella e vera. Negando in tal modo la fraternitร  io uccido la mia identitร  di figlio. Per questo lโ€™ira non compie la giustizia ma diventa ingiustizia.

Lo stesso lo si puรฒ dire del disprezzo del ritenere lโ€™altro uno stupido: il disprezzo interiore diventa sostegno e motivo per quello esteriore. Lo sbocco naturale รจ la guerra che รจ sempre preceduta da una campagna denigratoria nei confronti dellโ€™altro. Quando lโ€™altro รจ ridotto a non uomo dalle nostre maldicenze, allora ho tutto il diritto di ucciderlo. Mentre la stima dellโ€™altro รจ basata su quanto siamo chiamati ad essere in Cristo che ha dato la vita per noi.

Cosรฌ quando lโ€™altro รจ ritenuto empio portiamo a compimento la nostra azione nefasta e perversa in nome della giustizia. Se lโ€™altro รจ empio significa che รจ peccatore e che รจ contro Dio, contro di lui ogni azione รจ giustificata. Demonizzare lโ€™altro รจ il compimento di ogni opera di inimicizia che giustifica ogni azione di giustizia che รจ negazione della giustizia di amore del Padre. Cosรฌ noi non facciamo altro che fare diventare bene lโ€™eliminazione dellโ€™altro. Il male lo abbiamo fatto diventare bene e il bene da volere allโ€™altro รจ diventato male, minchioneria, farsi prendere per il naso. Non possiamo permettere che la gente si approfitti della nostra bontร , sempre che di bontร  si tratti, sembra essere il grande messaggio che andiamo a portare alle genti.

In conclusione possiamo dire che non considerare lโ€™altro come fratello, cosa che รจ giusta secondo le nostre leggi umane, significa sacrificare la propria vita di figlio buttando la propria vita nelle varie discariche che pullulano sul nostro mondo.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

Vangelo del giorno:

Mt 5, 20-26
Dal Vangelo secondoย Matteo

In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:
ยซSe la vostra giustizia non supererร  quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrร  ucciso dovrร  essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrร  essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrร  essere sottoposto al sinรจdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarร  destinato al fuoco della Geรจnna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lรฌ ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lรฌ il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perchรฉ l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In veritร  io ti dico: non uscirai di lร  finchรฉ non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!ยป.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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