La nostra vista e il nostro udito manifestano spesso e volentieri dei difetti e delle incapacitร a vedere e ad udire delle quali difficilmente ce ne rendiamo conto. Mi pare che il deficit maggiore sia dato dallโincapacitร a riconoscere ciรฒ che veramente ci accade. Dove siamo, dove stiamo andando, come ci stiamo andando, chi incontriamo, che cosa avviene durante il cammino. Alle volte ci sembra di obbedire alla vita mentre in realtร obbediamo solo a certo nostro buon senso interiorizzato chissร quando.
Gesรน sta camminando, ci vede e ci sente. Sente il nostro grido e riconosce la nostra condizione lebbrosa. Cammina ma non รจ nรฉ sordo nรฉ cieco, come sembriamo noi quando viaggiamo sulle nostre automobili o sui nostri treni. Anche quando camminiamo noi siamo tutti presi dallโappuntamento che abbiamo, dallโimpegno che dobbiamo assolvere, dal luogo dove dobbiamo andare per compiere quanto ci siamo proposti, ma sembriamo ciechi e sordi: nessuno vediamo, nulla ascoltiamo. Sembra che ciรฒ che รจ importante รจ che noi facciamo i fatti nostri, tutto il resto รจ banale e passa in secondo piano. Anche se il lebbroso di turno ci urla nelle orecchie non lo sentiamo, anche se il poveraccio di turno al semaforo ci chiede qualcosa noi guardiamo fissi in avanti, non abbiamo la capacitร neppure di un sorriso e di un no grazie, soprattutto ora che possiamo nasconderci dietro le mascherine. Noi siamo quelli che hanno ragione perchรฉ noi abbiamo e siamo a casa nostra, loro sono fuori legge. Sapessero quante leggi infrangiamo noi ogni giorno nel nostro lavoro e nel nostro darci da fare da buoni maneggioni.
Torniamo a noi, meglio a Lui. Gesรน vede i lebbrosi e li sente, ordina loro una cosa che per noi non ha senso: andate dai sacerdoti. I sacerdoti erano gli incaricati di riconoscere lโavvenuta guarigione del lebbroso. Mandare i lebbrosi dai sacerdoti รจ atto di speranza per un fatto non ancora avvenuto. Il fatto avverrร : durante il cammino verso i sacerdoti. Mentre camminano verso i sacerdoti tutti si accorgono di essere stati mondati, purificati, guariti. Tutti hanno ascoltato Gesรน, tutti si sono messi in cammino, tutti sono stati mondati. Tutti si sono fidati della parola senza avere alcun riscontro, in povertร assoluta.
Uno solo diventa discepolo del Signore, โvisto che era stato guaritoโ. Questo uno solo, questo samaritano, vede, come vedono tutti gli altri, ma ne trae le conseguenze e torna al Salvatore. Mentre torna glorifica Dio: ben sappiamo che la gloria di Dio รจ lโuomo vivente, cioรจ questo samaritano lebbroso mondato. Tornato cade sul volto davanti a Gesรน, lo adora, cioรจ lo bacia: ora puรฒ perchรฉ mondato, ora ne รจ capace perchรฉ ha ritrovato se stesso, ha riconquistato la sua dignitร di gloria del Signore Dio.
Non vi puรฒ essere che un solo gesto, di fronte a questo vedere e tornare e adorare, quello di fare eucaristia. Il ringraziamento รจ proprio questo: fare memoria delle grandi cose che il Signore compie in noi e in mezzo a noi. Dopo avere ascoltato la parola, vedere quanto la Parola compie nel trasformarci nel corpo di Cristo, fare comunione nel ringraziamento, nel fare memoriale. ร accoglienza del dono di salvezza che ci viene da Dio: vede se stesso guarito e si rivolge di nuovo a Gesรน, glorificando Dio nellโadorazione e nellโeucaristia fatta per strada, mentre si cammina.
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Gli altri? Gli altri sono troppo religiosi per disobbedire alla Legge, per questo sono incapaci di eucaristia, di accogliere la grazia, di riconoscere la salvezza. Lโunico uomo di fede รจ il non credente al quale verrร chiesto conto dei nove religiosi non credenti verso i quali il non credente pieno di fede sarร mandato in missione, come sana conseguenza di un memoriale eucaristico celebrato lungo la via.
Gli altri nove vanno verso Gerusalemme per compiere la Legge che poi li condannerร di nuovo al primo errore. Resteranno sempre immondi, avvolti dal lievito dei farisei. Solo il samaritano che entra nellโeconomia del dono abbandonando lโidropisia della conquista, incontra Gesรน e fa eucaristia. Questa รจ fede: โalzati e vaโ, la tua fede ti ha salvato!โ. Ci ritroviamo a riconoscere che gli ultimi sono i primi. Queste stesse parole Gesรน le rivolge alla peccatrice in casa di Simone il fariseo; le rivolge per strada allโemorroissa guarita dopo che lo ha toccato; le rivolgerร al cieco nato che grida a Lui e a Zaccheo nella cui casa la salvezza oggi รจ entrata.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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