ร lโinvio in missione dei Dodici da parte di Gesรน. Il testo presenta le disposizioni di Gesรน ai discepoli prima del loro invio e uno stringato resoconto della loro attivitร missionaria. Trova realizzazione ciรฒ che era stato preannunciato al momento della costituzione del gruppo dei Dodici. Gesรน โne costituรฌ Dodici, perchรฉ stessero con lui e anche per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demoniโ.
Gli inviati a predicare e a far retrocedere il male curando e guarendo sono coloro che Gesรน ha chiamato. La missione non รจ frutto dellโiniziativa personale, non รจ espressione del protagonismo del credente che si inventa avventuriero della fede o che intende โsalvare il mondoโ con le sue buone ed eroiche intenzioni e disposizioni. Il missionario รจ un chiamato: devโessere una persona obbediente alla parola del Signore, disposto a rinnovare la propria chiamata giorno per giorno con lโascolto quotidiano della parola di Dio.
La missione รจ riferimento a Colui che invia, prima ancora che rapporto con i destinatari dellโannuncio. Cosรฌ la missione potrร essere sacramento della presenza e della venuta del Signore. Altrimenti sarร una manifestazione del protagonismo umano che, anche quando si esprime con maniere spirituali o pastorali, รจ in realtร profondamente mondano.
I discepoli sono inviati โa due a dueโ. Il missionario non รจ un avventuriero isolato. Egli agisce in obbedienza a un mandato e svolge la sua missione insieme ad altri: in due ci si puรฒ proteggere meglio da pericoli. Qoelet suggeriva che รจ โmeglio essere in due che uno soloโ (Qoelet 4,9). Inoltre essere in due dona saldezza alla testimonianza: nellโAntico Testamento una testimonianza, per essere valida, si deve basare su almeno due testimoni.
Quel non essere soli, bensรฌ due (o piรน), รจ importante perchรฉ cosรฌ si puรฒ vivere la relazione, la comunione e la caritร . La vita insieme degli inviati, la loro caritร , la qualitร della loro relazione, sono giร testimonianza missionaria che rende presente Cristo a coloro che essi incontrano.
La missione non consiste in attivitร , in un fare per gli altri, ma in una relazione, improntata a comunione e caritร , tra gli stessi missionari. La fraternitร degli inviati รจ la prima testimonianza che certifica la bontร del loro andare e annunciare. Essere insieme in un viaggio missionario produce tensioni, mette a dura prova la propria capacitร di sopportazione, di accoglienza, di ascolto, di rispetto: รจ ciรฒ che puรฒ concretamente cambiare le persone. La relazione umana รจ elemento che aiuta il movimento di conversione reale del missionario: lโinvio in missione รจ dunque fraternitร che gli inviati sono chiamati a vivere.
Gesรน โdava loro potere sugli spiriti impuriโ. Che significa? Che lโinviato, restando legato al suo Signore, puรฒ lasciar agire in lui la potenza stessa del suo Signore spandendo benedizione. Nulla di magico o di scontato in quel potere che Gesรน conferisce ai suoi: a volte questo invio รจ coronato da successo (โEssi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano con olio molti infermi e li guarivanoโ), altre volte loro falliranno e mostreranno di non essere allโaltezza del compito ricevuto.
Le disposizioni che accompagnano lโinvio sono estremamente rigorose e mostrano, oltre alla fraternitร , la povertร . Lโopera di annuncio del vangelo destinato anzitutto ai poveri deve svolgersi con sobrietร e povertร di mezzi. Il mezzo รจ giร messaggio, e come potrebbe il vangelo rivolto a poveri, sofferenti e ultimi come destinatari privilegiati, essere annunciato con dispiegamento di mezzi e opere grandiose, ed essere affidato a messaggeri ricchi e potenti? Non sarebbe questa unโipocrisia da parte dei missionari e unโumiliazione inflitta ai destinatari? Gesรน โordinรฒ loro di non prendere per il viaggio nientโaltro che un bastone: nรฉ pane, nรฉ sacca, nรฉ denaro nella cintura, ma di calzare sandali e di non portare due tunicheโ.
Per Gesรน la missione cristiana รจ radicalismo evangelico. La povertร dei missionari fa emergere il fatto che la missione ha il suo senso non nel โconquistare animeโ o nel far proseliti, ma nellโessere segno del Dio che viene e nellโavere come protagonista e soggetto il Risorto. Senza essere legge da applicare sempre o modello da copiare, le direttive missionarie dicono unโesigenza della missione della chiesa: ogni epoca dovrร riformulare le forme della povertร della missione. Certo, quando Paolo si imbarcherร e viaggerร in nave per raggiungere la terra europea, dovrร maneggiare denaro e pagare il biglietto: ma lโistanza di sobrietร e povertร rimane.
Pienamente parte di questa povertร รจ il fatto che Gesรน non proibisce il superfluo, ma il necessario, ciรฒ che potrebbe rendere la missione piรน efficiente, rapida, produttiva: provviste di cibo nella bisaccia, denaro nella borsa per far fronte a eventuali emergenze e bisogni che insorgessero. Gesรน proibisce di avere due tuniche, proibisce il pane, il cibo povero per eccellenza. Il punto di vista di Gesรน non รจ quello dellโefficacia operativa! Il discorso di Gesรน contiene due โconcessioniโ: il bastone e i sandali.
Il bastone serve per sorreggersi mentre si guada un ruscello, per difendersi da un animale, per accompagnare il passo del cammino e i sandali proteggono la pianta dei piedi dai sassi, dai rovi, da altre insidie. La missione come memoria dellโesodo รจ cammino salvifico.
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Lโinvio in missione crea dei testimoni: gli inviati devono far regnare su di sรฉ le esigenze del vangelo. La loro presenza dovrร essere annuncio e trasparenza di colui che li ha inviati. La missione non dovrร mai essere โcontroโ, anche quando gli inviati non saranno ascoltati o accolti: chiedere conversione e far retrocedere il male operando il bene, questo รจ il loro compito. Proclamare le esigenze del vangelo รจ testimoniarne la grazia. Nรฉ i missionari potranno avanzare pretese o fare bizze: accetteranno lโospitalitร che verrร loro offerta. Lโinviato del Signore non รจ tanto colui che dice parole ispirate, ma colui che ha โi modi del Signoreโ (Didachรฉ XI,8).
Il discorso di Gesรน suppone la vulnerabilitร degli inviati, il fatto che la loro missione potrร incontrare ostacoli e fallire: gli inviati potranno essere non ascoltati nรฉ accolti. La loro parola potrร non convertire e non suscitare unโalzata di spalle. ร come se Gesรน prevenisse gli inviati avvertendoli di questa possibilitร che dovranno mettere in conto. Nรฉ potranno scoraggiarsi o considerarsi falliti per questo. Il loro percorso dovrร continuare e sempre riprendere.
Non era forse questo il mandato che il Signore aveva dato al suo profeta: quello di annunciare la volontร di Dio quale che fosse la reazione, positiva o negativa, dei destinatari del messaggio? โAscoltino o non ascoltino โ dice Dio ad Ezechiele โ sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loroโ (Ez 2,5). Potremmo parafrasare: ascoltino o non ascoltino, sapranno almeno che in mezzo a loro vi รจ un annunciatore della parola di Dio, un suo servo, un suo inviato.
Il messaggio dellโinviato รจ la sua stessa persona, รจ lui stesso. Lโannunciatore diviene lui stesso annuncio. Lโevangelizzatore diviene lui stesso vangelo.
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