Credo che attraverso queste parole possiamo domandare al Signore di proseguire il cammino per unโesperienza di fede e di fiducia in Lui, per unโesperienza di amore che a noi si dona perchรฉ lo possiamo accogliere, vivere, testimoniare e mostrare.
Vedremo che quanto Gesรน ha detto a Nicodemo, che รจ il maestro della legge, Nicodemo non lo capisce, perchรฉ la legge รจ cieca; lo capisce il profeta, perchรฉ ha gli occhi aperti: il Battista sarร il primo che accoglie il senso dellโaffermazione di Gesรน.
Vediamo il testo in cui si parla di questa persona, Nicodemo, anziana, che giunta alla sera della vita, va da Gesรน di notte. E Gesรน vuole farlo venire alla luce per fargli capire che si innalza per nascere non per morire.
ร una seconda nascita, il problema fondamentale dellโuomo: come vivere, qual รจ la qualitร di vita per vincere lโangoscia della morte che tutti abbiamo. ร la proposta che Gesรน fa a Nicodemo, e Nicodemo, che รจ un ricercatore, attraverso la legge, non ha mai trovato come rinascere. E Gesรน spiega come si โnasce dallโaltoโ.
La IV domenica di Quaresima, la domenica laetare, รจ connotata dalla gioia. Al credente viene richiesta la gioia: โRallegratiโ. La reazione che proviamo di fronte a questo imperativo esprime molto della nostra fede e anche della nostra non-fede. Ci viene chiesto di rallegrarci perchรฉ lโevento pasquale si รจ avvicinato, รจ sempre piรน prossimo, ma soprattutto perchรฉ lโannuncio evangelico รจ quello dellโamore di Dio incondizionato per lโumanitร , per tutti e per ciascuno.
Il vangelo chiede purificazione dello sguardo e ritrovamento della veritร credendo al grande amore con cui Dio ha amato il mondo. Ma per credere questo occorre percepire in maniera personalissima che si รจ i destinatari di quellโamore. Occorre saper vedere se stessi inseriti in un โmondoโ, nellโumanitร che รจ destinataria dellโamore di Dio, e di vedere se stessi in rapporto a Dio stesso e al suo amore.
Il brano evangelico si innesta nel discorso di Gesรน con Nicodemo, dialogo in cui Gesรน sconcerta Nicodemo dicendogli la necessitร di una rinascita dallโalto, cioรจ dallo Spirito santo effuso dallโalto.
Stando al contesto le โcose terrestriโ consistono proprio nella dinamica di rinascita spirituale che deve avvenire in vita, qui sulla terra, nellโumanitร della persona che, grazie alla fede, si apre allโazione dello Spirito santo.
Nel cristianesimo avviene una ri-modulazione della verticalitร . Il brano evangelico parla della nascita dallโalto come iniziazione alla vita cristiana.
La croce come innalzamento significa che si sale verso il punto piรน basso della societร e della religiositร dellโepoca: la morte di croce รจ la morte turpe e infame dei maledetti da Dio e dei banditi dalla societร . Dietro al salire e allo scendere vi รจ lโevento del dono che esprime lโamore di Dio. Un amore che non intende condannare, ma solo salvare, dare senso e pienezza. Un amore gratuito, incondizionato, ma che si puรฒ diffondere e puรฒ manifestare le sue energie in chi vi fa spazio accogliendolo in sรฉ attraverso la fede.
โDio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenitoโ. Cristo, come dono di Dio, รจ narrazione dellโamore di Dio che diviene lโamore del Figlio e lโamore nellโuomo. Il dono, che รจ Cristo, non cerca reciprocitร : โCome il Padre ha amato me, cosรฌ io ho amato voiโ (Gv 15,9); โCome io ho amato voi, cosรฌ voi amatevi gli uni gli altriโ (Gv 13,34). Il movimento della donazione non diviene un circolo chiuso nella bipolaritร โio-tu, tu-ioโ sempre esposta al rischio della violenza e della sopraffazione. Questo dono รจ decentrante rispetto al Donatore e si risolve in vita del donatario.
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Lโamore che tale dono narra non รจ totalitario e obbligante, non pretende gratitudine, ma rispetta la libertร e la vita dellโuomo. La salvezza, non la condanna, รจ il fine dellโinvio del Figlio da parte del Padre. Questa รจ lโintenzione paterna di Dio, il senso del suo amore che si esprime nel dono del Figlio.
Questo agire divino รจ norma per la chiesa: lei รจ mandata agli uomini non per giudicarli, ma per essere segno di salvezza e per narrare loro lโunica cosa salvifica e necessaria: la misericordia di Dio. Di fronte a persone che spesso sentono la vita come condanna, la chiesa ha il compito di narrare la misericordia di Dio, di fare opera di liberazione, di dare senso, respiro e vivibilitร .
Il dono del Figlio รจ volto a dare vita, non morte, agli uomini. Cristo ha vissuto la sua intera esistenza donando la propria vita: cosรฌ ha generato vita, ha trasmesso e suscitato vita.
Tutta la sua vita terrena รจ stata questo dono da lui continuamente rinnovato agli uomini per la loro vita. Questo รจ culminato nella morte di croce, che Giovanni chiama โinnalzamentoโ. Come Mosรจ, obbedendo al comando misericordioso di Dio, innalzรฒ il serpente nel deserto perchรฉ chi lo guardava trovasse vita e guarigione, cosรฌ lโinnalzamento del Figlio dellโuomo รจ il compimento della Misericordia per la salvezza. Se nel serpente innalzato il credente era condotto a riconoscere il proprio peccato guardando in faccia il simulacro di chi lo aveva punito con i suoi morsi, nel Cristo innalzato il credente vede la misericordia di Dio che perdona i suoi peccati manifestando un amore unilaterale e universalmente salvifico: una bella diversitร !
La pro-esistenza di Cristo, la sua esistenza spesa per gli altri, la sua vita donata non ha evitato il rifiuto che gli รจ stato opposto. Rifiuto che non sopprime la qualitร di dono che il Cristo รจ: servizio della libertร del donatario.
Si comprende che lโunica opera essenziale per il vangelo di Giovanni รจ la fede. La querelle tra fede e opere รจ cosรฌ risolta da Giovanni: โQuesta รจ lโopera di Dio: credere in colui che egli ha mandatoโ. In questo atto di fede cโรจ anche la guarigione del nostro sguardo, il nostro passaggio dalla cecitร alla luce: รจ il laetare che connota con la gioia la nostra vita, oltre che la domenica in sรจ.
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