p. Gaetano Piccolo S.I. – Commento al Vangelo di domenica 8 Giugno 2025

Domenica 8 Giugno 2025 - DOMENICA DI PENTECOSTE - SOLENNITร€ - ANNO C
Commento al brano del Vangelo di: Gv 14,15-16.23b-26

Data:

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Rimanere 

Quando siamo chiamati ad allontanarci da qualcuno a causa di un viaggio o di eventi che ci costringono a rimanere distanti per lungo tempo, cerchiamo dei modi per tenerci uniti. Pensiamo allora a lasciare qualcosa di noi, qualcosa che possa tenere vivo il ricordo. Oggi forse sentiamo con minore intensitร  questo problema, visto che i mezzi di comunicazione ci permetto di rimanere in contatto anche a grandi distanze. Possiamo infatti anche viaggiare con piรน frequenza e ritornare a incontrare le persone che amiamo. Ma in passato non era certamente cosรฌ: si partiva senza la certezza di vedersi di nuovo. 

Potremmo rileggere le letture della Pentecoste come espressione del desiderio di Dio di rimanere nella comunitร  e nel cuore di ciascun credente. In entrambi i casi, ci sono delle condizioni che possono essere create per permettere a Dio di essere presente e di rimanere con noi.

Nello stesso luogo

Il testo degli Atti degli Apostoli ci dice infatti che si trovavano tutti nello stesso luogo. รˆ la comunione che crea lo spazio per Dio. Essere nello stesso luogo, significa convergere verso lo stesso obiettivo, avere lo stesso sogno, lavorare per lo stesso scopo. Purtroppo, in molti contesti prevale la divisione, lโ€™interesse personale, il tentativo di far contare le proprie ragioni. Non a caso lโ€™evento della Pentecoste รจ riletto in contrapposizione con lโ€™episodio della torre di Babele. Lรฌ infatti gli uomini erano presi dalla superbia di voler arrivare da soli verso il cielo e, per impedire questa costruzione umana, Dio confonde le lingue. Quando infatti non ci si capisce e si parlano lingue diverse, non si riesce a costruire nulla. Per lavorare insieme, dobbiamo provare a capirci, nonostante le nostre differenze. La Chiesa non nasce da Babele, non รจ la Chiesa delle grandi costruzioni umane che alla fine risultano vane e inefficaci. La Chiesa nasce da Gerusalemme, nasce da una piccolezza in cui agisce lo Spirito!

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Novitร  e alleanza

La comunitร  cristiana ha riletto la festa di Pentecoste a partire dai significati che essa aveva nel mondo ebraico. La festa di Pentecoste, o festa delle settimane, era inizialmente la festa delle primizie. Successivamente venne associata alle alleanze che Dio aveva stabilito con il popolo. 

Nella rilettura cristiana, la Pentecoste indica che sta nascendo qualcosa di nuovo, grazie allo Spirito. Il giorno di Pentecoste stava per compiersi, quindi noi siamo ancora dentro questa novitร  che continua. Lo Spirito genera la Chiesa. E allo stesso tempo cโ€™รจ una nuova ed eterna alleanza che รจ stata sancita nel sangue di Cristo, che nel momento della morte ha donato il suo Spirito. 

Questo tema dellโ€™Alleanza lo comprendiamo anche dalle immagini usate per raccontare questo evento, Luca infatti rilegge la Pentecoste sul modello delle teofanie del Sinai: il vento e il fuoco sono il modo in cui Dio si era manifestato a Israele. Cโ€™รจ una storia che continua in modo nuovo, ma รจ riconoscibile attraverso un linguaggio antico.

Abitare 

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Se il libro degli Atti mette in evidenza questa presenza di Dio che rimane nella comunitร  per mezzo dello Spirito, il Vangelo di Giovanni ci mostra come lo Spirito venga ad abitare nel cuore del credente. Gesรน parla infatti di un altro Paraclito, come a dire che il primo รจ egli stesso. Se il Paraclito รจ colui che รจ chiamato accanto per difendere e sostenere, in particolare in un processo, vuol dire che Gesรน ha giร  cominciato a esercitare questa funzione durante la sua vita terrena accanto ai discepoli. Quella funzione quindi non finisce, ma si trasforma. I discepoli sono ancora sostenuti e difesi da Gesรน per mezzo dello Spirito santo. Il desiderio di Gesรน รจ infatti di rimanere nel cuore del discepolo.

Anche in questo caso perรฒ รจ il discepolo che รจ chiamato a creare le condizioni per ospitare questa presenza: lโ€™ospite puรฒ anche venire a trovarci, ma รจ necessario che noi gli apriamo la porta e che ci sia spazio per riceverlo.

Amare e fare

Nel cuore del discepolo questo spazio รจ creato dallโ€™ascolto della Parola. Quando amiamo qualcuno, ascoltiamo la sua Parola, e se ci fidiamo cerchiamo di fare anche quello che ci chiede. Se dunque apriamo la porta, il Padre e il Figlio, uniti nellโ€™amore che รจ lo Spirito, fanno sosta dentro di noi, prendono dimora, vengono ad abitare in noi. Al contrario, se uno non ascolta la Parola e non la fa, vuol dire che non ama, e dunque il suo cuore resta vuoto, proprio come una casa nella quale lโ€™ospite non puรฒ entrare.

Lo Spirito ci aiuta a vivere la relazione con Gesรน perchรฉ ci ricorda e ci aiuta a capire persino meglio le parole che Gesรน ci ha insegnato. Non sempre, infatti, capiamo tutto e bene. E una relazione va approfondita e cresce con il tempo. Anche nella relazione con Dio possiamo crescere e possiamo farlo proprio grazie allo Spirito.

Leggersi dentro

  • Sei uno che costruisce comunione o uno che divide per i propri interessi?
  • In che modo lasci che il Signore venga ad abitare in te?

Per gentile concessione di P. Gaetano Piccolo S.I. – Fonte

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