Per credere in un Dio onnipotente e perfettissimo non cโera bisogno della rivelazione, bastava e basta il nostro senso religioso e idolatrico. A forza di correre dietro ad unโidea perfetta di Dio, ma astratta e distante dalla Bibbia, abbiamo aperto le porte allโateismo puro che รจ lโaltra faccia della medaglia di tale religiositร e idea di Dio astratta e teorica.
Il nostro Dio รจ il Dio della libertร e dellโincarnazione che si sporca le mani con le sofferenze di ogni giorno. Il nostro Dio non รจ un Dio perfetto, un motore immobile, ma รจ un Dio che si commuove per le nostre sofferenze e si incavola di fronte alle nostre cattiverie.
Il nostro Dio รจ Padre di libertร che si incarna nel Figlio e che ci fa figli e fratelli. Ogni azione che รจ contro questa dinamica Trinitaria e umanizzante di ogni fede, รจ il vero peccato mortale, anche se lo facciamo col rosario in mano o ringraziando la Madonna per lโapprovazione di una legge disumana e assassina.
Il vangelo di oggi richiama innanzitutto il fatto che noi siamo liberi e siamo figli. Figliolanza e libertร che passa per la passione del Figlio. La libertร nasce e si concretizza grazie al Figlio che si fa nostro fratello. Non ci sono per questo tributi da pagare a Dio perchรฉ รจ Padre. Unica richiesta del Padre รจ che noi entriamo nella dinamica libera dellโamore. Senza questo tutto perde senso, non ha senso la nostra religiositร e noi, da bravi schiavetti, facciamo diventare lโatto dโamore piรน bello che si celebra nellโeucaristia un comando, un dovere, un peccato se non lo facciamo. Cosรฌ ritroviamo Gesรน che predica la sua passione divenendo pesce che paga il tributo al male con la libertร dellโessere dono e dono di amore per noi. Consegnandosi nelle mani degli uomini paga il tributo dellโamore fraterno. Un tributo, una moneta, che viene ritrovata nella bocca del pesce che nellโantichitร era simbolo di Gesรน (in greco pesce si dice Ichthys le cui iniziali significano Gesรน Cristo Figlio di Dio Salvatore). ร il Padre che in Gesรน e nello Spirito di amore paga il tributo per noi, per renderci figli.
Questa libertร tanto cara e tanto importante, che noi riteniamo essenziale per la nostra vita, questa libertร di cui mai se ne รจ parlato cosรฌ tanto, mai รจ stata cosรฌ insidiabile e cosรฌ insidiata. Oggi la libertร รจ la cosa piรน vulnerabile che esista perchรฉ la riteniamo cosa esterna a noi e non cosa interiore. Chi รจ schiavo rischia di essere piรน libero di noi che ci riteniamo liberi nelle nostre societร democratiche. Libertร di fare cosa poi! Mi piacerebbe essere libero di essere non di fare! Uno puรฒ essere in prigione ed essere libero. Bellissime al riguardo le testimonianze dei carcerati per la libertร delle carceri di Castro degli anni โ70 e โ80. Nessuna costrizione mi potrร togliere la mia libertร e questo era quello che mandava giรน di testa i loro carcerieri, testimoniavano questi carcerati.
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Oggi i sistemi che si muovono sono orientati a toglierci la nostra libertร interiore lasciandoci inebetiti con la nostra libertร esteriore. Siamo costretti a pensare, a sentire, ad agire in quel dato modo convinti di essere liberi, mentre invece io posso essere condannato ai lavori forzati perchรฉ sono libero e vivo i lavori forzati da libero. Troppo spesso viviamo da schiavi la nostra libertร di fare ma che non ha nulla a che vedere con la nostra libertร di essere.
Nulla รจ piรน bello della libertร e nulla รจ piรน ambiguo. La libertร ci rende come Dio, รจ la nostra immagine di Dio. Questa libertร noi la vediamo giocata da Gesรน Cristo nella sua passione obbligata dagli uomini ma vissuta da libero, come libero dono per i fratelli. Il nostro Dio รจ Dio che patisce con noi e per noi. Il nostro Padre ha assunto la vita piรน vera degli uomini e delle donne, ben sapendo che niente รจ piรน vero sulla terra del nostro dolore, soprattutto morale e spirituale. La Parola si incarna nellโumanitร che ha sofferto e che ama, non quella che ha successo e che ottiene risultati. Il Dio della Bibbia patisce con noi e per noi, paga la moneta libera della tassa. Lui vive con noi il tempo del Regno che รจ il sabato santo. Dopo la passione del venerdรฌ santo non cโรจ la risurrezione, prima cโรจ il sabato luogo della nostra umanitร e del nostro quotidiano. Dopo il venerdรฌ cโรจ il sabato, il giorno dellโattesa, non la domenica, giorno di resurrezione. Il sabato รจ il tempo in cui possiamo chiamare i nostri dolori col proprio nome, cosรฌ pure i dolori degli altri. Senza tutto questo, senza sabato, noi costruiamo domeniche artificiali che lasciano il tempo che trovano e che, poco alla volta, non interessano piรน a nessuno. La passione diventa allora una fiction che non salva piรน nessuno. Il sabato giorno della libertร e del tempo dellโuomo, dove noi siamo chiamati a renderci conto del venerdรฌ di passione vivendolo in libertร e dandogli il suo vero nome, in attesa della domenica di resurrezione. Ma non saltando assolutamente il sabato.
Commento a cura di p. Giovanni Nicoli.
Fonte – Scuola Apostolica Sacro Cuore
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lo uccideranno, ma risorgerร . i figli sono liberi dal tributo.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 17, 22-27
In quel giorno, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesรน disse loro: ยซIl Figlio dellโuomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerร ยป. Ed essi furono molto rattristati.
Quando furono giunti a Cafร rnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: ยซIl vostro maestro non paga la tassa?ยป. Rispose: ยซSรฌยป.
Mentre entrava in casa, Gesรน lo prevenne dicendo: ยซChe cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?ยป. Rispose: ยซDagli estraneiยป.
E Gesรน replicรฒ: ยซQuindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, vaโ al mare, getta lโamo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta dโargento. Prendila e consegnala loro per me e per teยป.
Parola del Signore.
