p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 13 Novembre 2019

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Per noi che siamo sempre alla ricerca di situazioni nuove e migliorative, realtร  dove le cose vadano bene e vadano meglio, questo brano di vangelo รจ annunciato, oggi.

Noi, e lโ€™umanitร  con noi, siamo i lebbrosi che prendono coscienza della propria lebbra. Noi che sembriamo piรน portati alla morte che alla vita. Noi che sembriamo incapaci di fare il cammino della vita, siamo chiamati ad incontrare il Signore Gesรน, oggi. Incontrare il Signore Gesรน non significa andare da unโ€™altra parte, significa vivere con uno spirito nuovo la realtร  che ci รจ data di vivere.

I lebbrosi, in quanto lebbrosi, vanno incontro al Signore con la coscienza della loro lebbra: non la negano e neppure la esaltano. Anzi, gli vanno incontro e si fermano a distanza, come era secondo la legge. Non si possono avvicinare e il loro stare a distanza diventa il loro modo di essere e di esistere. Fermarsi a distanza e dire ad alta voce il loro desiderio. Un desiderio che nasce dalla coscienza di ciรฒ che loro sono: lebbrosi. Si fermano a distanza perchรฉ lebbrosi per dire ad alta voce la loro preghiera: Gesรน, maestro, abbi pietร  di noi! Di me!

Questa gente, cioรจ noi, incapace di fare il cammino della vita รจ invitata a fare del cammino la loro vita. Gesรน non dice nulla che predรฌca la loro guarigione. Gesรน li invita a vivere la loro vita cosรฌ come รจ. Camminate come siete. Andate a presentarvi dai sacerdoti. Vivete la vostra situazione come viventi e non piรน come morti. Salite al tempio, cosa proibita per dei lebbrosi, camminando verso lร  troverete il senso di ciรฒ che siete giร  da qua. Camminate cosรฌ come siete รจ un invito a vivere la vita cosรฌ come รจ. Non รจ sano negare la nostra realtร . Negare la nostra realtร  รจ cosa da lebbrosi. Vivere la nostra realtร  cosรฌ come รจ e cosรฌ come si presenta, รจ umanizzare la nostra vita vivendola con fede. รˆ bello che la nostra vita si presenti bene, ma รจ ancora piรน bello che noi la nostra vita la viviamo a partire da quello che siamo e da quello che stiamo vivendo. Ciรฒ che fa la differenza รจ come ci incamminiamo, con quale cuore ci incamminiamo, con quale vita noi ci mettiamo in moto.

Ai lebbrosi Gesรน ordina di camminare. Affaticati, magari zoppi, magari mancanti di qualche dita dei piedi, magari giร  un poโ€™ ciechi accecati dalla loro chiusura o perdita degli occhi, a questa gente Gesรน ordina di camminare. Sembra cosa strana ma, in realtร , รจ cosa sana perchรฉ partendo dalla tua lebbra tu puoi fare il passo buono verso il tempio. La guarigione avviene nel cammino non nello stare fermi in attesa che le cose cambino.

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Mentre andavano verso ย il tempio furono purificati, non rimanendo lontani o rimanendo fermi a causa della loro situazione. Gesรน sta camminando verso Gerusalemme e chiede a questi dieci lebbrosi di precederlo sulla via verso la cittร  santa. รˆ il suo corpo di banda, รจ il suo corteo trionfale: dieci lebbrosi che camminano innanzi a Lui. Forse proprio lรฌ troviamo un poโ€™ del segreto della vita: loro camminano verso Gerusalemme per obbedire a quanto Gesรน gli ha detto: fanno dono della loro malattia a Colui a cui hanno chiesto pietร . Lui cammina verso Gerusalemme per donare la propria vita, loro donano il loro cammino da malati a Colui che chiede loro di fare questo passo che sa un poโ€™ di richiesta da malato.

Eppure nel dono, nel cammino, nel dare a partire da quello che loro sono, scaturisce la guarigione. Furono purificati mentre essi andavano. รˆ il tempo della messa, รจ il tempo di fare eucaristia. Camminando e gridando il proprio grazie, camminando e gettandosi ai piedi di Colui che lo aveva guarito, lo straniero, il pagano, colui che non era ritenuto uomo di fede, celebra lโ€™eucaristia. Il Samaritano prende coscienza del dono ricevuto e grida il suo grazie. La sua guarigione diventa dono, diventa cosa di tutti, diventa motivo di condivisione, di spezzare il pane. Lui ringrazia per tutti. Noi fedeli magari malediamo la presenza di stranieri, lo straniero diventa motivo di grazie a nome di tutti. Dove sono gli altri? Solo questo straniero รจ tornato a rendere grazie, a celebrare messa sulla strada con me?

Questo straniero, questo non battezzato, รจ tornato a rendere grazie. Mentre era lebbroso stava insieme agli ebrei, gente di fede. Ora che รจ guarito se ne torna solo a rendere grazie. Non si perde in gesti religiosi inutili e sterili, vive la fede ricevuta gridando il suo grazie al Padre.

Chi meglio di lui puรฒ diventare missionario? Nessuno! Lui, malato guarito, lui riconoscente per quanto รจ avvenuto, viene mandato, viene inviato a tutti perchรฉ anche gli altri, grazie alla sua testimonianza, possano fare altrettanto. La comunione che nascerร  con lui e grazie a lui, diventerร  eucaristia per tutti. Coscienti che ciรฒ che fa la differenza รจ la disponibilitร  allโ€™incontro che nasce non dalla fuga da ciรฒ che siamo e viviamo, ma nel vivere in interezza quello che la vita ci riserva. Cosรฌ ogni cosa diventa eucaristia e occasione di vita, non piรน di morte e di isolamento.

Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.

Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO DI OGGIlc

Non si รจ trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 17, 11-19

Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesรน attraversava la Samarรฌa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: ยซGesรน, maestro, abbi pietร  di noi!ยป. Appena li vide, Gesรน disse loro: ยซAndate a presentarvi ai sacerdotiยป. E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornรฒ indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrรฒ davanti a Gesรน, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesรน osservรฒ: ยซNon ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si รจ trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, allโ€™infuori di questo straniero?ยป. E gli disse: ยซร€lzati e vaโ€™; la tua fede ti ha salvato!ยป.

Parola del Signore.

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