p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 11 Aprile 2022

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Maria insegna, insegna a Gesรน, insegna a noi. Ci insegna il gusto delle cose. Ci insegna il profumo della cura e dellโ€™attenzione.

Il passaggio mi pare chiaro e semplice, pur nella sua difficoltร  per gente come noi. Dallโ€™efficienza siamo chiamati a passare allโ€™efficacia. Vale a dire: non preoccupiamoci piรน dei risultati che sono sempre piรน un tormento e una sfiducia che noi abbiamo in noi stessi, occupiamoci della bellezza di ciรฒ che facciamo.

Anche questo non basta. Neppure lโ€™efficacia mi pare piรน qualcosa di umano e tantomeno di cristiano. Anche lโ€™efficacia mi richiama ad una schiavitรน. La schiavitรน dei risultati, seppur interiori e lontani dallโ€™apparenza, dallโ€™efficacia al profumo. Al profumo di puro nardo che riempie le mie narici questa mattina. Appena sono entrato in ufficio ho perso un poโ€™ di tempo per prendere il vasetto e versarne un poโ€™ in un piattino. รˆ questo profumo che indica cura. รˆ questa cura che profuma la vita.

La nostra efficienza profuma di smog e di inquinamento. Ogni anno ogni cittadino europeo produce centinaia di chilogrammi di spazzatura, di rifiuti. Per creare questi rifiuti sono necessari centinaia di migliaia di materie prime. Pensiamo alla distruzione a cui siamo condannati con questo modello di societร . Che gusto cโ€™รจ nel produrre quei rifiuti, che gusto vitale troviamo dal dovere depredare il creato di materie prime? Qualcuno si illude ancora che le risorse del pianeta siano infinite. Con le narici otturate dallo smog non sappiamo piรน odorare lโ€™odore di morte che si propaga in mezzo a noi.

Maria sรฌ, Maria sapeva ancora respirare e sentiva la morte che avanzava in mezzo a loro e odorava la condanna a morte che si preparava per il suo maestro. Compie un gesto. Un gesto di attenzione verso quel povero Gesรน che tra poco sarebbe stato fasciato dal sudario del sepolcro. Forse avrebbe voluto compiere quel gesto di attenzione anche verso quel povero Giuda. Ma questo gesto di attenzione, in mezzo a puzzi mefistofelici di morte, rilascia un aroma di attenzione che riempie tutta la casa di un profumo di resurrezione. Lโ€™aroma dellโ€™attenzione ci porta profumi di risurrezione. Questa รจ la differenza che esiste tra il consumare la vita e il gustare la vita. รˆ la differenza che cโ€™รจ tra il preparare la morte per meglio vivere e lo sfuggire la morte facendosi invadere dalla sua angoscia.

Una fuga che provoca ritmi sempre piรน incalzanti perchรฉ lo squalo dellโ€™economia รจ insaziabile. Una fuga che ci allontana sempre piรน da noi stessi e dal senso della vita perchรฉ troppo ci fa paura la vita stessa. Non la sappiamo odorare, non la sappiamo gustare, non la sappiamo profumare con gesti di cura e attenzione amorosa. Per questo puzza di morte โ€œgiร  da quattro giorniโ€ e ogni tentativo di rovesciare la pietra provoca in noi dubbi e sconcerto.

Ogni efficienza รจ pretesto per chiudere gli occhi sulla vita. Anche i poveri possono diventare giustificazione per scelte nostre inscusabili da qualsiasi tipo di caritร  e di misericordia. I poveri sono luogo strumentale attraverso il quale noi sfuggiamo dallโ€™incontro perchรฉ ogni azione va programmata e ben studiata. I poveri: di loro noi ne abbiamo bisogno per giustificare il nostro muoverci, il nostro darci daffare, il nostro rincorrere mete sempre piรน disumane e, dunque, sempre meno caritative, sempre piรน puzzolenti di morte e poco profumate di cura e attenzione.

La devozione, la cura medicale, il rispetto delle leggi, il pagare le tasse โ€“ sapendo che la vera piaga del paese non sono i politici corrotti e il costo della politica, ma lโ€™evasione fiscale -, tutto diventa pretesto per chiudere gli occhi sul povero Gesรน, sul bisogno di tenerezza che colui che mi รจ accanto manifesta senza che io, ricco epulone, mi accorga delle sue piaghe. Gesรน apprende la lezione di Maria, se la gusta fino in fondo, si lascia coccolare teneramente da lei. Impara a patire e a gioire perchรฉ mentre sente il puzzo della morte che avanza nella sua vita, puรฒ respirare liberamente quel profumo di nardo che gli parla di vita e di risurrezione.

E noi? Noi quanto sappiamo ancora odorare e rispondere alla vita a partire dal nostro olfatto, rispondere alla vita gustando quanto viviamo e facciamo, anzichรฉ viverlo come luogo di consumo?


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM