p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 11 Dicembre 2022

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Il Battista formula la sua domanda riguardo al Messia, riguardo a se stesso, riguardo alla vita. Questa domanda la sintetizza nel mondo seguente: Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettarne un altro?

La fede è fatta di domande e di dubbi, non è un castello di certezze per sapere ogni momento da che parte andare. Anzi: più entri nell’ambito della fede e meno sai da che parte andare, lo Spirito infatti soffia dove vuole e non sai di donde venga e dove vada. Più entri nel mondo della fede e meno sai dove devi andare perché più entri nel mondo della fede e più abbandoni quelle certezze pregiudiziali che tante volte guidano la nostra vita e il nostro buon senso.

Più entri nel mondo della fede e meno sai cosa fare e più sei attento ai moti dello Spirito, della Vita, del Mondo, della Creazione. Più sei attento a questi movimenti sotterranei e più sei realista e concreto: non ti perdi dietro a cose vane e futili e appariscenti, ma giorno dopo giorno cogli l’oltre che è invisibile agli occhi; l’oltre che “hanno occhi ma non vedono, hanno orecchi ma non odono”.

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La domanda del Battista che scaturisce da un dubbio di fede profonda, colpisce nel segno riportando l’attenzione sul veniente: Sei Tu?!?

La predicazione di Giovanni non combaciava con quella di Gesù: il Battista che aveva indicato ai suoi discepoli Gesù come il Messia non capisce più nulla. Lui che diceva di non essere degno di portargli i calzari, lui che aveva detto che avrebbe battezzato in Spirito santo e fuoco: lui rimane spiazzato. Giovanni è in prigione, probabilmente sente la sua fine. Vuole capire se la sua opera di precursore stia andando a buon fine oppure no! Non riesce a cogliere che sarà precursore del Messia anche con la sua morte. Da uomo onesto quale era, uno tutto di un pezzo, pone la domanda: Sei tu?

La risposta di Gesù sotto un certo aspetto è una risposta strana, mentre sotto un altro non poteva darne una migliore.

È strana perché non risponde alla domanda direttamente, ma è la migliore perché fa parlare i fatti. I fatti che lui fa parlare sono fatti messianici. Uno dei riconoscimenti del Messia che viene sono proprio il fatto che “i ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l’udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella”.

Questo ci dice come a certi dubbi e a certe domande non si risponde con ragionamenti o voli pindarici, si risponde con i fatti, con la testimonianza.

Tante volte noi quando abbiamo dei dubbi ci incasiniamo in un sacco di giri e rigiri mentali fino a cadere a terra sfiniti e più incasinati di prima. Vivi il poco che capisci e capirai qualcosa di più, dicevano i padri del deserto. Non pretendere risposte esaurienti, ma quel poco che cogli vivilo e rispondi in tal modo alla domanda e al dubbio che hai. Ascolta lo Spirito che ti parla in tantissimi modi: rispondigli.

Lo Spirito ti parla attraverso l’intuizione, un fatto, un avvenimento, un sentimento, la parola di un fratello, un bacio di una sorella: ascolta e vivi tutto quel poco che hai capito. Questa diventa la vera risposta che evita di incasinarti la vita e di portarti nella nebbia. Vivi e capirai qualcosa di più, ma soprattutto vivi e in tal modo amerai. Infatti noi non siamo chiamati a ordinare il mondo o a cambiarlo ma ad amarlo. Vivi e lo amerai!

Gesù risponde con i fatti alla domanda dei discepoli del Battista. Poi ne pone una lui a cui sempre lui risponde. Una domanda rivolta alla gente. Che cosa siete andati a vedere? È una provocazione per dire: ma siete riusciti a cogliere le grandi cose che sono successe nel deserto, o siete solo andati a vedere per curiosità l’ultima apparizione della madonna?

Nel deserto c’era un profeta e voi non l’avete accolto, perché ne avete fatto quello che avete voluto: è in prigione. Eppure lui è il profeta, proprio perché non l’avete accolto ed è profeta non tanto o non solo a parole, ma soprattutto coi fatti. I fatti sono che lui è Voce e io Parola; lui battezza con l’acqua, io con lo Spirito santo e fuoco; i fatti sono che lui muore in prigione, io morirò in Croce; i fatti sono che vive in tutta libertà e questa è la strada che lui prepara per me. Giovanni è un profeta più per quello che fa, indica l’Agnello di Dio e lo battezza, che per quello che dice. È il messaggero mandato a preparare la via al Signore per questo è il più grande.

Il Signore viene, è ormai vicino, le tenebre si stanno diradando: oggi è la domenica in laetare, gioiamo per questa vicinanza, gioiamo per la testimonianza del Battista: facciamo capriole di gioia ringraziamo!

AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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