p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 15 Gennaio 2022

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โ€œNon sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatoriโ€. Ascoltando questa frase del vangelo mi sovvengono quante cose nella mia vita, nel mio quotidiano, sono fatte alla ricerca di ciรฒ che รจ giusto e non di ciรฒ che รจ sbagliato.

Il mio tempo รจ impiegato per andare a pagare le tasse perchรฉ sono cosa giusta. Il mio tempo lo impiego per capire lโ€™ultima rivoluzione dei politici che non chiamano piรน IMU la tassa sulla casa ma la chiamano vattelappesca. Il mio tempo lo spendo perchรฉ dei lavori fatti in casa siano fatti secondo le regole dettate da lobbie che aumentano a dismisura la burocrazia, per aumentare il loro lavoro, sempre piรน inutile, e i loro proventi, sempre piรน ingiusti.

Quanto tempo devo passare con un tecnico che mi sistema le carte per essere in regola, secondo quelle regole che hanno scritto i suoi capi. Quanto tempo passo con un commercialista per essere nel giusto secondo la legge, cercando di usare la legge per avere meno tasse. Quanto tempo passiamo a fare corsi di sicurezza sul lavoro, sapendo che il 90% di questi corsi sono fatti da gente che ha studiato ma che non รจ mai stata su di un muletto o in cantiere; corsi che deve fare magari chi lavora in cantiere da 30 anni senza mai farsi del male. Quanti corsi facciamo ai catechisti che debbono fare i catechisti, corsi magari fatti da gente che ha studiato un libro in piรน, ma che di vita dentro ne ha ben poca. Mi sovviene quanto diceva un nostro fratello religioso: โ€œnon รจ con i libri che si รจ intelligentiโ€, e ancor meno uomini e donne di fede.

Continuiamo a spendere tempo per fare la cosa giusta, per essere a posto, per incontrare la gente giusta. Continuiamo a stare nei nostri castelli dorati dove le persone che vengono sono persone per bene, quando il nostro Maestro, Colui che dobbiamo seguire, รจ andato a cercare chi giusto non รจ.

รˆ innegabile: noi la vita la possiamo affrontare in modi diversi. Noi non possiamo scegliere dove essere e cosa perseguire nella nostra esistenza. Gran parte di questo non dipende da noi. Noi perรฒ possiamo decidere cosa fare col tempo che ci viene concesso. Possiamo decidere quale sguardo vivere rivolti alla nostra esistenza.

Su Levi si incrociano due sguardi: lo sguardo di Gesรน che in lui libera un dinamismo vitale e una generositร  imprevista, e quello degli scribi e dei farisei, che non sperano piรน nulla e sono preoccupati della loro giustizia, la giustizia del bilancino.

In fondo la nostra societร  si affida ad una giustizia che รจ ingiusta per definizione. La giustizia della nostra societร , e tante volte anche della chiesa, รจ data dal condannare chi non ha soldi per difendersi e dallโ€™assolvere chi i soldi per difendersi li ha. รˆ basata sulla possibilitร  di avere avvocati bravi oppure scarsi. Ma รจ anche basata sul giudizio di giudici che non sai chi siano. Tutti hanno studiato, ma la loro dirittura morale e la loro capacitร  di discernere e di decidere, chi mi assicura che sia buona: nessuno.

Cosa che avviene in tutti i campi: il medico bravo oppure no non dipende dai libri che ha studiato; il prete evangelico oppure no non dipende dai libri che ha preso in mano o dalle preghiere del breviario fatte con fedeltร  oppure no.

Cosรฌ io: ho uno sguardo di giustizia o uno sguardo di misericordia? Oggi come guarderรฒ il mio fratello? Lo guarderรฒ per giudicarlo e per potere sparlare di lui, o lo guarderรฒ con affetto e comprensione, con misericordia?

Lo sguardo di giustizia dipende dalla capacitร  dellโ€™altro, e di me, di nascondere le mie magagne. Lo sguardo di misericordia non ha la smania di cercare il peccato dellโ€™altro con quellโ€™atteggiamento insano che ci fa sentire giusti ma non evangelici. Ai nostri e agli altrui occhi saremo giudicati bravi, ma non potremo di certo dirci cristiani.

Non cโ€™รจ altra via che comprendere che lo sguardo di misericordia apre nuove vie alla vita, mentre lo sguardo giudicante chiude ad ogni nuova possibilitร  e nega la possibilitร  di redenzione di chicchessia. Questo รจ solo segno di chiusura o di apertura da parte di chi lo sguardo รจ chiamato ad esercitarlo: io, tu, noi: in ogni momento.

Giustizia vuole che mi occupi delle cose giuste; Cristo vuole che mi occupi delle persone. Giustizia vuole che mi occupi di sistemare tutto secondo le norme; Cristo vuole che mi occupi dei miei fratelli. Giustizia vuole che tutte le carte siano a posto; Cristo vuole che il mio tempo sia dedicato alla passione per i miei fratelli. Giustizia vuole che mi occupi dei muri e delle norme di sicurezza, che in gran parte sono in contraddizione fra di loro e a nulla servono; Cristo vuole che mi occupi dellโ€™affamato e del malato, del paralitico e dellโ€™abbandonato.

Come usare il mio tempo? Quale sguardo vivere in ogni momento? Cosa mi dร  vita e cosa dona vita?


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