โOgni mattina โ il Signore โ fa attento il mio orecchio perchรฉ io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto lโorecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietroโ (Is 50, 4-5).
Dio solo sa quanta necessitร cโรจ di aprire lโorecchio senza opporre resistenza. Ogni mattina mi accorgo che il mio orecchio รจ sordo perchรฉ la mia mente รจ presa da tanti pensieri; perchรฉ il mio cuore รจ invaso da preoccupazioni vane; perchรฉ la mia pancia รจ in subbuglio per qualche cosa che intuisco non va nel mondo, nel mio mondo.
E tutto questo ottunde la capacitร del mio orecchio di sentire, di accogliere, di fare propria la novitร di vita di ogni giorno.
La mia sorditร mi porta a chiudermi su di me e ad isolarmi, magari con gioia e soddisfazione, dal mondo che mi circonda. Sono talmente preso dalle mie cose che non so piรน riconoscere la voce del mondo, figuriamoci quella di Dio.
Per questo prego: Signore, apri il mio orecchio, fai attento il mio udito perchรฉ in mezzo ai rumori della vita sappia ancora riconoscere il tuo passo. Signore, fa che il mio cuore non opponga resistenza alla tua opera di apertura degli orecchi, fa che possa udire il tuo effatร , apriti.
Ascoltare, ascoltare per capire, ascoltare per entrare in relazione. Ascoltare significa anche riconoscere i moti del nostro animo, quei moti che tanto spesso noi prendiamo per oro colato e che invece sono ingannevoli. Quei moti dellโanimo da cui dipendiamo e senza i quali sembra non possiamo fare alcun passo. Quei moti dellโanimo che non sono la veritร rivelata, ma che noi trattiamo da tale. Quei moti dellโanimo che mettono in moto in noi vortici di pensieri e convinzioni alle quali ci sentiamo in obbligo di ubbidire, da buoni schiavi incoscienti che siamo.
Ascoltare significa ascoltare il richiamo del tradimento e il bisogno del tradimento. Ma significa anche ascoltare il bisogno di un traditore dietro cui nasconderci. Lโinsistenza dei racconti evangelici sulla figura di Giuda mi provocano dentro questa risonanza: quanto avevano bisogno gli apostoli di un traditore? In fondo hanno tagliato tutti la corda di fronte allโarresto di Gesรน. Quanto si sono nascosti a se stessi e al mondo dietro la figura di Giuda che, chiuso in se stesso e nelle sue convinzioni, รจ arrivato a questa tragica decisione? Quegli apostoli che, dopo essere fuggiti, si ritrovano da codardi rinchiusi nel cenacolo, ad eccezione di Tommaso. Quel Tommaso che non riesce a credere alla testimonianza di gente fuggiasca e intimorita dalla propria stessa ombra. Gente piรน propensa a vedere fantasmi, pur di risollevarsi dalla propria paura, che ad avere un contatto reale con la realtร .
E noi tradiamo. Tradiamo per rabbia, tradiamo per vendetta. Tradiamo col dito puntato contro qualcuno. Tradiamo perchรฉ ci sentiamo traditi. Tradiamo perchรฉ incapaci di fare il salto. Tradiamo perchรฉ chiusi nelle nostre convinzioni e incapaci di lasciarci aprire di nuovo lโorecchio dal Signore, per potere ascoltare il grido della realtร . Un grido che urla forte in noi, un grido troppo spesso inascoltato.
Ogni mattino si rinnova questo rituale. Un rituale dove noi ci svegliamo piรน o meno riposati, piรน o meno tranquilli. Ci svegliamo pieni di pensieri e di sogni, di incubi e di angosce, di gioia di andare a lavorare o di noia per la pesantezza. Ci svegliamo e siamo sordi. Siamo a disagio, ma siamo sordi. Non ci diciamo ormai piรน la veritร da troppo tempo. Per questo viviamo da traditori e abbiamo bisogno di traditori. Traditori da accusare per distogliere lo sguardo dal nostro tradimento. Traditori da condannare per distogliere lo sguardo dalle nostre pochezze.
Chiedere allโinizio della giornata che il Signore apra il nostro orecchio รจ compiere un gesto di veritร e di onestร nei nostri confronti. Chiedere che lโorecchio possa essere perforato da Lui e che le resistenze della nostra persona possano essere sciolte come neve al sole, รจ un buon modo per iniziare la nostra giornata con una preghiera onesta e piena di speranza, aperta alla vita e al futuro.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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